AR CELLULE IMMUNITARIE INVECCHIANO PRECOCEMENTE

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lorichi
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AR CELLULE IMMUNITARIE INVECCHIANO PRECOCEMENTE

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Artrite reumatoide, le cellule immunitarie invecchiano prematuramenteCominciata da rosaria1956
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rosaria195619/3/2009, 10:01
DA: http://www.corriere.it/salute/reumatolo ... aabc.shtml

LA TELOMERASI, ENZIMA CHE PROTEGGE I CROMOSOMI, NEI MALATI È MENO ATTIVA

Artrite reumatoide, le cellule immunitarie invecchiano prematuramente

Allo studio metodi per «rivitalizzarle», ma il rischio tumori impone la massima cautela

I linfociti di chi soffre di artrite reumatoide sono «spompati». Invecchiano prematuramente per colpa del superlavoro indotto da una malattia che li rende incapaci di distinguere gli amici dai nemici: sono infatti cronicamente stimolati a moltiplicarsi e attaccare i tessuti dell'organismo, fra cui le articolazioni. Un eccesso di stimoli che li esaurisce, stando ai risultati di uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences.

TELOMERI – Non è la prima volta che si ipotizza una sorta di invecchiamento precoce per le cellule del sistema immunitario dei pazienti con artrite reumatoide: nei malati il «repertorio di cellule T (che dopo i 40 anni resta invariato perché il timo regredisce) è più ristretto rispetto a chi non soffre di artrite e questo, secondo i ricercatori, può essere un'ulteriore spinta verso la risposta autoimmune; inoltre sono state raccolte numerose prove a dimostrare che i linfociti dei malati funzionano diversamente ed esprimono molecole superficiale differenti rispetto alla norma. Ma perché le cellule T invecchiano? Cercando la risposta a questa domanda Cornelia Weyand, direttrice del Lowance Center for Human Immunology della Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti, ha passato al setaccio le cellule T di 69 pazienti (per il 92 per cento donne con età media 50 anni) mettendole a confronto con quelle di persone sane simili per caratteristiche. La Weyand si è concentrata sull'attività della telomerasi, un enzima che aggiunge brevi sequenze di DNA alla fine dei cromosomi per proteggerli: in questa zona ci sono infatti i telomeri, strutture che devono restare integre per evitare che venga perduta informazione genetica durante i processi di divisione cellulare. I telomeri funzionano in pratica come “tappi”: non codificano per alcuna proteina e durante ogni divisione cellulare si accorciano un po' senza che vengano persi geni utili. La telomerasi, che si «prende cura» dei telomeri riallungandoli ogni volta che è necessario, è accesa durante lo sviluppo embrionale quando è ovviamente molto attiva la divisione cellulare; viene poi spenta in gran parte delle cellule adulte, che non devono più dividersi, e si riaccende invece in molti tipi di cellule tumorali per consentirne la replicazione incontrollata. Le cellule T del sistema immunitario sono una delle poche eccezioni fisiologiche alla regola: se stimolate possono riattivare la telomerasi, probabilmente perché devono potersi duplicare più volte restando vive e attive per decenni. Man mano che la cellula invecchia, infatti, i telomeri inevitabilmente si consumano.

RISCHIO TUMORI – La Weyand e i suoi collaboratori, mettendo a confronto le cellule T dei pazienti con artrite reumatoide e quelle di soggetti sani, hanno scoperto che nei malati i linfociti non riescono più ad accendere la telomerasi: le cellule vengono stimolate ma pian piano perdono i telomeri, come se fossero invecchiate più del normale. Gli esperti americani hanno poi provato a trasferire una telomerasi “nuova” dall'esterno nelle cellule T prelevate dai malati, scoprendo che questo basta a restituire loro vigore. «Significa che forse interventi mirati a riportare la telomerasi alla normale attività potrebbero “resettare” il sistema immunitario dei pazienti», dice Weyland. Che non è la prima a cimentarsi nella produzione di molecole o metodi che agiscano sulla telomerasi per aumentarne o deprimerne l'attività: nel primo caso si spera di poter rallentare l'invecchiamento cellulare mantenendo integri il più possibile i telomeri; nel secondo si vorrebbe invece contrastare la riaccensione patologica della telomerasi, che aiuta le cellule tumorali a sopravvivere e moltiplicarsi. La domanda sorge perciò spontanea: per quanto tutto ciò sia ancora in fase sperimentale (per non dire ipotetica nel caso di una possibile terapia dell'artrite reumatoide), non è rischioso cercare di aumentare l'attività di un enzima che, fuori controllo, potrebbe pure spianare la strada ai tumori? «Attivare indiscriminatamente la telomerasi potrebbe in effetti aumentare il rischio di cancro – ammette la ricercatrice americana –. Qualsiasi trattamento di questo genere venga proposto o ipotizzato dovrà quindi essere mirato solo e soltanto alle cellule T». Ci sarà da aspettare, quindi, finché non sarà possibile accendere solo la telomerasi delle cellule giuste. Cosa che a oggi non sembra ancora a portata di mano.

Elena Meli
17 marzo 2009



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Nonnalory
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Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
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Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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