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La colite ulcerosa "cancella"
le emozioni positive
Le alterazioni cerebrali portano a una "disfunzione emotiva" nei pazienti. Ma farsi sopraffare dai pensieri negativi può peggiorare la malattia
(Corbis) MILANO - La colite ulcerosa è una malattia difficile da sopportare, che comporta stress e ansia. Non solo: un gruppo di ricercatori bolognesi ha appena scoperto che si associa a vere e proprie modifiche cerebrali in aree connesse alle emozioni. Per colpa di queste alterazioni i pazienti sono come "anestetizzati" nei confronti delle emozioni positive e ciò, per giunta, crea un circolo vizioso che può peggiorare ulteriormente le condizioni dei malati.
RISONANZA MAGNETICA - I dati, pubblicati su Inflammatory Bowel Disease arrivano dal gastroenterologo Massimo Campieri e i suoi collaboratori del policlinico Sant'Orsola di Bologna. I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica funzionale dieci pazienti con colite ulcerosa e dieci persone sane mentre eseguivano test che coinvolgevano stimoli emotivi visivi: in pratica, venivano mostrate foto dal contenuto emotivo neutro, negativo o positivo. Netta la differenza: quando ai pazienti venivano presentati stimoli emotivi positivi, in alcune regioni cerebrali (amigdala, talamo e aree del cervelletto) il flusso di sangue diminuiva, a indicare una minore attività.
EMOZIONI - Amigdala e talamo fanno parte del sistema limbico, strettamente coinvolto con la percezione e l'elaborazione delle emozioni; queste aree, secondo la teoria dell'asse cervello-intestino, sarebbero in diretta connessione con il sistema nervoso enterico, la "branca" del sistema nervoso autonomo che governa le funzioni dell'apparato digerente. «L'asse cervello-intestino è ciò che può spiegare, a livello biologico, gli effetti biopsicosociali della patologia intestinale: se c'è questo "dialogo" fra cervello e apparato digerente, le emozioni possono influenzare le funzioni intestinali e viceversa», spiega Massimo Campieri. Il fatto che la colite ulcerosa abbia potenti effetti negativi sulla psiche non viene messo in dubbio: è una malattia cronica con fasi di quiete e recidive improvvise e imprevedibili in cui i sintomi, come la diarrea, possono essere molto pesanti e quindi creare un forte disagio psicologico. E si sa anche che emozioni negative e stress possono peggiorare la malattia, favorendo le ricadute. Lo studio dei bolognesi aggiunge un tassello in più a questi dati clinici: ha infatti permesso di "vedere" che il sistema limbico ha in effetti una funzionalità alterata nei pazienti, che di fatto sono meno sensibili alle emozioni positive come gioia o benessere. Come se la malattia li avesse precipitati in un mondo dove c'è spazio solo per la sofferenza.
CIRCOLO VIZIOSO - «Non siamo ancora in grado di dire se sia l'alterazione della funzionalità intestinale a compromettere l'attività cerebrale o viceversa - dice Campieri -. Da una parte sappiamo, per esempio, che le citochine infiammatorie prodotte con la malattia possono arrivare al cervello e quindi influenzare i circuiti neuronali; dall'altra è noto che alterazioni dell'attività emotiva e cerebrale hanno ripercussioni sulla salute. Di recente si è dimostrato che le persone con una maggior tendenza a vivere con positività e gioia hanno un sistema immunitario che funziona meglio». Il contrario accade a chi si lascia sopraffare dalle emozioni negative; di fatto si crea un circolo vizioso in cui la malattia intestinale favorisce una visione pessimista della vita, che a sua volta peggiora i sintomi della colite. «I nostri pazienti, peraltro, erano tutti in un periodo di remissione: significa che le alterazioni delle emozioni si manifestano a prescindere dalle fasi della malattia», aggiunge il gastroenterologo. I dati dei bolognesi, oltre a essere una prova in più dell'esistenza di un "dialogo" fra cervello e intestino, hanno anche altre implicazioni: «La tendenza dei pazienti a non vivere le emozioni positive ci indica che dobbiamo aiutarli di più dal punto di vista psicologico, cercando di spronarli a reagire, a provare a convivere con maggior serenità con il loro problema», conclude Campieri.
Elena Meli
17 dicembre 2010
DA: CORRIERE DELLA SAERA - SALUTE
LA COLITE ULCEROSA CANCELLA LE EMOZIONI POSITIVE
LA COLITE ULCEROSA CANCELLA LE EMOZIONI POSITIVE

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Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/
Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'
Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei