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speranza_ultima
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ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Volevo riportare in questa discussione le ultime ricerche fatte...


Salute: allo studio farmaci vegetali contro l’artrite reumatoide

Apremilast, nuovi risultati di Fase III positivi nel trattamento dell'artrite psoriasica

Psoriasi, nuove conferme di efficacia in fase III per secukinumab

L’«erba del tuono» funziona contro l’artrite reumatoide

Nuova scoperta sulle malattie autoimmuni

Importante scoperta per le malattie autoimmuni: ecco la molecola che regola la tolleranza del sistema immunitario

Malattie autoimmuni: nuove scoperte sui meccanismi

CNR: Scoperta l’ereditarietà del sistema immunitario

Nuove strade di ricerca per la tiroide autoimmune

Fibromialgia: frugando nella giungla delle possibili cause

Psoriasi: possibili sviluppi per un nuovo trattamento

Il ruolo dell’inquinamento nella genesi delle malattie autoimmuni

Scoperto un nuovo meccanismo delle malattie autoimmuni dalla ricerca Italiana

Nuova speranza per lo screening e il trattamento del lupus

Cellule B: studio potrebbe confermare corresponsabilità acutizzazione malattie autoimmuni

L'artrite reumatoide nuove prospettive terapeutiche

Artrite reumatoide, troppo poca prevenzione per le malattie correlate

Due molecole proteiche la causa di angiogenesi nell’artrite reumatoide

Ortensie per la cura di malattie autoimmuni

Un rimedio fitoterapico della Medicina Cinese efficace quanto il metotrexate per curare l’artrite reumatoide

Reazioni a cibi fermentati e lieviti spesso coinvolte nelle malattie autoimmuni

Quando il conto dell'autoimmunità è davvero salato

DIETA VEGANA E MALATTIE AUTOIMMUNI

Gene di parassita suino utile contro malattie autoimmuni

L’uva aiuta a prevenire artrite e artrosi

Scoperto il glutine "amichevole", speranza per i celiaci

Bromo essenziale per la vita

La Ricerca indica che i pazienti con artrite reumatoide sono ad elevato rischio di malattia renale

Gli scienziati sono riusciti a curare l’artrite reumatoide nei topi

Nuovo trattamento per le malattie autoimmuni

in aggiornamento
Ultima modifica di speranza_ultima il 19/09/2014, 13:39, modificato 26 volte in totale.
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speranza_ultima
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Salute: allo studio farmaci vegetali contro l’artrite reumatoide
martedì 29 aprile 2014, 15:21 di F.F.

Un’equipe del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Universita’ di Perugia, guidata da Domenico Delfino, e un gruppo vietnamita dell’Institute of Chemistry della Vietnam Academy of Science and Technology (VAST) di Hanoi, stanno lavorando a un progetto su farmaci di natura vegetale che si occupera’ di documentare gli effetti anti-artrite reumatoide. Il Ministero degli Esteri italiano ha approvato un finanziamento per il progetto. ”Il finanziamento, relativo al 2014, consentira’ di implementare le relazioni scientifiche tra i due Paesi ed estenderli in particolare all’attivita’ di altri campi come, per esempio, quello didattico”, ha detto Delfino, che e’ anche il coordinatore italiano del progetto. “L’ottenimento di buoni risultati potrebbe essere uno stimolo per la partecipazione di imprenditori umbri con l’opportunita’ di trovare accesso al mercato Vietnamita, che e’ estremamente vivace e in grande crescita”, ha detto Delfino. Alla base della ricerca c’e’ l’albero “Artocarpus tonkinensis” che cresce nelle regioni del Nord Vietnam al confine con la Cina. Il decotto delle sue foglie essiccate e’ utilizzato da molti secoli da una minoranza etnica vietnamita (i Mongh neri) per curare l’artrite e il mal di schiena. Durante la guerra che il Vietnam ha condotto contro la colonizzazione ad opera della Francia, questo rimedio naturale e’ stato portato all’attenzione di un gruppo di chimici, diretto prima dal professor Tran Van Sung e adesso dalla professoressa Trinh Thy Thuy dell’Institute of Chemistry della Vietnam Academy of Science and Technology (VAST) di Hanoi. Sung e i suoi collaboratori hanno isolato dal composto grezzo alcune sostanze con attivita’ antiproliferativa sui linfociti T attivati. Su questi composti purificati (chiamati TAT-2, TAT-6 ed LD3) il gruppo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Universita’ di Perugia ha iniziato nel 2006 una collaborazione con il gruppo Vietnamita, con l’inserimento e il finanziamento del progetto nel programma esecutivo Italia-Vietnam del Ministero degli Esteri per gli anni 2006-2008 come progetto di grande rilevanza. Il lavoro iniziale ha portato a documentare l’attivita’ antitumorale del composto TAT-2 contro la leucemia mieloide acuta e ad identificare 19 geni modulati dal composto stesso. In virtu’ di questi risultati il progetto e’ stato inserito come progetto “di Grande Rilevanza” nel programma esecutivo scientifico e tecnologico Italia-Vietnam 2014-2016 del Ministero degli Esteri e potra’ essere finanziato. Il progetto si occupera’ di documentare gli effetti anti-artrite reumatoide dei composti isolati e di validare l’estratto delle foglie di Artocarpus tonkinensis come “Functional Food” per uso commerciale.


questo è il link http://www.meteoweb.eu/2014/04/salute-a ... de/279761/

lascio anche questo link

http://www.corriere.it/salute/reumatolo ... b089.shtml

mi sembra interessante
Ultima modifica di speranza_ultima il 17/07/2014, 15:28, modificato 4 volte in totale.
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bagghi68
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da bagghi68 »

Bella questa discussione!!! brava speranza!! purtroppo l'articolo del corriere è disponibile solo in abbonamento ( almeno...a me dice così ) quindi non lo vedo!!
Mi piace pensare ai rimedi naturali....perché con i farmaci ufficiali io non ho risolto proprio nulla !! Sto disperatamente cercando di ridurre il corti...e puntualissima è ritornata la febbricola ed è ricomparso il mai dimenticato dolore ai pollici....oltre a tutto il resto!!
Secondo me c'é qualcosa che sfugge alla medicina allopatica...con tutto il rispetto...ma trovo molto stimolante pensare anche ai rimedi naturali!! Giusto per tenere allenati i neuroni!!
Intanto faccio il meto...secondo me inutilmente...e per ora non ho scelta!!!
Asma dall' età di 13 anni
orticaria cronica factizia dal 2004
Tiroidite autoimmune di Hashimoto dal 2005
psoriasi da aprile 2012
artrite psoriasica da luglio 2012 con trocanterite ed entesite bilaterale.
A fine 2012 diagnosi di sinovite cronica bilaterale coxofemorale.
Nel 2013 infiltrazioni di cortisone nelle coxofemorali ( 1 a sinistra, 3 a destra in due mesi!!) inizio a camminare col bastone.
Settembre 2013 riacutizzazione dell'artite.
Gennaio 2014 ARTROSCOPIA anca destra .
Luglio 2014 ennesima infiltrazione anca destra... acido ialuronico e ozono,,inutile! Cammino esclusivamente con due stampelle.
Settembre 2014 altre due infiltrazioni: piede sx e spalla dx .Inizio ENBREL.
Dicembre 2014 intervento di protesi totale anca destra..
Febbraio 2015 mollo le stampelle e riprendo ENBREL
Aprile 2015 riacutizzazione dell'artrite, sospendo ENBREL e passo a HUMIRA , segue seconda infiltrazione anca sinistra, inutile. Riprendo entrambe le stampelle.
Luglio 2015 riacutizzazione che coinvolge le spalle, segue seconda infiltrazione spalla destra e piede sinistro, non riesco più a usare le stampelle per percorsi lunghi. Sedia a rotelle.
Settembre 2015 terza infiltrazione spalla destra e prima spalla sinistra
Ottobre 2015 protesi totale anca sinistra. FINALMENTE CAMMINO!!!
Maggio 2016 nuova riacutizzazione. Sospendo Humira, inizio Cimzia.
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LauraD
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da LauraD »

Apremilast, nuovi risultati di Fase III positivi nel trattamento dell'artrite psoriasica

29 ottobre 2013

A quasi un mese dalla presentazione ad Istanbul, in occasione del 22esimo Congresso dell’Accademia Europea di Dermatologia e Malattie Veneree, dei dati dello studio ESTEEM 1 relativi all’efficacia di apremilast nel trattamento della psoriasi (1), sono stati presentati al congresso annuale dell’ACR (American College of Rheumatology) i risultati dello studio PALACE-4, che hanno mostrato come il trattamento di prima linea con apremilast, rispetto al placebo, abbia consentito il raggiungimento di risposte cliniche significative e di lunga durata nei pazienti affetti da artrite psoriasica (PsA) (2).

L’artrite psoriasica (AP) è una malattia reumatica infiammatoria cronica associata alla psoriasi. Più di un milione di individui ne sono affetti in USA e in Europa. Più del 30% dei soggetti affetti da psoriasi può sviluppare AP, che comporta lo sviluppo di processi infiammatori a carico delle articolazioni, prodromici all’insorgenza di fenomeni di degenerazione articolare.

Oltre alle lesioni psoriasiche cutanee, sintomi comuni dell’AP sono rappresentati dal dolore, dalla rigidità articolare e dalle tumefazioni che possono interessare solo alcune o un numero crescente di articolazioni, fino a coinvolgere il rachide. I disturbi articolari tipici dell’AP insorgono solitamente 10 anni dopo il manifestarsi della psoriasi e la prevalenza di questa condizione è sottostimata nella popolazione.

Sviluppato dall’americana Celgene, apremilast è una “small molecule” orale che inibisce l'attività della fosfodiesterasi 4 (PDE4) e modula la produzione di molteplici mediatori pro ed anti-infiammatori, tra cui il TNF-α, IL-23, IL-10 ed altre citochine.

Celgene, azienda produttrice del farmaco in questione, ha già portato a termine i primi 3 studi di fase III del programma clinico PALACE che avevano messo a confronto l’efficacia del farmaco vs placebo in pazienti con PsA precedentemente trattati con DMARDs, compresi quelli biologici (3).

Lo studio PALACE 4, nello specifico, ha mostrato come l’impiego di apremilast al dosaggio giornaliero di 20 mg di apremilast bis die sia stato associato al raggiungimento della risposta ACR 20 (ovvero ad un miglioramento percentuale del 20% dei segni e dei sintomi della PsA quali la presenza di articolazioni tumefatte e dolenti) in circa il 29% dei pazienti trattati con il farmaco.

Inoltre, la dose giornaliera di 30 mg bis die dell’inibitore della fosfodiesterasi 4 è risultata leggermente più efficace, con un 32% di pazienti trattati che hanno soddisfatto l’endpoint primario della risposta ACR 20. La proporzione di pazienti che ha raggiunto l’endpoint della risposta ACR 20 è stata significativamente migliore per entrambi i dosaggi testati del farmaco rispetto a quella osservata nel gruppo placebo (17%).

Dopo 16 settimane di trattamento i pazienti allocati al gruppo placebo sono stati sottoposti a trattamento attivo ed è stata avviata una fase di valutazione degli effetti del trattamento a lungo termine.
I risultati ad un anno hanno documentato il raggiungimento della risposta ACR 20 nel 53% dei pazienti allocati a trattamento con 20 mg di apremilast e nel 59% di quelli sottoposti al dosaggio maggiore del farmaco. Non solo: una proporzione significativa dei pazienti allocati al trattamento con uno dei due dosaggi di apremilast (rispettivamente il 14% e il 18%) ha raggiunto l’endpoint della risposta ACR 70.

Sul fronte “safety” non sono stati documentate novità rispetto a quanto già osservato nei trial precedenti: l’incidenza di AEs già noti è risultata più bassa nel range temporale compreso tra la 24esima e la 52esima settimana rispetto alle prime 24 settimane di trattamento. Diarrea (14,3%), nausea (12,6%), cefalea (10,1%), infezioni del tratto respiratorio alto (10,3%) e nasofaringiti (7,4%) sono risultati essere gli AEs più comuni, tutti di intensità lieve-moderata.

Celgene ha sottoposto negli USA alla FDA domanda di approvazione per l’impiego di apremilast nella PsA all’inizio di questo anno e si prevede una risposta dell’ente regolatorio statunitense per il mese di marzo del prossimo anno.

L’azienda ha, peraltro, completato poche settimane fa all’arruolamento di 500 pazienti nel trial di Fase III POSTURE, avente l’obiettivo di valutare l’efficacia del farmaco nella spondilite anchilosante, una condizione clinica che colpisce più di 2 milioni di persone negli USA e in Europa.
I risultati principali del trial POSTURE sono previsti per la prima metà del prossimo anno. Inoltre, nel corso del congresso ACR, sono stati presentati anche i risultati dello studio di Fase II sull’impiego di apremilast nella malattia di Behcet, già resi noti nel corso del congresso annuale EULAR la scorsa estate (4).

Informazioni relative al Programma PALACE
Gli studi PALACE 1, 2, 3 e 4 sono studi pivotal multicentrici di Fase III, in doppio cieco, controllati con placebo, a gruppi paralleli con due gruppi di pazienti sottoposti a trattamento attivo. Negli studi PALACE 1, 2 e 3, circa 1.500 soggetti sono stati randomizzati 1:1:1 per ricevere apremilast 20 mg due volte/die, 30 mg due volte/die o placebo dall'aspetto identico per 24 settimane, con una fase successiva di trattamento attivo fino a 52 settimane, seguita da una fase a lungo termine di valutazione della sicurezza nella quale tutti i pazienti sono stati trattati con apremilast. Gli studi PALACE 1, 2 e 3 hanno esaminato un'ampia gamma di pazienti con artrite psoriasica attiva, compresi i pazienti che erano stati trattati in precedenza con farmaci DMARD per via orale e/o con farmaci DMARD biologici, compresi i pazienti nei quali il trattamento precedente con un farmaco bloccante il fattore della i necrosi tumorale (TNF) aveva fallito. Lo studio PALACE 3 comprende un grande sottogruppo di pazienti con psoriasi con un interessamento cutaneo significativo.

Nello studio PALACE 4 oltre 500 pazienti naïve a DMARD sono stati randomizzati 1:1:1 per ricevere apremilast 20 mg due volte/die, 30 mg due volte/die o placebo dall'aspetto identico per 24 settimane, con una fase successiva di trattamento attivo fino a 52 settimane, seguita da una fase a lungo termine di valutazione della sicurezza nella quale tutti i pazienti sono stati trattati con apremilast.

L'endpoint primario degli studi PALACE 1, 2 3 e 4 è rappresentato dai criteri modificati dell'American College of Rheumatology per un miglioramento del 20% (ACR20) alla settimana 16. Gli endpoint secondari comprendono altre misure dei segni e dei sintomi, della funzionalità fisica, nonché gli outcome riportati dai pazienti alle settimane 16 e 24.

Complessivamente, il programma PALACE ad oggi rappresenta il programma sull'artrite psoriasica più completo ai fini delle sottomissioni regolatorie.

BIBLIOGRAFIA
1. http://www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=12454
2. Mease PJ et al. Abstract 310: Long-Term Safety and Tolerability Of Apremilast, An Oral Phosphodiesterase 4 Inhibitor, In Patients With Psoriatic Arthritis: Pooled Safety. Analysis Of Three Phase 3, Randomized, Controlled Trials. Presented at: the 2013 American College of Rheumatology Annual Meeting; Oct. 26-30, San Diego.
3. http://www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=11585
4. http://www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=11616
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LauraD
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da LauraD »

Non è un rimedio naturale ... solo ricerca.
Se ho sbagliato sezione ... spostatemiiiiii : Thumbup : : Mr green :
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LauraD
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Re: ULTIME RICERCHE

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speranza_ultima
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

brave ragazze, postiamo qui, tutto quello che troviamo di interessante, grazie

per bagghi ti faccio copia e incolla

L’«erba del tuono» funziona
contro l’artrite reumatoide

Il rimedio fitoterapico, della medicina tradizionale cinese, sarebbe efficace quanto un farmaco tradizionalmente usato per combattere la malattia
di Antonella Sparvoli

L’«erba del tuono»
L’artrite reumatoide si può combattere anche con le piante. A suggerirlo è uno studio pubblicato di recente sugli Annals of the Rheumatic Disease che punta i riflettori sull’«erba del tuono», un rimedio della medicina tradizionale cinese, che sarebbe non meno efficace del metotrexao, un farmaco di norma utilizzato nel trattamento di questa condizione. E come spesso accade, l’unione fa la forza perché estratto vegetale e farmaco insieme hanno portato a risultati ancora migliori.
Il confronto
La ricerca è stata coordinata da ricercatori cinesi del Peking Union Medical College Hospital che hanno messo a confronto metotrexato ed erba del tuono (un estratto vegetale della pianta Tripterigium wilfordii), in più di 200 pazienti con artrite reumatoide. Tre i gruppi di trattamento: ai primi è stata somministrata una dose da 12,5 mg di farmaco una volta a settimana; i secondi sono stati curati con 20 mg di erba del tuono tre volte al giorno e i terzi con entrambi i rimedi. La terapia è durata per circa sei mesi al termine dei quali i ricercatori ne hanno valutato gli effetti nel ridurre i sintomi di artrite. Ebbene metotrexato ed erba del tuono ne sono usciti alla pari, mentre la combinazione si è rivelata ancora più valida.
Limiti dello studio
Gli stessi autori ammettono, però, che lo studio ha qualche limite, a partire dal fatto che il dosaggio di metotrexato utilizzato in Cina (e nella ricerca) è inferiore a quello usato comunemente nei Paesi occidentali. «Non sappiamo se i risultati sarebbero stati diversi se avessimo usato il metotrexato a un dosaggio maggiore - osserva Xuan Zhang, che ha coordinato l’indagine -. Ciò sembra comunque improbabile visto che i livelli di risposta in questo trial sono stati molto maggiori rispetto a quanto riportato in precedenza in pazienti in condizioni simili, trattati con lo stesso farmaco». Sebbene i pazienti siano stati seguiti per solo sei mesi, e quindi non siano disponibili dati sull’efficacia dei diversi approcci nel lungo termine, i ricercatori contano di rimediare, seguendo gli stessi soggetti per altri due anni per raccogliere dati sulla progressione della malattia.
L’erba del tuono
Il rimedio fitoterapico protagonista dello studio viene da tempo utilizzato in Cina per i suoi effetti su dolore articolare, infiammazione locale, gonfiore e febbre, dunque non stupiscono i risultati positivi ottenuti nell’artrite reumatoide che è caratterizzata proprio da questi disturbi. La pianta contiene numerosi composti attivi, ma quelli su cui è puntata maggiormente l’attenzione sono i diterpenoidi. «Gran parte dell’attività antinfiammatoria e immunoregolatoria dell’estratto di Tripterigium wilfordii è legata alla capacità di alcuni diterpenoidi maggiori di sopprimere sostanze che possono stimolare l’infiammazione, come alcune citochine» fa notare Xuan Zhang. L’estratto di erba del tuono viene preparato a partire dalle radici della pianta che vengono pelate. Altre parti, comprese foglie, fiori e rivestimento delle radici sono molto velenose e potenzialmente mortali. Quindi la cautela è d’obbligo, come ricordano gli esperti del National Center for Complementary and Alternative Medicine.
7 maggio 2014 | 09:38
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:05, modificato 2 volte in totale.
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speranza_ultima
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Nuova scoperta sulle malattie autoimmuni
Scoperto il ruolo di una molecola chiamata caspase-8. Per i ricercatori dell'University Health Network's Advanced Medical Discovery Institute dell'Ontario, in Canada, ''assume un ruolo fondamentale nel determinare la risposta immunitaria, controllando le modalita' di attivazione delle cellule T in presenza di un infezione''. Le cellule T sono globuli bianchi con il compito di riconoscere e combattere i virus e batteri estranei. E una volta completato il loro lavoro le cellule T vengono eliminate con un processo chiamato apoptosi o morte cellulare. ''Ma se finora la caspase-8 era considerata determinante in questo processo di eliminazione - riferiscono gli scienziati su Genes and Development - ora abbiamo scoperto la sua importanza anche nell'attivazione del sistema immunitario''.
''Quando si inibisce la produzione di questa molecola, infatti - spiega il coordinatore della ricerca, Razqallah Hakem - la risposta immunitaria risulta particolarmente diminuita''. Si tratta di un ulteriore passo in avanti nella comprensione di questa sostanza, ''anche se e' impossibile determinarne gli effetti in vivo, visto che se si cancella la caspase-8 gli embrioni muoiono''. Secondo i ricercatori la comprensione dell'esatto ruolo di questa molecola potra' essere decisivo nella lotta ad alcuni disordini autoimmuni come la sclerosi multipla o il lupus e il diabete di tipo I.


http://www.italiasalute.it/4393/Nuova-s ... mmuni.html
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:06, modificato 2 volte in totale.
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da bagghi68 »

anche Artocarpus tokinensis è oggetto di ricerca...però è una roba naturalissima....secondo me questa è la sezione giusta!!!
Grazie L. per lo studio che hai riportato!! È che la mia mente sta viaggiando oltre il farmaco....oltre l'analisi dell'effetto biologico sui recettori di citochine ed interleuchine...oltre i leucotrieni e gli anticorpi monoclonali....insomma...oltre!!!!
La mia mente forse sta andando troppo oltre.....SPOSTATE ME!!! RIPORTATEMI SULLA TERRA PLEEEEEEEEASE!!!
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psoriasi da aprile 2012
artrite psoriasica da luglio 2012 con trocanterite ed entesite bilaterale.
A fine 2012 diagnosi di sinovite cronica bilaterale coxofemorale.
Nel 2013 infiltrazioni di cortisone nelle coxofemorali ( 1 a sinistra, 3 a destra in due mesi!!) inizio a camminare col bastone.
Settembre 2013 riacutizzazione dell'artite.
Gennaio 2014 ARTROSCOPIA anca destra .
Luglio 2014 ennesima infiltrazione anca destra... acido ialuronico e ozono,,inutile! Cammino esclusivamente con due stampelle.
Settembre 2014 altre due infiltrazioni: piede sx e spalla dx .Inizio ENBREL.
Dicembre 2014 intervento di protesi totale anca destra..
Febbraio 2015 mollo le stampelle e riprendo ENBREL
Aprile 2015 riacutizzazione dell'artrite, sospendo ENBREL e passo a HUMIRA , segue seconda infiltrazione anca sinistra, inutile. Riprendo entrambe le stampelle.
Luglio 2015 riacutizzazione che coinvolge le spalle, segue seconda infiltrazione spalla destra e piede sinistro, non riesco più a usare le stampelle per percorsi lunghi. Sedia a rotelle.
Settembre 2015 terza infiltrazione spalla destra e prima spalla sinistra
Ottobre 2015 protesi totale anca sinistra. FINALMENTE CAMMINO!!!
Maggio 2016 nuova riacutizzazione. Sospendo Humira, inizio Cimzia.
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

questa è un po ' datata

Importante scoperta per le malattie autoimmuni: ecco la molecola che regola la tolleranza del sistema immunitario
Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.09.2011

Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Leukocyte Biology dimostra come l’intestino umano crea e mantiene la ‘tolleranza immunitaria’ in buone condizioni

Immaginate un singolo farmaco che tratta la maggior parte, se non tutte, le malattie autoimmuni, come l’asma, le malattie infiammatorie intestinali, e il Lupus. Potrebbe essere possibile grazie ad un team di ricercatori che hanno scoperto una molecola normalmente usato dal corpo per evitare inutili reazioni immunitarie. Questa molecola, che si pronuncia “alpha beta v 6,”, è responsabile per non fare reagire in maniera eccessiva il nostro sistema immunitario al passaggio del cibo, e può essere la nuova chiave che sblocchi una serie di terapie per le malattie autoimmuni.

“Attualmente non abbiamo metodi speciali per il trattamento delle malattie immunitarie più importanti; tutto quello che possiamo fare è inibire temporaneamente i sintomi clinici di queste malattie,” ha detto Ping Chang-Yang, un ricercatore coinvolto nel lavoro del Dipartimento di Patologia Molecolare e Medicina della McMaster University in Ontario, Canada. “I nostri risultati potrebbero potenzialmente ricalibrare la tolleranza del sistema immunitario in modo da indurlo a ‘correggere’ le condizioni patologiche in corso da solo.”

Gli scienziati hanno fatto questa scoperta nei topi, quando si accorsero che il loro intestino produceva l’alphavbeta6, quando ad assorbiva il cibo. Alphavbeta6, insieme con il cibo assorbito, ha indotto il corpo a produrre cellule immunitarie tolleranti, che hanno assicurato che il cibo non causasse una reazione eccessiva del sistema immunitario. I ricercatori hanno poi generato alphavbeta6 utilizzando cellule in coltura intestinali e hanno scoperto che potrebbero essere utilizzate per generare le cellule tolleranti del sistema immunitario necessarie per ridurre o eliminare reazioni immunitarie fuori controllo.

“Lo sviluppo di nuovi trattamenti e cure per le malattie è di solito un lungo processo che coinvolge una serie di piccoli passi ” ha dichiarato John Wherry vicedirettore del Journal of Leukocyte Biology. “A volte, tuttavia, gli scienziati fanno grandi salti in avanti. Mentre rimane il lavoro considerevole per stabilire se questa scoperta si traduca direttamente in nuove terapie, la scoperta alphavbeta6 riportata da questi scienziati è emozionante, se non straordinaria”.


http://gaianews.it/salute/importante-sc ... 39jNHJ_s8o
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:09, modificato 3 volte in totale.
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

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bagghi68 ha scritto:anche Artocarpus tokinensis è oggetto di ricerca...però è una roba naturalissima....secondo me questa è la sezione giusta!!!
Grazie L. per lo studio che hai riportato!! È che la mia mente sta viaggiando oltre il farmaco....oltre l'analisi dell'effetto biologico sui recettori di citochine ed interleuchine...oltre i leucotrieni e gli anticorpi monoclonali....insomma...oltre!!!!
La mia mente forse sta andando troppo oltre.....SPOSTATE ME!!! RIPORTATEMI SULLA TERRA PLEEEEEEEEASE!!!
no cara, viaggia e ricerca, magari trovi qualcosa di veramente valido : RedFace :
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:12, modificato 2 volte in totale.
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Malattie autoimmuni: nuove scoperte sui meccanismi

Scoprire il funzionamento delle malattie autoimmuni rappresenta per la comunità scientifica un importante tassello per la cura di numerose patologie.

A questo proposito un team di ricercatori italiani dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona, del Laboratorio di Biologia Cellulare e Molecolare dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI) con sede a Roma e coordinati dalla dottoressa Giovanna Zambruno e dal professor Antonio Lanzavecchia, è stato in grado di isolare numerose molecole, responsabili di molte malattie della pelle e tra queste, un “auto-anticorpo”, il pemfigo.

Essi ne hanno verificato il funzionamento e le modalità messe in atto durante la sua mutazione, necessaria per trasformarsi in un potente nemico dell’organismo. Nella normalità, infatti, gli anticorpi, sono alleati delle difese immunitarie, deputati ad attaccare batteri e virus dannosi per organi e tessuti, mentre in questo caso, la sua azione, può scatenare la formazione di bolle e vesciche ovunque sul corpo, anche sulle mucose e quindi nella bocca e in alcuni organi interni.

Stabilire, grazie a moderne tecnologie, quale sia la sequenza delle sue mutazioni, ha permesso all’equipe di scienziati di poter guardare al futuro per lo sviluppo di

“Futuri test e per aprire la strada a nuove cure.”


http://yourself.pianetadonna.it/malatti ... eccanismi/
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:13, modificato 4 volte in totale.
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CNR: Scoperta l’ereditarietà del sistema immunitario
26 settembre 2013
Comunicato stampa - Il numero di cellule del sistema immune ha anche una base genetica. Lo studio dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr sulla popolazione sarda, pubblicato su Cell, ha identificato ben 23 varianti genetiche associate alle patologie autoimmuni, dischiudendo importanti scenari terapeutici

Roma, 26 settembre 2013 - Il sistema immunitario è un complesso network di cellule, tessuti e organi che lavorano insieme per combattere gli agenti patogeni. Il numero delle cellule immuni è particolarmente importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per il nostro stato di salute, ma non era chiaro se esso dipendesse semplicemente dalla reazione rispetto alle infezioni o se fosse anche soggetto a fattori genetici. Il gruppo di ricerca guidato da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) di Cagliari e professore di Genetica medica presso l’Università di Sassari, ha evidenziato come anche la genetica gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dei livelli circolanti di cellule del sistema immunitario. La ricerca ‘Genetic variants regulating immune cell levels in health and disease’ è stata pubblicata su Cell con oltre 30 autori italiani quali primi e ultimi firmatari, a poche settimane di distanza da un’altra pubblicazione dello stesso gruppo su Science.

“Obiettivo dello studio è capire se e in che misura le cellule circolanti del sistema immune siano ereditate per linea famigliare e quali geni siano eventualmente implicati”, afferma Serena Sanna, ricercatrice dell’Irgb-Cnr che ha coordinato le analisi statistiche. “I risultati del lavoro hanno dimostrato che i livelli delle cellule hanno una forte base ereditaria e, ad avvalorare questa tesi, sono stati identificati numerosi siti del genoma umano coinvolti in tale regolazione genetica”.

Il team di ricercatori ha analizzato il ruolo dei geni nella regolazione dei livelli di circa 100 differenti tipi cellulari attraverso uno studio di associazione condotto in un totale di 2.870 individui provenienti da quattro paesi della Sardegna e appartenenti al progetto ProgeNIA/SardiNIA, che studia le basi genetiche di oltre 800 parametri di rilevanza biomedica. In questo studio inoltre il profilo genetico individuale è stato esaminato a un livello di risoluzione senza precedenti, grazie al sequenziamento dell’intero genoma di molti individui inclusi nello studio.
“La ricerca coniuga per la prima volta due aree di indagine separate: l’analisi cito-fluorimetrica per l’esame dettagliato dei livelli delle cellule del sistema immune e il profilo genetico degli individui esaminati, chiarendo così importanti aspetti della regolazione genetica dei livelli delle cellule del sistema immunitario”, spiega Valeria Orrù, ricercatrice dell’Irgb-Cnr.

“Sono state identificate 23 varianti genetiche indipendenti associate a particolari cellule immunitarie, in maggior parte nuove, sebbene alcune fossero già state proposte in altri studi ma senza una solida significatività statistica”, aggiunge Maristella Steri, statistico presso l’Irgb-Cnr. I ricercatori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con i dati presenti in database pubblici scoprendo che in alcuni casi questi geni erano già associati a celiachia e malattie autoimmuni come colite ulcerosa, diabete di tipo I, sclerosi multipla, artrite reumatoide. “Individuare i geni che influenzano le cellule del sistema immunitario e il rischio di insorgenza di patologie autoimmuni è il primo passo per intraprendere studi funzionali mirati alla caratterizzazione dei complessi meccanismi che regolano il sistema”, sottolinea Edoardo Fiorillo, ricercatore dell’Irgb-Cnr.

Studi precedenti dello stesso Istituto, nell’ambito del progetto ProgeNIA/SardiNIA, hanno identificato geni associati ad altezza, glicemia, colesterolo, lipidi ematici e parametri ematologici come l’emoglobina fetale. “Uno dei punti di forza della nostra ricerca è la popolazione oggetto dello studio”, conclude Francesco Cucca. “I sardi rappresentano una popolazione ideale per gli studi di genetica, con risultati che spesso hanno una valenza più generale per il resto dell’umanità: in questo caso, capire come la genetica regoli il sistema immunitario e l’autoimmunità ci avvicina allo sviluppo di terapie nuove e più efficaci per il trattamento di patologie autoimmuni”.


http://www.lescienze.it/lanci/2013/09/2 ... o-1824682/
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speranza_ultima
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Nuove strade di ricerca per la tiroide autoimmune
Una studiosa italiana di origine palermitana, Sonia Quaratino, ha scoperto all'Università di Southampton, nel Regno Unito, una nuova strada nella ricerca delle malattie autoimmuni e in particolare della tiroidite autoimmune (Hashimoto) che è la più frequente malattia autoimmune del mondo occidentale e del Giappone.
La Ricerca, effettuata dal team di Sonia Quaratino del Cancer Research UK Oncology Unit, è stata pubblicata da Nature Medicine del 1 settembre, la rivista più prestigiosa nell'ambito della medicina.
Le malattie autoimmuni quali la tiroidite, la sclerosi multipla, l'artrite reumatoide, il diabete, ecc., colpiscono circa il 10 per cento della popolazione. In particolare, nella tiroidite autoimmune un terzo dei pazienti è o diventa resistente alle attuali terapie a base di tiroxina.
Il gruppo guidato dalla studiosa italiana ha clonato un gene, precisamente il recettore T cellulare, TCR, dalle cellule bianche di una donna malata di tiroidite. Il gene clonato è stato inserito nel genoma di un topo. Diventato adulto, l'animale ha sviluppato spontaneamente la tiroidite autoimmune così come la paziente, con gli stessi sintomi quali obesità e disfunzioni metaboliche. L'eccezionale scoperta si rivela molto importante per più motivi: innanzitutto è la prima volta che un singolo gene umano (recettore T cellulare) dà origine a una malattia umana con identico quadro istologico e funzionale. Con questo modello transgenico si può capire in quale modo la malattia abbia inizio e seguirla nel suo corso cercando di bloccarla o addirittura prevenirla. Altro motivo di eccezionalità della ricerca consiste nel fatto che sarà possibile testare nuovi farmaci su modelli di topo seguendo l'evoluzione della malattia. Un fatto estremamente rilevante è che per la prima volta un modello di topo ha sviluppato una malattia spontaneamente con gli stessi sintomi della malattia umana: fino ad ora, infatti, esistevano pochi modelli murini spontanei di autoimmunità. La maggior parte di essi veniva indotta sperimentalmente iniettando antigeni insieme al Mycobacterium tuberculosis che attiva il sistema immunitario. Le malattie indotte però, di solito molto acute, si risolvono nel giro di tre settimane cosa che invece non è avvenuto nei topi trattati dal gruppo della studiosa italiana.


http://www.italiasalute.it/6288/Nuove-s ... mmune.html
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Messaggio da bagghi68 »

grazie speranza!!!!!! sei una fonte inesauribile!!!
Asma dall' età di 13 anni
orticaria cronica factizia dal 2004
Tiroidite autoimmune di Hashimoto dal 2005
psoriasi da aprile 2012
artrite psoriasica da luglio 2012 con trocanterite ed entesite bilaterale.
A fine 2012 diagnosi di sinovite cronica bilaterale coxofemorale.
Nel 2013 infiltrazioni di cortisone nelle coxofemorali ( 1 a sinistra, 3 a destra in due mesi!!) inizio a camminare col bastone.
Settembre 2013 riacutizzazione dell'artite.
Gennaio 2014 ARTROSCOPIA anca destra .
Luglio 2014 ennesima infiltrazione anca destra... acido ialuronico e ozono,,inutile! Cammino esclusivamente con due stampelle.
Settembre 2014 altre due infiltrazioni: piede sx e spalla dx .Inizio ENBREL.
Dicembre 2014 intervento di protesi totale anca destra..
Febbraio 2015 mollo le stampelle e riprendo ENBREL
Aprile 2015 riacutizzazione dell'artrite, sospendo ENBREL e passo a HUMIRA , segue seconda infiltrazione anca sinistra, inutile. Riprendo entrambe le stampelle.
Luglio 2015 riacutizzazione che coinvolge le spalle, segue seconda infiltrazione spalla destra e piede sinistro, non riesco più a usare le stampelle per percorsi lunghi. Sedia a rotelle.
Settembre 2015 terza infiltrazione spalla destra e prima spalla sinistra
Ottobre 2015 protesi totale anca sinistra. FINALMENTE CAMMINO!!!
Maggio 2016 nuova riacutizzazione. Sospendo Humira, inizio Cimzia.
Plantari per i piedi e busto per la schiena.
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Messaggio da LauraD »

http://news.doccheck.com/it/1365/fibrom ... ili-cause/

Bello questo articolo ...

Vale 5 minuti di lettura.
: Sailor : : Thumbup :
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da LauraD »

Ultime ricerche psoriasi:

chissà ...
http://www.lastampa.it/2013/12/09/scien ... agina.html

: Thumbup :
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speranza_ultima
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

LauraD ha scritto:Ultime ricerche psoriasi:

chissà ...
http://www.lastampa.it/2013/12/09/scien ... agina.html

: Thumbup :
Questo articolo è importantissimo e fa sperare che si possano risolvere oltre alla psoriasi altre malattie legate al malfunzionamento del sistema immunitario,
grazie LauraD : Thumbup :
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Re: ULTIME RICERCHE

Messaggio da speranza_ultima »

Il ruolo dell’inquinamento nella genesi delle malattie autoimmuni
15 MAGGIO 2014 07:410 COMMENTIVIEWS: 26DI: SOFIA MARTINI

Il numero delle malattie autoimmuni ha subito un notevole incremento negli ultimi anni, ma questo fenomeno potrebbe essere collegato ad una maggiore capacità di riconoscere tali patologie e di emettere delle diagnosi nel corso del tempo, grazie anche alla scoperta di tecniche mediche più evolute del passato. Tra queste malattie quelle che si riscontrano più di frequente sono la sclerodermia, l’artrite reumatoide e il lupus.

Le malattie del gruppo autoimmune sono in realtà dovute a diversi fattori, tra i quali è possibile riconoscere anzitutto una predisposizione genetica, che può contribuire all’aumento del numero di casi all’interno della stessa famiglia.

La causa genetica non basta però da sola a giustificare tutta la grande diffusione che stanno avendo queste patologie. Intervengono infatti di volta in volta anche altri fattori, tra cui è stato riconosciuto ad esempio il fumo di sigaretta per l’artrite reumatoide.

Tra le cause delle malattie autoimmuni è stato da tempo chiamato in causa anche l’inquinamento, sebbene non vi siano ancora prove così certe come in altri casi, come cioè per il fumo.

Un numero crescente di studi medici richiama però l’attenzione sul ruolo svolto dalle polveri sottili legate ai gas di scarico delle automobili. Possono avere un ruolo nella formazione di queste patologie anche vari tipi di inquinanti industriali, come solventi, resine e pesticidi, ma anche silicone e metalli pesanti nel caso particolare della stessa sclerodermia.

Deve essere segnalato, infine, il caso particolare degli xerioestrogeni, un gruppo specifico di composti chimici rappresentato da sostanze naturali che possono essere presenti negli alimenti o negli ambienti. Queste sostanze sono pericolose perché possono agire come ormoni e influenzare il sistema immunitario.

http://www.aciclico.com/salute/il-ruolo ... mmuni.html

domenica 13 aprile 2014
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Re: ULTIME RICERCHE

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domenica 13 aprile 2014

Scoperto un nuovo meccanismo delle malattie autoimmuni dalla ricerca Italiana

Un gruppo di malattie subdole e difficili da diagnosticare. Mi riferisco alle malattie autoimmuni, che colpiscono piu' frequentemente le donne in giovane età. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Verona coordinati da Gabriela Constantin, docente di Patologia generale del Dipartimento di patologia e diagnostica hanno scoperto un meccanismo chiave, che potrebbe aprire nuovi scenari per la terapia. Scoperta Tim-1, ovvero T-cell immunoglobulin and mucin domain molecule 1, una glicoproteina presente sulle cellule T , con un ruolo chiave nella patogenesi (TIM-1 Glycoprotein Binds the Adhesion Receptor P-Selectin and Mediates T Cell Trafficking during Inflammation and Autoimmunity) . Come descritto sulla rivista Immunity , i ricercatori Italiani, in collaborazione con le Università di Harvard e Madrid e con l’azienda statunitense Biogen, hanno scoperto che Tim-1 è in grado di mediare l'adesione dei linfociti alla parete dei vasi sanguigni e la successiva migrazione nei tessuti bersaglio. E che il suo blocco impedisce la formazione di focolai infiammatori e il conseguente danno tissutale in vari organi. In particolare, il meccanismo identificato dal gruppo veronese gioca un ruolo fondamentale in malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale come la sclerosi multipla. La ricerca è stata finanziata dallo European Research Council e dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla. I fattori scatenanti la sclerosi multipla non sono noti con certezza, ma evidenze cliniche e sperimentali indicano la presenza di una reazione immunitaria che ha come bersaglio la mielina che riveste i neuroni, compromettendone la capacità di condurre impulsi elettrici. All’infiltrazione dei linfociti nel tessuto cerebrale si correlano i segni clinici e neurologici tipici della malattia, e il blocco della migrazione linfocitaria all’interno del cervello studiata dei ricercatori veronesi rappresenta un potente approccio terapeutico sia nella sclerosi multipla sia in altre malattie autoimmuni. I risultati dello studio italiano, infatti, potrebbero essere utili anche in altre malattie neurologiche associate a uno stato infiammatorio, per esempio la malattia di Alzheimer. ''Non sono uno scienziato, ma ho preso informazioni: la scoperta di uno dei principali meccanismi alla base di molte patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla, realizzata dal team di giovanissimi ricercatori dell'Universita' di Verona, e' di quelle per le quali tutto il mondo e milioni di malati dovranno ringraziare la qualita' della ricerca che si fa in Veneto''. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto saluta lo straordinario esito del lavoro, durato 7 anni.
Allo studio hanno partecipato Stefano Angiari, primo autore dello studio e che ha contribuito maggiormente alla fase di sperimentazione, Tiziano Donnarumma, Barbara Rossi, Silvia Dusi, Enrica Pietronigro, Elena Zenaro, Simona Budui, Vittorina Della Bianca e Gennj Piacentino.


http://noteesalute.blogspot.it/2014/04/ ... delle.html
Ultima modifica di speranza_ultima il 16/07/2014, 14:36, modificato 3 volte in totale.
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