Poesie "famose" per riflettere

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francesca
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Re: Poesie "famose" per riflettere

Messaggio da francesca »

butterfly78
IN OGNI COSA HO VOGLIA DI ARRIVARE
SINO ALLA SOSTANZA.
NEL LAVORO,CERCANDO LA MIA STRADA,
NEL TUMULTO DEL CUORE.
SINO ALL'ESSENZA DEI GIORNI PASSATI,
SINO ALLA LORO RAGIONE,
SINO AI MOTIVI, SINO ALLE RADICI,
SINO AL MIDOLLO.
ETERNAMENTE AGGRAPPANDOMI AL FILO
DEI DESTINI, DEGLI AVVENIMENTI,
SENTIRE,AMARE,VIVERE,PENSARE
EFFETTUARE SCOPERTE.

BORIS PASTERNAK
La malattia è una parte di me, non me!!! Sono una ragazza special edition!!!
Spocchiosa saputella secchiona. E orgogliosa di esserlo!
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francesca
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Re: Poesie "famose" per riflettere

Messaggio da francesca »

Joice58
Inizio oggi questa nuova sezione, cercando di proporvi pillole di letteratura e poesia sconosciute ai piu' o quantomeno dimenticate....Inizio con il Leopardi, poeta conosciuto solo per il suo pessimismo anzicche' per la sua forza nel ribadire l'inno alla vita e alla felicita'......
Dalle “Ricordanze” di Giacomo Leopardi
Speranze, speranze, dolci e ridenti inganni della mia fanciullezza!
Sempre, parlando, ritorno a voi; perché non so dimenticarvi col trascorrere del tempo e col mutare di affetti e pensieri.
Fantasmi, lo so, sono la gloria e l'onore, i diletti e il bene un semplice desiderio.
E sebbene vuoti siano gli anni miei, sebbene oscuro e solitario sia la mia vita mortale, lo so che il destino mi toglie poco.
Ma ahimè, ogni volta che ripenso a voi, o mie antiche speranze, ed a quel mio primo fantasticare sul mio futuro e lo confronto con questa mia vita così povera e così dolorosa e che solo la morte mi resta dopo aver sognato grandi speranze, sento stringermi io cuore e sento che non mi so rassegnare del tutto al mio destino.
E quando pure questa invocata morte mi raggiungerà e sarà giunto la fine della mia sventura; quando la terra per me diventerà una valle straniera e dal mio sguardo fuggirà il futuro, certamente mi ricorderò di voi, e quell'immagine mi farà ancora sospirare, mi renderà duro e aspro l'aver vissuto invano;
E la dolcezza del giorno fatal della morte, attenuerà l'angoscia.

Joice58
da Trittico romano, 2003, raccolta di dodici poesie. Edizione speciale alla memoria di Papa Giovanni Paolo II (1978-2005)
Lo stupore
Ed era solo, col suo stupore,
tra le creature senza meraviglia
per le quali esistere e trascorrere era sufficiente.
L'uomo, con loro, scorreva sull'onda dello stupore!
Meravigliandosi, sempre emergeva
dal maroso che lo trasportava,
come per dire a tutto il mondo:
"fermati! - in me hai un porto,
in me c'è quel luogo d'incontro
col Primordiale Verbo" -
"fermati, questo trapasso ha un senso,
ha un senso... ha un senso... ha un senso!"

Karol Wojtyla

Joice58
Bellissima poesia di Lord Byron.....il prof. di Inglese al liceo ce la faceva vivere come se il dolore del poeta fosse visibile e tangibile a noi...Chiedo scusa per la traduzione....

When we two parted ( Quando noi ci lasciammo )

Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
con i cuori infranti
per separarci per anni,
pallida divento' la tua guancia
più freddi i tui baci;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.

La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
le tue promesse non sono state mantenute,
e leggera e' ora la tua fama:
Sento nominare il tuo nome
e condividere nella sua vergogna.

Ti nominano innanzi a me,
un rintocco funebre al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché sei stata cosi' cara?
Loro non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo ti rimpiangero'
Troppo profondo a dirsi.

