La Storia del Jazz: 2 NEW ORLEANS DIXIELAND CHICAGO

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Vincenzo
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Iscritto il: 19/06/2011, 23:28

La Storia del Jazz: 2 NEW ORLEANS DIXIELAND CHICAGO

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New Orleans – Dixieland - Chicago

Agli inizi del 900 New Orleans era un coacervo di etnie e, insieme alla gente si mescolarono diversi generi musicali dal momento che per le sue strade si eseguivano musiche popolari inglesi, marce militari, marce francesi e musiche spagnole mescolate con i canti religiosi di chiese battiste, metodiste e cattoliche. Nelle strade si esibivano poi le Marching Band durante i funerali e durante il carnevale mescolando sacro e profano. Si aggiungono a queste le worksong dei lavoratori (schiavi) delle campagne, gli spirituals e i blues.

Era una citta' famosa per le sale da gioco, i bordelli di lusso, i locali notturni, i battelli fluviali da crociera, il carnevale del Mardi Gras, ma anche per la folla di mendicanti, vagabondi, imbroglioni e prostitute che brulicava nelle sue strade e per i bugigattoli fumosi dove si beve birra ("Dixie") a ritmo di boogie, frequentati dalla teppaglia locale e da marinai di passaggio. Nel primo Ottocento era la citta' piu' musicale del continente, l' unica a poter vantare continuamente spettacoli d' opera, concerti classici e balli sociali. La popolazione era di circa 30.000 abitanti, delle quali almeno 12.000 neri. Unica nel Nuovo Mondo, la citta' aveva una rigida struttura di caste: bianchi, mulatti e neri appartenevano a tre classi sociali nettamente separate.

Le bande di ottoni di New Orleans erano una delle attrazioni pittoresche della citta'. Picnic nei parchi, parate cittadine, funzioni religiose, celebrazioni patriottiche e ogni sorta di manifestazioni pubbliche, erano sempre accompagnate da una banda marciante, una tradizione ereditata dai francesi. Anche queste bande erano composte di poche unita', al piu' una dozzina, ma preferivano i fiati agli archi (trombe, cornette, corni, tromboni, tuba, clarinetti) e facevano uso di percussioni. In occasione dei balli di societa' comunque molte di queste bande si trasformavano velocemente in orchestre da ballo, sostituendo gli strumenti a fiato con quelli ad archi.

La piu' pittoresca delle tradizioni di New Orleans era il funerale. La bara veniva accompagnata al cimitero da una banda (come in Europa) che suonava qualche inno religioso. Dopo la sepoltura invece la banda, a debita distanza dal luogo sacro, intonava un ragtime e i passanti si aggregavano alla marcia danzando in mezzo alla strada. Spesso il ragtime era un inno sacro rifatto in maniera sacrilega. La funzione religiosa veniva cosi' irrisa e la morte esorcizzata. Le due bande piu' famose del tempo furono l' Excelsior e l' Onward. Non esiste alcuna incisione, ma si ritiene che esse suonassero uno stile molto prossimo al blues.

Al principio del secolo si diffusero le competizioni fra le varie bande cittadine. Durante queste "olimpiadi" si mettevano in luce i suonatori piu' originali. Alcuni divennero leggendari per la loro bravura. La tromba di Charles “Buddy” Bolden fu certamente la piu' riverita. Bolden batte' la concorrenza grazie ad un sound piu' originale che mischiava elementi di blues e ragtime e che consentiva ai musicisti di improvvisare. Il codice di segregazione del 1894, che ghettizzo' anche i creoli, e l' istituzione di Storyville del 1897 sconvolsero gli equilibri della citta': i creoli, che sapevano leggere la musica, vennero a contatto con i neri, che suonavano d' istinto; Storyville indusse una selezione naturale, perche', grazie ai suoi alti salari, attiro' tutti e soli i musicisti migliori. "Basin street" divenne il centro della musica di colore, e la "Tuxedo Hall" la sala da ballo per eccellenza.

Lo stile cosi detto New Orleans nacque nello Storyville (quartiere dei bordelli e dei locali) dove i musicisti si ritrovavano ed avevano modo di esprimersi ed iniziare la loro carriera oltre che guadagnare quel poco che occorreva per sopravvivere. Questo stile è caratterizzato da improvvisazioni su semplici armonie e le band erano formate prevalentemente dalla sezione ritmica (rullante e poi batteria, washboard o banjo e poi chitarra, contrabbasso) e da tre strumenti a fiato importanti (cornetta sostituita poi dalla tromba, trombone e clarinetto) che eseguivano la parte improvvisata. Lo schema generale prevedeva che la cornetta conducesse la melodia, il clarinetto suonasse una contro-melodia, il trombone facesse il contrappunto piu' basso.
Gli esponenti principali di questo stile furono:
Jelly Roll Morton (pseudonimo di Ferdinand Joseph LaMenthe) che comincio' a suonare il pianoforte a Storyville all' eta' di diciassette anni. Dal 1904 decise di portare in giro per il Sud il suo stile barrelhouse. Per vent' anni fu quindi un vagabondo della musica. Compose "Frog-I-More-rag", "The naked dance", "Kansas City stomp", "King Porter stomp", "Wolverine blues" e (forse) "Tiger rag" primo brano inciso su disco di vinile e attribuito però a un italo-americano, Nick La Rocca. Poi vennero i classici che lo imposero come il primo vero compositore di jazz. Fu certamente uno dei primi a saper scrivere la musica.
Joe King Oliver aveva suonato in un po' tutte le principali brass band, ed aveva esordito nell' orchestra di William Johnson, la New Orleans Original Band che si esibiva al Royal Gardens dal 1917. La Creole Jazz Band l' aveva formata nel 1920, gia' famoso per il suo stile alla cornetta. Nel 1922 Oliver aveva chiamato al suo fianco Louis Armstrong, stabilendo una formazione con due cornette, clarinetto, trombone, banjo, piano e batteria. Quel complesso tenne per cinque anni il primato del jazz. Lo stile di Oliver divenne leggendario per il suo accanimento nell' usare bottiglie, bicchieri, tazze e persino secchieli nella campana dello strumento per ottenere suoni sempre piu' emotivi. Il declino ebbe inizio nel 1926, quando il complesso mutò nome in "Dixie Syncopators".

Louis Armstrong cantava da bambino per qualche penny sui marciapiedi di New Orleans. Nel 1914 si iscrisse ad una scuola di musica ed apprese a suonare diversi strumenti, dimostrando una spiccata propensione per la cornetta. Fu con tale strumento che si mise in evidenza nella brass band Home prima e in diversi nightclub poi. Nel 1918 prese il posto di Oliver nell' orchestra di Kid Ory e nel 1922 Oliver lo chiamo' a Chicago a suonare la seconda cornetta nella Creole Jazz Band. Con lui incise "Dipper mouth blues". A partire dal 1924, quando lasciò Oliver per trasferirsi a New York e suonare con Fletcher Henderson, Armstrong si rivelò come il primo grande solista del jazz, subito adorato dal pubblico ed imitato dai colleghi. Incise altri suoi classici, come "Copenaghen". Torno' a Chicago nel 1925, conquistando rapidamente il carisma del più grande jazzista vivente, fino a diventare simbolo vivente della musica nera a livello mondiale. "Cake walking babies from home", "West end blues", "Weather bird", "Mahogany hall stomp", "When the saints go marchin in" furono alcuni dei più grandi successi dell' epoca.

