Overdose da paracetamolo
"Può causare l'epatite acuta"
Lo studio della Northwestern University di Chicago, presentato al Liver Meeting, a Boston. Un problema che colpisce i pazienti che assumono più farmaci contemporaneamente, soprattutto antidolorifici
di VALERIA PINI
BOSTON - Si prende senza ricetta per un leggero mal di testa, un raffreddore o uno stato febbrile. Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati, ma se si supera la dose di 4 grammi al giorno o se si assume con altri analgesici che lo contengono, il rischio è quello di un'overdose accidentale. A lanciare un nuovo allarme su questo medicinale è uno studio della Northwestern University di Chicago, presentato al Liver Meeting, il congresso annuale dell'American Society for the Study of the Liver (Aasl) in corso a Boston, negli Stati Uniti.
Pasticche o supposte che combattono febbre e dolori, se prese in dosi eccessive possono causare problemi seri al fegato. In Occidente infatti, come rivela la ricerca, l'overdose da paracetamolo o acetaminofene è la principale causa di insufficienza epatica acuta e un quinto di tutte le morti correlate all'assunzione di questo principio attivo è dovuto a intossicazione accidentale. L'uso di analgesici insieme con altri medicinali contenenti acetaminofene, come alcuni antibiotici, è dunque un'importante causa di epato-tossicità.
Lo studio. Per indagare il fenomeno, gruppo di studiosi statunitensi ha esaminato 249 pazienti che erano stati ricoverati al pronto soccorso di Chicago o che si servivano presso una farmacia ambulatoriale di Atlanta.
Per quattro giorni, i partecipanti hanno completato un diario con indicazioni sulle medicine che prendevano. A distanza di una settimana, sono stati intervistati per valutare la presenza di avvertenze sul contenuto di acetaminofene nelle etichette dei prodotti in questione, la quantità e la fonte 'extra' di acetaminofene eventualmente consumata, la conoscenza dei principi attivi dei farmaci che i volontari prendevano e se ricordavano di aver ricevuto avvertimenti in merito all'acetaminofene. Secondo i risultati, l'acetaminofene era presente sulle etichette nell'87,3% dei casi con l'abbreviazione di 'Apap' o 'Acet'. Solo la metà delle confezioni aveva uno speciale avvertimento sull'etichetta.
In totale 27 pazienti hanno riportato di aver consumato più di un farmaco contenente acetaminofene nello stesso giorno: la maggior parte di questi (il 74%) aveva infatti assunto, oltre al prodotto che gli era stato prescritto dal medico, un antidolorifico da banco per motivi vari. Quattro pazienti avevano superato la dose massima raccomandata di 4 grammi di paracetamolo al giorno.
Lo studio precedente. Non è la prima volta che gli esperti mettono in guardia sulle conseguenze di un uso eccessivo di paracetamolo. Già l'anno scorso ricercatori dell'Università di Edimburgo hanno dimostrato che l'uso ripetuto nel tempo di una quantità anche di poco superiore alle dose consigliata può portare a overdose.
Scarsa conoscenza del problema da parte dei pazienti, etichette non chiare e lacune nella comunicazione e nell'informazione che gli operatori sanitari dovrebbero dare alle persone: questi i motivi che, secondo gli esperti, alimentano il fenomeno della 'doppia dose' di acetaminofene a rischio overdose. Fra le soluzioni proposte dagli autori dell'indagine, innanzitutto quella di eliminare le abbreviazioni sulle confezioni e aumentare la quantità di informazioni verbali da parte dei medici.
Attenzione con i bambini. Sono numerosi gli studi che mettono in guardia sull'uso eccessivo da paracetamolo. Qualche anno una ricerca del Medical Research Institute of New Zealand spiegava che somministrare questo farmaco ai bambini durante il primo anno di vita potrebbe aumentare il rischio di asma o allergie.
(12 novembre 2012)
da: "la Repubblica-salute"
OVERDOSE DA PARACETAMOLO
OVERDOSE DA PARACETAMOLO

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Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
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Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'
Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei