Farmaci biologici per pazienti ad hoc
Un piccolo studio americano suggerisce come individuare in anticipo i malati di artrite reumatoide che risponderanno meglio agli anti-TNF
MILANO - Sono farmaci potenti, che hanno rivoluzionato la cura di molte malattie. Ma gli anticorpi monoclonali contro il fattore di necrosi tumorale alfa (anti TNF), come etanercept ( Enbrel) e infliximab (Renicade), sono anche prodotti che hanno un costo rilevante, non solo in termini economici ma anche per gli effetti collaterali che possono provocare, dalle infezioni ai tumori. «Inoltre, alcune persone, a fronte di questi rischi, non traggono neppure beneficio dalla cura» spiega Mary K. Crow, responsabile della ricerca reumatologica all’Hospital for Special Surgery di New York. «Ecco perché abbiamo cercato, nei pazienti che si candidano a ricevere questo tipo di trattamento -- perché resistenti ad terapie -- qualche indizio per sapere in anticipo se saranno tra quelli che reagiranno bene».
LO STUDIO - I ricercatori hanno preso spunto da studi precedenti che mostravano nelle articolazioni dei pazienti con artrite reumatoide alte concentrazioni di una sostanza chiamata Interferone-beta, che è prodotto dalle cellule dei tessuti connettivi e interviene nei meccanismi dell’infiammazione e nelle difese dell’organismo. «Nello studio, che è poi stato pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatism,abbiamo valutato 35 pazienti curati nel nostro centro, per lo più di origine ispanica, per i quali si era deciso di intraprendere la via dei farmaci biologici» spiega la reumatologa newyorchese. «A tutti, con un esame del sangue di cui abbiamo chiesto il brevetto, è stata misurata l’attività dell’Interferone e, all’interno di questa, il rapporto tra l’Interferone-beta e quello contraddistinto dalla lettera alfa, prodotto dai globuli bianchi».
I RISULTATI - Dopo un periodo variabile tra tre e nove mesi i reumatologi hanno esaminato i malati, misurando gli eventuali miglioramenti nell’andamento della malattia secondo i criteri standard dell’European League Against Rheumatism. «Abbiamo così trovato conferma alla nostra ipotesi» conclude Crow: «i malati che inizialmente avevano maggiori livelli di interferone e, in particolare, di quello beta, hanno risposto meglio alla terapia». Lo studio è piccolo e certamente dovrà essere confermato su più ampia scala, ma offre un’interessante e promettente linea di ricerca per individuare i pazienti in cui il rapporto tra rischi e benefici dei nuovi farmaci potrebbe essere più conveniente.
Roberta Villa
31 marzo 2010
DA "CORRIERE DELLA SERA - SALUTE"
FARMACI BIOLOGICI, PAZIENTI CHE RISPONDERANNO MEGLIO
FARMACI BIOLOGICI, PAZIENTI CHE RISPONDERANNO MEGLIO

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Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
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Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'
Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei