Artriti, la guarigione non è più utopia

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Artriti, la guarigione non è più utopia

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Artriti, la guarigione non è più utopia
Ci sono prove cliniche. Ma per evitare le ricadute bisogna controllare l’infiammazione con una biopsia

di ANNA LISA BONFRANCESCHI

Artriti, la guarigione non è più utopiaCI SONO DIAGNOSI da cui non si torna indietro. Malattie che si portano dietro il bollino della cronicità, senza possibilità di invertire rotta. Ma in alcuni casi la ricerca riesce ad aprire nuove porte, a rivoluzionare le vite dei malati, scandite da pillole, iniezioni e controlli periodici.

Succede, per esempio, nell’artrite psoriasica e nell’artrite reumatoide, dove negli ultimi anni la possibilità di sospendere le cure – perché i sintomi scompaiono e il paziente sta bene – ha cominciato a farsi sempre più reale. Qualcosa che – azzardano timidamente gli esperti – assomiglia a una guarigione. «Abbiamo pazienti con artrite psoriasica e anche con artrite reumatoide – racconta Gianfranco Ferraccioli immunologo del Policlinico Gemelli di Roma – che hanno sospeso i farmaci da 38 mesi e stanno bene».

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Non solo: per queste due patologie, grazie ai farmaci, è oggi possibile, in alcuni casi, raggiungere la remissione completa e dunque sospendere i trattamenti. Per farlo in tutta sicurezza, evitando il rischio ricadute, però è importante scegliere il momento giusto, spiega Ferraccioli. L’artrite psoriasica e l’artrite reumatoide sono infatti patologie che possono regredire, ma anche ripresentarsi, in un’altalena che costringe i pazienti a fare i conti con i farmaci per tutta la vita.

Le chance più alte di remissione, che arrivano anche al 25%, si hanno se si cura la malattia in una fase molto precoce: «Entro tre mesi dalla comparsa dei sintomi», continua Ferraccioli. Ci sono poi fattori clinici che incidono sulla probabilità di sospendere i farmaci: non avere alcun segno di erosione articolare all’esame radiografico al momento della diagnosi, e non essere sovrappeso.

Quello che serve, però, sono fattori prognostici solidi che indichino quando si può liberare il paziente dal peso della terapia, in tutta sicurezza. Che sono diversi per le due malattie, simili nel nome ma differenti sia nelle manifestazioni che nelle possibilità di remissione: «Se per l’artrite reumatoide conosciamo bene i criteri sufficienti a sospendere in sicurezza i farmaci biologici senza il rischio di ricadute, come assenza di sintomi e di infiammazione nell’ecografia delle articolazioni, nell’artrite psoriasica no: qui abbiamo bisogno di un esame in più», spiega Ferraccioli, che su Annals of Rheumatic Diseases ha appena pubblicato uno studio proprio sui parametri da rispettare prima di interrompere le cure in questa patologia.

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E aggiunge: «Sappiamo che l’artrite psoriasica, rispetto all’artrite reumatoide, ha maggiori probabilità di ricadute dopo la sospensione dei farmaci biologici, e questo perché il tessuto che ricopre le articolazioni e che si infiamma in chi soffre di artriti, è più vascolarizzato. Questo significa che le cellule del sistema immunitario hanno più possibilità di raggiungere le articolazioni sostenendo i processi infiammatori».

Ecco perché per questi pazienti è importante eseguire un esame specifico: la biopsia sinoviale è l’unica analisi in grado di mostrare se siamo o meno davanti a una vera remissione. In futuro, però, la speranza è quella di riuscire a farne a meno, trovando un marcatore che permetta di vedere dentro le articolazioni del paziente.

DA R.IT - MEDICINA
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Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/


Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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