IL SECONDO PARERE IN ITALIA E IL PSP A MODENA

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Azzurra99
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IL SECONDO PARERE IN ITALIA E IL PSP A MODENA

Messaggio da Azzurra99 »

UNA PRATICA DIFFUSA ALL’ESTERO. DA NOI ANCORA UNA SCELTA «NASCOSTA»
Il secondo parere serve al malato
Ma anche al medico
Può aiutare a decidere e a evitare errori e sprechi

MILANO - Racconta un medico ospedaliero, sul sito inglese di un associazione di malati di cancro. «Io come medico sopportavo con fastidio il fatto che i miei pazienti chiedessero un secondo parere sulla mia diagnosi. Mi sembrava che non si fidassero di me. «Poi mi è stato diagnosticato un piccolo tumore del colon. Altro che secondo parere: di pareri ne ho chiesti sei o sette prima di decidermi a intervenire». Il medico che deve curare se stesso dà sempre grandi lezioni. E scopre quello che appare evidente alla maggior parte dei pazienti. Che di fronte alla diagnosi di una malattia grave nasce il bisogno di una conferma, di un confronto che sia anche conforto. «Il momento della comunicazione della diagnosi di una malattia severa è molto delicato — dice un medico di grande esperienza, Pasquale Spinelli, una carriera come gastroenterologo all'Istituto dei tumori di Milano —. È importante che in quel momento il professionista sappia dare consigli sul da farsi, sulle diverse opzioni, sulle possibilità. Ed è giusto non solo accettare ma anche consigliare un secondo parere, guidare il paziente anche in questo». Troppo spesso invece la realtà mostra un altro quadro. Quello del neomalato in ansia, con la cartella clinica sotto il braccio, ottenuta spesso a fatica, che inizia il giro delle sette chiese e delle altrettante speranze. Lo guida, nella maggior parte dei casi, il passaparola, l'amico dell'amico, il sentito dire. Oppure, oggi sempre più frequentemente, procede lungo le strade insidiose di Internet. In ogni caso al caro prezzo degli onorari che si moltiplicano.
LUSSO O DIRITTO ? - Ci si chiede: il secondo parere è un lusso o è un diritto del malato? Secondo molti è uno spreco di risorse, che crea confusione e rischia di screditare il valore del "primo parere". Secondo altri, oltre che una comprensibile necessità psicologica, è un diritto che il medico ha il dovere di rispettare almeno per le patologie importanti. La medicina più avanzata, a livello internazionale, propende decisamente per questa seconda tesi. Nei Paesi anglosassoni, in Francia e nella maggior parte dei Paesi europei la "second opinion" è una pratica comune, naturale, che non scandalizza nessuno. Nel sistema sanitario americano, basato sulle assicurazioni private, in molti casi è addirittura obbligatoria, tutti i principali centri di eccellenza forniscono questo servizio in varie specialità e le linee guida delle associazioni mediche lo raccomandano. Anche perché le ricerche condotte in questo campo hanno dimostrato l'efficacia dei consulti, che permettono di "correggere" un numero significativo di diagnosi, evitando anche molti interventi inutili. E quindi risparmiando anche denaro. Per esempio la British medical association impone di rispettare la richiesta del paziente di un altro parere e raccomanda di fornire le indicazioni utili e tutti i dati clinici in possesso. I medici si adeguano volentieri, anche perché sono più protetti da eventuali rivalse legali.

