
Sono affetta da una forma di artrite reumatoide da 18 anni, in una forma direi di media entità. Mai assunto biologici, mi sono curata con metotrexate, ciclosporina, plaquenil, attualmente 4 mg medrol e voltaren al bisogno, convivendo a tratti con il dolore e le limitazioni che la malattia comporta.
Sono insegnante di Yoga da 24 anni, e nonostante tutti questi anni di malattia, ho sempre insegnato questa disciplina, pur accettando il fatto che con il progredire della malattia non riesco più a fare alcune delle cose che facevo prima.
Ma vengo al punto: credo davvero che per noi così tanto affetti da rigidità e dolore, la possibilità di rilassare, allungare, sciogliere il nostro corpo, sia di fondamentale importanza. Probabilmente non diverremo atleti, nè danzatori, nè circensi, ma sicuramente la possibilità di garantire al nostro corpo un movimento equilibrato e che sciolga il più possibile le articolazioni e le fasce muscolari è di fondamentale importanza.
E' importantissimo l'approccio dell'insegnante. Assolutamente vietate forme troppo pesanti di yoga come l'ashtanga. Ogni insegnante propone un livello x di intensità, pertanto va effettuata una lezione di prova per testare su di sè gli effetti della lezione e di quell'insegnante. Ci sono forme di Yoga più dolci, che sono indicate, ma tutto dipende dall'insegnante, dalla sua esperienza e sensibilità. Se la lezione di prova è andata abbastanza bene si può tentare di parlare a parte con l'insegnante del proprio problema, e chiedergli di proporci posizioni adattate ad hoc e più soft nel corso della lezione di gruppo. Non è poi così necessario, a mio avviso, un personal trainer yoga, anzi forse lo sconsiglierei, perchè rinforzerebbe la tendenza a sentirci diversi e più deboli degli altri, oltre a farci perdere gli effetti positivi di stare in un gruppo. Non preoccupiamoci di confrontarci agli altri in quanto lo Yoga è non competitivo.
Da ultimo, l'effetto antidepressivo e calmante è assicurato!