In segreto c'incontrammo,
in silenzio mi affliggo,
che il tuo cuore abbia potuto dimenticare
il tuo spirito ingannare.

Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come ti saluterei?
In silenzio e in lacrime.
George Byron

Joice58
Ancora un ricordo del liceo...bellissima poesia di Keats che descrive la reazione del narratore di fronte alla bellezza e suggestivita' di un'opera d'arte greca.......
Ode su un' urna greca
Tu, ancora inviolata sposa della quiete,
Figlia adottiva del tempo lento e del silenzio,
Narratrice silvana, tu che una favola fiorita
Racconti, più dolce dei miei versi,
Quale intarsiata leggenda di foglie pervade
La tua forma, sono dei o mortali,
O entrambi, insieme, a Tempo o in Arcadia?
E che uomini sono? Che dei? E le fanciulle ritrose?
Qual è la folle ricerca? E la fuga tentata?
E i flauti, e i cembali? Quale estasi selvaggia?

Sì, le melodie ascoltate sono dolci; ma più dolci
Ancora sono quelle inascoltate. Su, flauti lievi,
Continuate, ma non per l'udito; preziosamente
Suonate per lo spirito arie senza suono.
E tu, giovane, bello, non potrai mai finire
Il tuo canto sotto quegli alberi che mai saranno spogli;
E tu, amante audace, non potrai mai baciare
Lei che ti è così vicino; ma non lamentarti
Se la gioia ti sfugge: lei non potrà mai fuggire,
E tu l'amerai per sempre, per sempre così bella.

Ah, rami felici! Non saranno mai sparse
Le vostre foglie, e mai diranno addio alla primavera;
E felice anche te, musico mai stanco,
Che sempre e sempre nuovi canti avrai;
Ma più felice te, amore più felice,
Per sempre caldo e ancora da godere,
Per sempre ansimante, giovane in eterno,
Superiori siete a ogni vivente passione umana
Che il cuore addolorato lascia e sazio,
La fronte in fiamme, secca la lingua.

E chi siete voi, che andate al sacrificio?
Verso quale verde altare, sacerdote misterioso,
Conduci la giovenca muggente, i fianchi
Morbidi coperti da ghirlande?
E quale paese sul mare, o sul fiume,
O inerpicato tra la pace dei monti
Hai mai lasciato questa gente in questo sacro mattino?
Silenziose, o paese, le tue strade saranno per sempre,
E mai nessuno tornerà a dire
Perché sei stato abbandonato.

Oh, forma attica! Posa leggiadra! Con un ricamo
D'uomini e fanciulle nel marmo,
Coi rami della foresta e le erbe calpestate.
Tu, forma silenziosa, come l'eternità
Tormenti e spezzi la nostra ragione. Fredda pastorale!
Quando l'età avrà devastato questa generazione,
Ancora tu ci sarai, eterna, tra nuovi dolori
Non più nostri, amica all'uomo, cui dirai
"Bellezza è verità, verità bellezza", questo solo
Sulla terra sapete, ed è quanto basta.

John Keats (1819)

luisasorrentino
ti regalo questa, una delle mie preferite.

ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantin Kavafis

Joice58
Bisogna essere sempre ubriachi...
Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza le spalle e vi spinge verso la terra,
occorre ubriacarsi senza tregua.
Ma di cosa?
Di vino, di poesia o di virtù, come preferite.
Ma ubriacatevi.
E se qualche volta...
vi risvegliate con l'ebrezza già diminuita, o sparita, chiedete...
al vento
all'onda
alla stella
all'uccello
all'orologio
a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che si muove, a tutto ciò che canta,
a tutto ciò che parla, chiedete che ora é,
e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, vi risponderanno:
"E' il momento di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi;
ubriacatevi senza sosta!
Di vino, di poesia o di virtù, come preferite voi."
Charles Baudelaire

Joice58
Gabbiani
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.

Io sono come loro,
in perpetuo volo.

La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi
amo la quiete,
la gran quiete marina

ma il mio destino
è vivere balenando in burrasca.