IN ITALIA - Ma in Italia il Servizio sanitario ignora il "secondo parere": le strutture pubbliche non forniscono questo servizio e la maggior parte dei medici si dimostra comunque poco disponibile ad aiutare il paziente. E non è previsto alcun rimborso. Il diritto alla "second opinion" compare solo nella carta dei diritti del malato, proposta da Umberto Veronesi. «La situazione italiana è molto arretrata in questo campo. Chi non ha la capacità o la possibilità di gestirsi in proprio il "secondo parere" non è protetto dal sistema», afferma deciso Sandro Mattioli, specialista di chirurgia generale all'università di Bologna. Con Luigi Bolondi, ordinario di clinica medica, sta organizzando per il prossimo 11 febbraio un convegno dal titolo "Mobilità sanitaria e second opinion", per conto della Società medico chirurgica della città. «Direi anzi che la situazione va peggiorando — prosegue Mattioli — . Una volta c'era l'illustre clinico, il "barone", che non aveva difficoltà a spedire i pazienti per un consulto, con il viatico di un "Dì che ti mando io". Questo sistema paternalistico è giustamente finito, ma non è stato sostituito da qualcos'altro. Nella sanità italiana c'è anzi una sorta di sindrome del "maso chiuso": ciascuno cerca di tenersi stretti i propri pazienti, anche per motivi economici». Ma i pazienti "viaggiano" lo stesso, anche non invitati. «Lo stato dice: devi andare nella tua Asl di competenza, altrimenti sono fatti tuoi. E così il paziente si arrangia. Mentre dovrebbe favorire un sistema di consulti tra gli specialisti, per quel che riguarda la clinica medica. E fornire una "second opinion" concreta per quel che riguarda la chirurgia, basata su una rete di centri specialistici e di riferimento per le varie patologie, distribuiti sul territorio. Anche perché in chirurgia non conta soltanto la competenza del singolo medico, ma quella dell'intera squadra». «Il servizio sanitario deve farsi carico del secondo parere — ribadisce Spinelli — perché fa parte integrante dell'assistenza al malato. Per evitare dispersioni di energie e denaro. E prevenire anche che il paziente, nella sua ricerca a volte disperata, finisca per affidarsi a "guaritori" di vario tipo, che promettono soluzioni miracolistiche».

Riccardo Renzi

http://www.corriere.it/salute/11_gennai ... aabc.shtml

Perchè PSP (poliambulatorio del secondo parere)?

Si tratta di un ambulatorio di consulenza per casi complessi e difficili o casi di problemi di salute non risolti . Accade frequentemente di sottoporsi ai più svariati esami e consulti medici, senza ottenere risultati soddisfacenti ( per esempio nel corso di patologie croniche), oppuredi ricevere una diagnosi complessa e impegnativa che spesso esige conferme da medici diversi da quelli che hanno in cura il paziente. Chiedere un secondo parere è un bisogno ben comprensibile ma che spesso veniva disatteso.

Un tempo chiedere un secondo parere era considerato quasi offensivo una sorta di dichiarazione di sfiducia verso il proprio curante. Ma le cose non stanno più cosi!

La crescente specializzazione della medicina ha fatto sì che i medici stessi ricorrano, con sempre maggiore frequenza, all'opinione di un collega che però a sua volta opera svincolato dalla collegialità di altri medici.

A questo servizio di consulenza naturalmente possono accedere tramite prenotazione pazienti provenienti da tutt' Italia.

Secondo parere per ottimizzare le prestazioni mediche e ridurre tempi e spese.

Il Poliambulatorio del secondo parere nasce per rispondere all'esigenza di portare a compimento un iter diagnostico e terapeutico che è risultato incompleto o non del tutto positivo ( specialmente pazienti anziani che nel corso di decenni hanno accumulato multiple patologie croniche ). Scopo principale dell'ambulatorio del secondo parere è quindi OTTIMIZZARE LE PRESTAZIONI MEDICHE con tempestività ed efficacia per ridurre tempi, spese, e giungere quanto prima alla guarigione o a migliorare la qualtà della vita del paziente.

Servizio Consulto medico specialistico per diagnostica e terapie nel PSP di Modena

Il poliambulatorio fornisce in tempo reale varie prestazioni terapeutiche in ambulatorio ( fleboclisi, trattamenti infiltrativi, rettoclisi,riabilitazione, idrocolonterapia , percorsi cardiometabolici e respiratori, ecc...) e può avvalersi di un eccellente turn over di medici e chirurghi in continua evoluzione culturale e specialistica, che vantano un costante aggiornamento scientifico, convocabili in tempo reale per qualsiasi tipo di consulto medico chirurgico o specialistico, con la possibilità di eseguire anche a domicilio terapie iniettive con fleboclisi e altre terapie codificate.

