Buon giorno, come mi faceva notare mamma Silvana è arrivato il momento di aggiornare.
A metà dicembre ho fatto la visita di controllo.
Le analisi di novembre mostravano transaminasi ancora rialzate. Got: 55, gpt: 102.
Quindi, la quarta reum (o più? ormai ho perso il conto) ha deciso con un altro reum (chissà chi è) di farmi sospendere il MTX. La capo-reum mi aveva sempre lasciato tale farmaco, anche se io continuavo a percepire il bruciore alle ginocchia (sintomo periferico) da seduto, poco o niente in piedi. Per un reum su medicitalia è da indentificarsi in manifestazione sinovitica dell'ap.
Vabbè, in ogni caso ora sono in monoterapia (humira). Le transaminasi dopo un mese sono già rientrate nel range.
Il gastroenterologo mi ha visto ieri e ha deciso di non fare nulla. Dato che persiste solamente le solita iperbilirubinemia e la visita ematologica non l'ho fatta, mi ha prescritto il test del digiuno per diagnosticare definitivamente la sindrome di gilbert (anche se è abbastanza chiaro che ce l'abbia).
Poi tornando alla visita reum di dicembre, dato che ero stufo di sopportare questi fastidi alle ginocchia (sono in remissione o no?), ho sollecitato per la risoluzione del problema.
La reum di turno mi fa mettere sul lettino e mi muove le gambe, gambe con cui ho premesso che faccio sport a una via di mezzo tra amatoriale e agonistico.
Lei: fa male così? e così? così?
Io: no, no, no. [nota: sai com'è... se mi facessero male in quel modo, potrei mai andarmene in giro su dei pattini a 30-40km/h?]
Poi cambiano argomento (perché entra il tizio reum) e discutono di fegato-mtx, come detto sopra.
La incontro dopo mentre sto aspettando delle carte in sala d'attesa.
Io: ma per le ginocchia niente?
Lei: sei stato tu con lo sport.
Io: ma se il bruciore è rimasto per un intero anno senza fare attività fisica?
![Eeek :O](./images/smilies/icon_eek.gif)
[nel mentre pensavo: "vabbè, neanche a questo giro una soluzione"]
Lei: prova a prendere reumilase.
No comment.
Ogni volta la nuova persona che mi visita non sa nulla di me, non sa cosa voglio dalla vita e quali sono i miei obiettivi. Purtroppo sono seguito da reumatologia universitaria, con un viavai di specializzandi e non, anche se ciò mi consente di avere la cura biologica. Colgo gli aspetti positivi della cosa. Ormai l'ho presa più a ridere che altro.
Ebbene che piaccia o no ai medici che mi seguono, io ho intenzione di continuare a fare attività fisica fino alla fine dei miei giorni.
Sono come sempre in situazione borderline e, essendo un ottimo mediatore tra mente e corpo, cambio sport quando avverto un peggioramento tangibile.
Almeno sono felice e mi sento la persona più sana al mondo. Sono tornato a fare ciò che più mi piace. È vero, non come prima, ma permettetemi una metafora.
Raccolgo quella frazione di frutti maturati in un campo arido, dove ho seminato per l'intera ampiezza, ma la terra diventa sempre più povera e col passare degli anni non posso che aspettarmi di raccogliere sempre meno. Salvo la medicina faccia un salto avanti (e io sono ottimista) e mi permetterà di avere dei raccolti più abbondanti.
La possibilità di raccogliere il massimo ogni anno è l'unica cosa che mi separi dal baratro, dalla depressione.
A inizio dicembre ho fatto una visita medico sportiva e ho ottenuto l'idoneità per l'attività agostica.
In quell'occasione ho chiesto al dottore un parere sulla mia situazione, di mettersi nei miei panni.
L'ho fatto perché lui è sportivo, corre e quindi è uno di quei pochi medici che può capire come mi sento.
Ebbene mi ha detto di continuare, che per quel motivo lui mi dà il certificato di idoneità.
La cosa più importante naturalmente è essere coscienziosi. Bisogna comprendere il confine tra l'eccesso e la giusta quantità.
Il mio obiettivo dev'essere di fare gesti atletici più economici dello sportivo medio, ma di continuare a farli.
Perché l'iniezione di acido ialuronico può aiutare, ma il rischio è di restare ingannato e percepire le articolazioni sane col rischio di rovinarle prima.
Secondo lui il rischio è di bruciare le tappe e arrivare alla necessità di protesi ai quarant'anni. Il che non è un bene perché serviranno più cambi di protesi.
Insomma è stato più che istruttivo e mi ha permesso di avere un punto di vista che nessun reumatologo o ortopedico mi ha dato prima.