ANALGESIA IPNOTICA

Rispondi
Avatar utente
lorichi
Amministratore
Messaggi: 11497
Iscritto il: 06/06/2009, 17:07
Località: ROMA

ANALGESIA IPNOTICA

Messaggio da lorichi »

Versione stampabile della discussione
Analgesia IpnoticaCominciata da monstiz
FORUM SULLE MALATTIE CRONICHE AUTOIMMUNI DEL GRUPPO REUM AMICI > MEDICINA COMPLEMENTARE E TECNICHE DI RILASSAMENTO
Parte 1 di 1
monstiz13/9/2009, 21:57
Tempo fa ho frequentato un corso sul training autogeno e le sue finalità nello sport, rivolto ai preparatori atletici . I Docenti mi parlarono di analgesia ipnotica e delle loro esperienze nel trattamento del dolore, anche acuto (malati oncologici) come terapia alternatiiva alla morfina . Ci sono studi ed esperienze cliniche che confermano la validità di tale pratica, tuttavia in questo sito non ho trovato discussioni (forse mi sbaglio) che parlassero di questa possibilità/alternativa ai medici .
Forse è più semplice ed immediato assumere una pstiglia, però a lungo termine...
rosaria195613/9/2009, 22:45
Caro Tiziano non hai trovato nulla in proposito perchè nessuno è mai entrato a parlarcene, credo che sia una cosa probabilmente conosciuta da pochi, tu sei il primo che ha parlato di tale argomento.
Se ti và ed hai notizie in merito, possiamo parlarne tutti insieme, io sono curiosa di mia natura e, forse tu non sai, ma un paio di anni fà io stessa fui costretta a ricorrere ad un centro di terapia del dolore per circa un mese e mezzo, quindi tale argomento mi potrebbe interessare (per fortuna non in questo momento che sto finalmente benino :D ) e potrebbe interessare a tanti altri iscritti, penso ai pazienti fibromialgici per esempio, il cui dolore è più "tosto" da trattare farmacologicamente.

Pao Fufina14/9/2009, 05:51
Ho trovato qualcosa...

articolo tratto da: http://www.ipnosiedolore.it/dolore-ipnosi.htm

L'effetto dell'ipnosi nel controllo del dolore è noto da tempo, in era preanestesiologica, ha permesso di eseguire interventi chirurgici e di salvare vite umane. Attualmente il suo ruolo non è ridimensionato anche se le indicazioni sono cambiate.
Gli studi degli ultimi cinquant'anni, dimostrano che l'ipnosi è in grado di ridurre o eliminare un vasto numero di dolori, sia sperimentalmente (dolore ischemico, da pressione, da freddo, da caldo, da stimolazione elettrica), che clinicamente (generalmente in modo ancora più indicativo). L'ipnosi si è dimostrata inequivocabilmente superiore ad altre tecniche psicologiche, come la distrazione e il biofeedback.
Parlando di fenomenologia ipnotica si è accennato che la sensibilità può essere modulata sia in eccesso (iperalgesia), sia qualitativamente (parestesie), sia in difetto (analgesia, anestesia). L'anestesia ipnotica è stata documentata nella sua forma più eclatante in interventi chirurgici quali la tonsillectomia, l'appendicectomia, nella plastica per ernia inguinale, nella piccola chirurgia ambulatoriale, nel dolore procedurale (esami strumentali dolorosi), in numerosi interventi odontoiatrici, nel taglio cesareo, ma anche in interventi di cardiochirurgia. Si è dimostrata in grado durante l'intervento chirurgico di ridurre l'emorragia, per l'intensa vasocostrizione e successivamente di abbreviare il decorso postoperatorio, di favorire la cicatrizzazione delle ferite, di ridurre il dolore ed altri sintomi associati (ad es. nausea, vomito, prurito).
La marcia a piedi nudi sui carboni ardenti, con temperature generalmente superiori ai 600°C, è un altro esempio d'anestesia ipnotica, indipendentemente dalle modalità con cui è stata indotta.

De Benedittis ed al. hanno dimostrato in un esperimento con dolore ischemico che soggetti altamente ipnotizzabili presentavano un aumento della tolleranza al dolore del 113% verso un incremento di tolleranza di solo il 26% in soggetti scarsamente ipnotizzabili.
L'ipnosi si è dimostrata capace di alleviare sia la componente sensoriale discriminativa dell'esperienza dolorosa, sia la componente affettiva, cioè la sofferenza ed in particolare nei soggetti altamente ipnotizzabili è stato osservato un maggior effetto sulla componente motivazionale affettiva dell'esperienza stessa.
Una scissione tra la componente sensoriale - discriminativa e quella motivazionale affettiva risulterebbe responsabile della normale attivazione d'indicatori involontari del dolore quali un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della frequenza respiratoria, della sudorazione, ecc. E' stato dimostrato che l'analgesia ipnotica non dipende da sistemi neuroumorali, come quelli endorfinergici, non è influenzata dalla somministrazione di naloxone, inoltre la sua instaurazione può essere praticamente immediata, così come il suo effetto può essere immediatamente abolito con la sola verbalizzazione dell'operatore. Il sistema endorfinergico necessiterebbe di tempi dell'ordine dei minuti per instaurare la sua azione. Secondo Wall ed al. la condizione ipnotica sarebbe in grado di modulare alcuni sistemi sensoriali afferenti come la via paleospinotalamica, sopprimendo anche alcuni riflessi segmentari locali.
Olness, Waing e Ng (1980) hanno pubblicato una ricerca pilota sul livello ematico delle endorfine in quattro bambini con malattie croniche, ben addestrati all'uso dell'autoipnosi in sede clinica per il controllo del dolore. Il training era cominciato quando i soggetti avevano dai 6 agli 8 anni e al monumento della ricerca era trascorso da un minimo di 2 ad un massimo di 7 anni, durante i quali tutti i quattro bambini si erano sistematicamente esercitati nella tecnica di controllo del dolore nel corso di regolari sedute di gruppo.
L'esperimento consisteva nel sottoporre i soggetti a puntura in vena prima allo stato di veglia e poi dopo induzione di autoipnosi con suggerimento di analgesia del braccio, eseguendo la puntura solo una volta ottenuto, a detta dei soggetti, l'effetto analgesico. I risultati dell'esame radioimmunologico non hanno rilevato alcuna presenza misurabile di endorfina nel sangue, né in ipnosi né allo stato di veglia. Goldstein e Hilgard (1975) hanno affrontato il problema da un'angolatura un po' diversa, usando Naloxone, un farmaco di cui é nota l'azione inibitoria degli effetti analgesici della morfina e delle endorfine. L'ipotesi di lavoro era che se l'analgesia ipnotica fosse mediata dalle endorfine, il Naloxone dovrebbe impedirla. E' risultato comunque che la somministrazione di Naloxone non interferiva con l'analgesia ipnotica nei loro soggetti adulti.
Varni, Katz e Dash (Russo e Varni, 1982) riassumono le strategie di ricerca usate per tentar di chiarire le implicazioni fisiologiche, neurochimiche e comportamentali delle endorfine nell'uomo. fra i metodi impiegati ci sono i seguenti: somministrazione di sostanze antagoniste dei narcotici per dislocare gli oppiati dai loro recettori; somministrazione diretta di endorfine sintetiche con osservazione delle alterazioni comportamentali concomitanti; analisi diretta di varie endorfine nel sangue e in altri liquidi biologici; misurazione diretta delle endorfine prima e dopo interventi che dovrebbero influire sull'esperienza del dolore. Finora nessuna di queste strategie ha dato prove definitive quanto al fatto che la liberazione di endorfine sia influenzata dall'ipnoterapia.
E' merito dei coniugi Hilgard la dimostrazione di una correlazione diretta fra il grado d'ipnotizzabilità ed il livello d'analgesia raggiungibile ed inoltre che l'effetto analgesico dell'ipnosi non è riconducibile all'effetto placebo, alla paura o alla suggestione, ma è un effetto specifico. Il contributo degli Hilgard alla spiegazione dell'ipnoanalgesia é partito da una dimostrazione didattica del fenomeno della sordità ipnotica, che non aveva assolutamente nulla a che fare col problema del dolore. Nel corso della dimostrazione il soggetto sperimentale, cui era stata impartita la consegna di sordità ipnotica, non reagiva a forti rumori e non rispondeva alle domande dei compagni. Un altro studente, notando che ovviamente il soggetto non aveva alcun problema con l'udito, chiese se non potesse esserci una qualche parte di lui che in realtà sentiva tutto quello che veniva detto. Il docente che guidava l'esercitazione chiese allora al soggetto di alzare un dito nel caso che una parte di lui, diversa da quella ipnotizzata, sapesse quello che stava succedendo in quel momento: il soggetto sollevò il dito e subito dopo chiese al docente di spiegargli questo suo movimento involontario.
La "parte ipnotizzata" rimase all'oscuro di tutto, mentre l' "altra parte" quando aveva il sopravvento veniva evocata da un apposito segnale, toccando il braccio del soggetto - era in grado di riferire tutto per filo e per segno. Una volta svegliato, il soggetto ricevette il segnale di sblocco dell'anestesia postipnotica e a quel punto poté ricordare tutto quello che era successo (Hilgard e Hilgard, 1975).
Hilgard ipotizzò che un meccanismo simile potesse agire nel caso del controllo ipnotico del dolore e in una serie di esperimenti dimostrarono che le cose stanno proprio così. Ai soggetti capaci di analgesia ipnotica si chiedeva se una qualche "altra parte" di loro si rendesse conto di quello che stava succedendo. In circa metà dei casi, mentre la parte ipnotizzata riferiva di non avvertire alcun dolore o quasi, l'"altra parte" denunciava un dolore più intenso. Gli Hilgard descrivono questa "altra parte" come un "osservatore nascosto", avvertendo però che questa é "una metafora di qualcosa che avviene a livello intellettuale ma non é accessibile alla coscienza della persona ipnotizzata. Non significa che ci sia una sorta di personalità secondaria che vive di vita propria - una specie di homunculus annidato nelle ombre della personalità cosciente" (Hilgard e Hilgard, 1975, pp168-169).

Eventi aspecifici dell'ipnosi nel controllo del dolore


· Defocalizzazione dell'attenzione: com'è noto l'attenzione focalizzata sull'agente lesivo e sull'area corporea interessata, potenzia la percezione dolorosa, mentre la semplice distrazione ha un certo effetto nel ridurla (innalzamento della soglia del dolore).
· Riduzione dell'ansia associata: anche l'ansia amplifica la sofferenza e una sua riduzione è particolarmente vantaggiosa nel dolore acuto.
· Effetto placebo: viene così definita qualunque metodica o procedimento terapeutico che produce un effetto prescindendo o non riconducibile ai fondamenti teorici sui quali si basa la terapia in oggetto. L'effetto è estremamente variabile in rapporto a molti fattori e sembra funzionare con via endorfinergica. Secondo Evans ponendo l'efficacia antalgica di 10mg di morfina=1, abbiamo per il placebo un coefficiente=0,56, di poco superiore a quello di una dose standard di aspirina. L'effetto placebo in un set sperimentale ha dimostrato un "peso" di circa il 16%, mentre mediamente in ambito clinico è valutabile in circa il 33% e può raggiungere il 70% se esiste un'ottima sintonia medico -paziente.
· Decondizionamento
Nel dolore cronico si può assistere alla scomparsa della patologia sottostante con la persistenza del sintomo che si automantiene anche a seguito di un rinforzo ambientale (farmaci al bisogno, riposo, comprensione del patner, ecc.)
1. Somministrare i farmaci ad orario fisso: viene tolto il rinforzo positivo del farmaco
2. Il paziente è invitato a lavorare: il riposo spesso aggrava la situazione
3. Bisogna evitare che questo tipo di comunicazione regressiva (del dolore) sia vantaggiosa per il paziente.



Eventi specifici dell'ipnosi nel controllo del dolore (Conclusioni)



L'effetto dell'ipnosi nel controllo del dolore è specifico:
- Non dipende dalle endorfine
- Non dipende da modulazioni dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene
- Non è una analgesia da stress o ansia
- Dipende dal grado d'ipnotizzabilità del paziente
- E' compatibile con un sistema di controllo elettrico o neurotrasmettitoriale (questo giustifica la rapidità con cui l'analgesia può essere indotta o rimossa).
La diagnosi è imperativa, anche qualora abbia successo, la rimozione di un sintomo senza una corretta analisi delle cause può portare danni superiori ai benefici, sia dal punto di vista biologico come evoluzione patologica della malattia, sia dal punto di vista psicologico come perdita di un compenso intrapsichico.
"Il successo della terapia nasce dall'incontro realistico delle esigenze delle parti"
Come si sottolineerà più avanti il dolore non è una struttura granitica immodificabile, forse lo è solo il dolore acutissimo, inoltre non è una sensazione che può essere abolita, ma un costrutto che può essere manipolato, costituito da un passato, un presente, un futuro. L'inconscio rappresenta una risorsa importante e insostituibile in molte situazioni, fra cui il controllo del dolore cronico.
rosaria195617/9/2009, 10:35
Grazie Pao, molto interessante
però c'è da sottolineare una cosa, come dice lo stesso articolo
"....................La diagnosi è imperativa, anche qualora abbia successo, la rimozione di un sintomo senza una corretta analisi delle cause può portare danni superiori ai benefici, sia dal punto di vista biologico come evoluzione patologica della malattia, sia dal punto di vista psicologico come perdita di un compenso intrapsichico..........."
Infatti sappiamo tutti benissimo che il dolore rappresenta un campanello d'allarme utilizzato dal nostro organismo per farci comprendere che qualcosa non funziona a dovere, quindi credo che questo tipo di terapia vada benissimo per il controllo del dolore cronico da patologia già diagnosticata e conclamata ma che assolutamente non deve essere considerata come una panace per "non soffrire"
Non si deve soffrire inutilmente questo sì, lo sapte sono la prima a dirlo continuamente, ma il dolore serve anche a farci capire che dobbiamo andare dal medico e controllare cosa non và.
Questa terapia la vedo quindi benissimo per i fibromialgici ed anche per gli artriti ma relativamente alle fasi acute (così come io sono andata in centro di terapia de dolore) ma anche per i malati reumatici non la vedo come una terapia sul lungo termine perchè anche per noi, il dolore è un sintomo che ci fà capire se una terapia funziona oppure no e se abbiamo infiammazione in atti oppure no, specialmente nelle forme sieronegative dove non ci sono altri riscontri che non la sintomatologia riportata dal paziente.
La vedo invece ottima per aiutare il paziente a superare una crisi acuta, la vedo quindi come una terapia limitata a pochissimo tempo.
Tiziano tu che altro sai su questo argomento che veramente può interessare tanti, e penso soprattutto ai fibromialgici il cui dolore è decisamente meno trattabile farmacologicamente.

monstiz17/9/2009, 15:43
Non avevo fatto un copia incolla perchè sto cercando di contattare i miei insegnati in maniera da dare delle informazioni pratiche e precise .