Sin dalle origini il jazz non è stato prerogativa dei neri. Già sul nascere, infatti, numerose "bands" bianche suonavano alla maniera di New Orleans. La mitica figura di Papa Jack Lane ci rivela, anzi, che erano frequenti le "gare" tra bands bianche e nere. Il modo di suonare dei bianchi era più razionale, più costruito, più individuale, anche se, in molti casi, meno spontaneo ed istintuale rispetto al modo di suonare dei neri. I bianchi del Dixieland rafforzarono la ricerca del suono pulito, la completezza e la linearità delle linee melodiche dell'improvvisazione, la riconoscibilità dei temi, la cantabilità degli a solo e, soprattutto, l'individualità e l'espressività del solista. Le orchestre come la Original Dixieland Jazz Band o la New Orleans Rhythm Kings si esibivano con regolarità nei grandi locali ed avevano più possibilità di quelle nere di accreditare l'immagine del jazz presso il grande pubblico. Con il termine Dixieland viene quindi definito il particolare modo di suonare lo stile New Orleans da parte dei bianchi.Quando i confini tra bianchi e neri, almeno a livello musicale, si attenuarono, con la nascita delle bands miste, venne finalmente alla luce la vera peculiarità della musica jazz, ovvero il fatto di essere una musica nata dall'incontro di due diverse espressioni culturali americane, quella nera e quella bianca, nel cui tracciato si è sviluppata. Uno degli esponenti più importanti di questo stile fu certamente il cornettista Bix Beiderbecke (morto a soli 29 anni) che è stato unanimemente riconosciuto come il più grande cornettista bianco.
Chicago divenne, alla fine del primo decennio del '900, il rifugio dei musicisti che, rimasti senza lavoro a causa della chiusura dello Storyville di New Orleans (voluta dalle autorità militari statunitensi all'entrata in guerra degli U.S.A. per non turbare i militari di leva nella città), vi trovarono ospitalità nei numerosi club, music-hall e locali.

Nella southside di Chicago, il quartiere nero, si sviluppò una fervente attività musicale e jazzistica. Qui vennero incisi i primi capolavori del jazz da parte delle bands guidate da King Oliver, poi da Louis Armstrong, Johnny Dodds, Jelly Roll Morton, Jimmie Noone .
Contemporaneamente a questa massiccia affermazione dello stile di New Orleans a Chicago, un gruppo di musicisti bianchi, dilettanti e professionisti maturò una propria interiorizzazione del jazz suonato dai neri, dando vita ad uno stile proprio, lo stile di Chicago.
Partendo dal modello di improvvisazione collettiva dello stile New Orleans, a poco a poco, la sensibilità bianca derivata dai modelli musicali europei e folcloristici dello hillbilly e shiffle introdusse soluzioni armoniche più raffinate e sempre crescendo, la valorizzazione dell'elemento solistico che all'apice dello stile di Chicago, si tradurrà nella preponderanza dell'improvvisazione del singolo e nella dominazione del sassofono, nonché nella nascita delle grosse formazioni (Big Bands ), annunciando il jazz degli anni trenta e lo stile Swing. Tra i solisti di spicco: Bix Beiderbecke, Bud Freeman, Pee Wee Russell, Muggy Spainer .
Chicago fu, dunque, un centro che segnò profondamente l'evoluzione del jazz e rimase costantemente un importante punto di riferimento per i musicisti, tanto è vero che, negli anni '60, diverrà uno dei più importanti luoghi in cui si cristallizzeranno le tendenze d'avanguardia musicalmente e politicamente più radicali della cultura nero-americana.

Discografia minima: risulta complicato fornire i titoli degli album, per alcuni musicisti le incisioni o non ci sono o sono molto danneggiate mentre per Armstrong la produzione è sterminata, si danno pertanto i nomi degli esponenti più significativi di questo genere lasciando ad ognuno la scelta dei titoli con la solita avvertenza di evitare, per quanto possibile, l’acquisto di compilation. Un acquisto interessante riguarda Armstrong: esiste un cofanetto dal titolo “A musical autobiography” composto da 3 CD ed un bootleg nel quale Louis è voce narrante che introduce i brani in modo cronologico dagli inizi fino a tempi più recenti. Dà sicuramente una panoramica dell’evoluzione di questo genere.
Buddy Bolden
Joe“King”Oliver: Working man blues
Kid Ory
Jelly Roll Morton: The Piano Rolls
Louis Armstrong
Bix Beiderbecke: Singin' the blues

http://www.youtube.com/watch?v=krJW2qMV ... re=related

http://www.youtube.com/watch?v=EG6KH905 ... re=related

http://www.youtube.com/watch?v=vgmZyImasvA

http://www.youtube.com/watch?v=J-HJI464CVs

http://www.youtube.com/watch?v=0Ue9igC7flI

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