Vincenzo Cardarelli

Joice58
Figli
I tuoi figli non sono figli tuoi
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo,
ma non li crei.
Sono vicini a te ma non sono cosa tua.
Puoi dare loro tutto il tuo amore, non le tue idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
non alla loro anima.
Perche' la loro anima
abita nella casa dell'avvenire
dove a te non e' dato entrare,
neppure in sogno.
Puoi cercare di assomigliare a loro
ma non volere che assomiglino a te.
Perche' la vita non ritorna indietro
e non si ferma a ieri.
Tu sei l'arco che lancia i figli
verso il domani.

Khalil Gibran

Joice58
La dedico a tutti,con un pensiero in piu' per Ketty....
Se tracci col gesso una riga sul pavimento,
è altrettanto difficile camminarci sopra
che avanzare sulla più sottile delle funi.
Eppure chiunque ci riesce tranquillamente
perché non è pericoloso.
Se fai finta che la fune
non è altro che un disegno
fatto col gesso
e l'aria intorno è il pavimento,
riesci a procedere sicuro
su tutte le funi del mondo.
Ciò che conta è tutto dentro di noi;
da fuori nessuno ci può aiutare.
Non essere in guerra con se stessi,
vivere d'amore e d'accordo
con se stessi:
allora tutto diventa possibile.
Non solo camminare su una fune,
ma anche volare.

Hermann Hesse

Joice58
Io non ti dò il mio amore...

Io non ti dò il mio amore come fanno
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d’argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
‘semper fidelis’, dove si nasconde
un’ insidia che ottenebra il cervello.
L’Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
"Guarda che cos’ho qui!-Tutto per te"

Edna St. Vincent Millay

Joice58
GESU', DOVE SEI IN QUESTO NATALE?

Ti ho cercato in mezzo a gente affrettata,
in mezzo al traffico di una Londra impazzita,
dietro luci e festoni,
dietro scritte e lampioni.
Ti ho cercato nelle strade illuminate ormai deserte,
nelle buie stradine di periferia,
in ogni angolo, in ogni via.

Ti ho trovato in questa santa notte,
dentro una chiesa spoglia alla messa di mezzanotte.
Stavi là, in un presepe di fresco rosmarino
sopra un altare di bianco marmorino.
Ho visto la tua immagine dentro ogni caldo piatto
offerto da Padre Michael a ogni povero diseredato.

Ti ho ritrovato la mattina di Natale
io “bianca” in una chiesa “nera”
dentro occhi umidi e pentiti
dentro sguardi perdonati
dentro spirituals e Alleluja.

Sei tornato
ancora una volta, Signore,
per portare in tutto il mondo
pace e amore.

(Renata Alberti - Londra, S. Natale 2003)


Questa si addice benissimo a cio' che vediamo in questi giorni....
NATALE 2007
Vieni, Signore Gesù,
anche se
non c’è più notte,
ma negozi
con le vetrine in festa,
imbellettate
con l’albero e la stella,
in attesa che torni a nascere
il dio quattrino.

Vieni, Signore Gesù,
anche se
non c’è più silenzio,
ma folla impazzita
per le strade,
con pacchi e pacchetti
pieni di niente,
stordita dal clacson
impietoso e
dalla onnipotente pubblicità.
Vieni, Signore Gesù,
anche se non ci son più
gli umili pastori adoranti,
in silenzio,
e con gli occhi
pieni di stupore,
ma affollate chiese
di persone annoiate
con voci tremule in falsetto,
che cantano del Bambino
e della grotta,
per ritornare poi,
nelle calde e comode case
con le tavole deserte,
ma apparecchiate,
piene di cibo che va sprecato.

Tutto, tutto,
in attesa non di Te,
ma di essere consumato.

Abbi pietà di noi,
ancora una volta,
vieni, Signore Gesù,
a saziare la nostra fame,
che ogni cosa consumata aumenta,
la nostra sete
a cui ogni altra bevanda
è solo amaro sale.

Vieni ancora, Signore Gesù.

(Fernando Filanti)

Joice58
Avete presente il colpo di fulmine, l'innamoramento a prima vista......ad una fermata di un bus o all'universita'....dove vedevi sempre quella persona e non avevi mai il coraggio di dirle che ti faceva impazzire? Questa poesia e' dedicata a chi ha provato queste sensazioni.......poi ditemi se vi e' piaciuta ed indovinate chi l'ha scritta.......
La mia dolce favola
E' una favola star con te
nei sogni e nei pensieri,
nelle gioie e nelle delusioni;

E' troppo bello star con te
per dimenticar le angosce
per addolcir la vita;

La grazia del tuo volto
la grazia del tuo corpo
m'inebria, m'accorpa, mi prende....

Sei tu la favola, sei tu il sogno,
ma dirtelo non servirebbe
e' meglio che tu rimanga tale;

M'illudo,spero,gioisco e m'attristo
ogniqualvolta ti vedo, ma di certo
tu sempre rimarrai una dolce favola,
un sogno della mia vita.

Joice58
L'ultima parte del V canto dell' Inferno di Dante. Ebbi la fortuna di sentirlo recitare da Vittorio Gasmann al teatro, un brivido mi percorse la schiena.....10 minuti di applausi....il teatro che veniva giu'.....
E' la piu' alta forma ed espressione di poesia che sia mai stata scritta....

I’ cominciai: «Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggeri».
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno».
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: «O anime affannate,
venite a noi parlar, s’altri nol niega!».
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettuoso grido.
«O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?».
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

Joice58
Dopo Dante e' difficile proporre qualcosa, ma ci provero' cambiando totalmente genere. Mi piacerebbe pero' sentire anche il parere di Francesca, la moderatrice di questa sessione....
Dopo un po'
Dopo un po’ impari la sottile differenza
tra tenere una mano
e incatenare un’anima.
E impari che l’amore
non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
Ed inizi a imparare
che i baci non sono contratti
e i doni non sono promesse.
E cominci ad accettare
le tue sconfitte a testa alta con gli occhi aperti
con la grazie di un adulto,
non con il dolore di un bimbo.
E impari a costruire
tutte le tue strade oggi,
perché il terreno di domani
è troppo
incerto per fare piani.
Dopo un po’ impari
che il sole scotta se ne prendi troppo.
Perciò pianti il tuo giardino
e decori la tua anima,
invece di aspettare
che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero sopportare,
che sei davvero forte,
e che vali davvero.

Veronica A. Shoffstall

Joice58
Una preghiera di Gibran....
"Dammi il supremo coraggio dell'amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare, di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore,
e dell'amore, questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita
nella morte, alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo."

Joice58
Una poesia adatta per l'inizio del nuovo anno.....
Il più bello dei mari / di Nazim Hikmet
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

Joice58
FaceBook non fa' solo danni, infatti tramite esso ho ritrovato una mia "amica" dei tempi del liceo che ho scoperto scriveva poesie.
Con questa che vi propongo ha vinto un premio ad un concorso nel 1996.
E la notte avvolse tutto...
... tutto si nascondeva nel nulla...
... nulla splendeva più di te ...
... te che dormi, felice, forse sogni...
... sogni, fantasmi, desideri, luna...
... luna, piccola luce, sorriso della notte...
Paola D'Alconzo

Joice58
Sempre della mia amica, una poesia scritta con le lacrime agli occhi per la perdita di una persona cara.....chissa' quanti che hanno avuto lo stesso dolore si troveranno nelle parole di Paola....
... sto cercando di ricordare le nostre ultime parole...
... perchè nessuno ci disse che quello era il nostro ultimo incontro?
... sola, con il mio dolore e con il ricordo del tuo amore, andrò avanti, nonostante il nulla...
Paola D'Alconzo
La malattia è una parte di me, non me!!! Sono una ragazza special edition!!!
Spocchiosa saputella secchiona. E orgogliosa di esserlo!
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Giulia73
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Iscritto il: 03/01/2010, 12:54

Re: Poesie "famose" per riflettere

Messaggio da Giulia73 »

GRAZIE FRANCESCA,BASTEREBBE RILEGGERE ,OGNI GIORNO,QUALCUNA DELLE POESIE CHE CI OFFRI PER RIFLETTERE,PER COMINCIARE A DESIDERARE DI ESSERE MIGLIORI.UN BACIO.
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