Inoltre gli specialisti e gli addetti alla ricerca clinica fruiscono di accesso a banche dati clinico-scientifici dei maggiori centri mondiali di ricerca, di sperimentazione e di terapia clinica in fase 2 e 3.

Non ultimo per trarre il massimo vantaggio dalle nuove frontiere dell’informatica applicata alla medicina, il Poliambulatorio si propone come osservatorio epidemiologico con lo scopo di censire, studiare e pubblicare i casi clinici di maggiore rilievo con la stesura di pubblicazini scientifiche e report congressuali e di promuovere sul territorio l’applicazione precoce della telemedicina, per il monitoraggio dei pazienti in trattamento e per il supporto professionale, ma anche psicologico, nei casi in cui si renda necessario.

Molti sono i casi dove un secondo parere puo essere d' aiuto sia al paziente che al medico che ha effettuato la diagnosi e impostato la terapia, in particolare:

Se la diagnosi è di malattia grave con pericolo per la vita del paziente
Se la diagnosi è quella di una malattia rara (malattie orfane)
Se la diagnosi non è certa e necessità il contributo di specialisti ad alto livello
Se abbiamo il dubbio che gli accertamenti diagnostici siano stati insufficienti
Se il paziente pensa che la diagnosi posta o la terapia attuata non siano adeguate
Se la terapia, anche se eseguita scrupolosamente non porta ai risultati sperati,
Se la terapia porta ad effetti collaterali insopportabili
Se vengono proposte terapie sperimentali
Se il percorso diagnostico o il percorso terapeutico è molto costoso
Se si è posta diagnosi di malattia complessa multifattoriale
Se si tratta di paziente con molte patologie contemporaneamente
Se le tecniche diagnostiche o quelle terapeutiche sono considerate rischiose
Se le terapie sono molto invasive e si puo pensare ad accanimento terapeutico più che ad una reale possibilità di miglioramento della qualità residuale della vita
Se vengono proposti interventi chirurgici fuori dalla prassi consolidata

http://www.poliambulatoriosecondoparere ... rapia.html
1986- Amenorrea secondaria. 1995- Emicranee e cefalee, primi segni di ipertensione. 1996- Psoriasi squamosa a placche, displidemia e insufficienza venosa. 2003- Ernia jatale con esofagite da reflusso di 2° e gastrite lieve. 2005-Ipertensione e tachicardia in terapia con Libradin e Inderal. 2006-Insufficienza venosa cronica. 2006-Glaucoma in terapia. 2007-Sindrome di Stein Leventhal, in terapia con Metforal 500. 2008- Lieve scoliosi dorsale con curve di scompenso cervicali e lombari. 2008- Artrosi cervicale con tre ernie e una protusione del disco. 2008-Psoriasi artropatica con sindrome SAPHO.- Sindrome dell'intestino irritabile, colite, dermatite atopica e da contatto, allergia al latte e derivati, allergia agli acari, lieve intolleranza al lattosio. In cura con Nerixia, Arcoxia, Metocal 1200, Didrogyl. 2010-BOD: Areola paracentrale di distrofia microcistica dell'endotelio corneale, FOD e FOS: lieve assottigliamento della rima neurale temporale in N.O. di piccolo diametro. 2010-Pseudocisti alla tiroide, controlli periodici. 2011-Cuoio capelluto: scalpo lipedematosi, lichen simplex cronico e tricoressi nodosa al vertice. OTC del nervo ottico: marcata riduzione di spessore a livello dei fasci nervosi inferiori e superiori bilateralmente in presenza di papilla con aspetto lievemente rilevato e non glaucomatoso almeno morfologicamente. 2012- Reumatologia: sindrome fibromialgica sub-clinica. Neurologia: cefalea intensiva, distimia, fibromialgia, terapia con Sertralina 50 mg.
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