lorichi17/9/2009, 18:10
CITAZIONE (monstiz @ 13/9/2009, 21:57) Tempo fa ho frequentato un corso sul training autogeno e le sue finalità nello sport, rivolto ai preparatori atletici . I Docenti mi parlarono di analgesia ipnotica e delle loro esperienze nel trattamento del dolore, anche acuto (malati oncologici) come terapia alternatiiva alla morfina . Ci sono studi ed esperienze cliniche che confermano la validità di tale pratica, tuttavia in questo sito non ho trovato discussioni (forse mi sbaglio) che parlassero di questa possibilità/alternativa ai medici .
Forse è più semplice ed immediato assumere una pstiglia, però a lungo termine...
CARO TIZIANO, LA PRINCIPALE FUNZIONE DEL FORUM E' LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI E QUESTO E' IL CLASSICO CASO IN CUI UN UTENTE (MONSTIZ) CI DA UNA INFORMAZIONE CHE ANCORA NON AVEVAMO. NON PUOI TROVARE TUTTO NEL FORUM, SIAMO NOI CHE NEGLI ANNI LO ABBIAMO RIEMPITO E ABBIAMO ANCHE IMPARATO SULLA NOSTRA PELLE CHE LA TERAPIA DEL DOLORE FINO A QUALCHE ANNO FA ERA RISERVATA ESCLUSIVAMENTE AI MALATI ONCOLOGICI, SOLTANTO DA POCHISSIMO LA PRESCRIZIONE SI STA ALLARGANDO ANCHE IN ALTI SETTORI. IO CI HO PROVATO UNA VENTINA DI ANNI FA E MI RISPOSERO PICCHE; LA PRATICAVANO IN POCHI OSPEDALI E SOLO IN ONCOLOGIA. RESTA IL FATTO CHE COMUNQUE PRENDERE UNA PASTICCHETTA E' PIU' FACILE :D . QUANDO STAI TANTO MALE VUOI STARE MEGLIO AL PIU' PRESTO.IO PER ANNI HO FATTO IL GIRO DELLE FARMACIE CHIEDENDO QUALCOSA PER IL DOLORE POI ANDAVO A CASA E PRENDEVO DI TUTTO, TIPO DROGATA MA..........IL DOLORE NON E' MAI PASSATO. SE CI FOSSE STATA QUESTA POSSIBILITA PUOI STARE CERTO CHE L'AVREI COLTA AL VOLO

Pao Fufina17/9/2009, 20:21
CITAZIONE (lorichi @ 17/9/2009, 18:10) TIPO DROGATA
piccolo OT, scusate. Qualche giorno fa, dopo aver preso la codeina, sia il moroso che un amicissimo, sentendomi al telefono, pensavano che fossi ubriaca :woot: :woot: :woot:
monstiz18/9/2009, 01:15
Lorichi, hai ragione e la pensano come te in molti .
Ho conosciuto questa tecnica per caso frequentando un corso, mi raccontavano addirittura che creavano una suggestione per cui, usando un gel senza nessun principio attivo, comunque il paziente avvertiva un forte beneficio dove lo applicava . Mi hanno anche spiegato che non eliminano completamente la percezione del dolore anche dove si riuscirebbe perchè il paziende non scordi il suio stato patologico o peggio ancora smetta di curarsi pensando di esser guarito .
Non stò parlando di tecniche alla giucas casella, niente di magico, solo ipnosi .
Continuo a cercare di contattare i docenti del corso per avere informazioni precise .
lorichi18/9/2009, 06:52
SE RIESCI POSTALE PERCHE' PENSO INTERESSERANNO A MOLTI
Parte 1 di 1
Powered by ForumCommunity.net · Powered by Invision Power Board © 2002 IPS, Inc.
Immagine

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
In ottemperanza alle Linee guida in tema di trattamento di dati personali per finalità di pubblicazione e diffusione nei siti web esclusivamente dedicati alla salute - 25 gennaio 2012
(Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2012)

AVVERTENZE DI RISCHIO:

• SI AVVERTONO gli utenti di valutare con la necessaria attenzione l'opportunità, nei propri interventi, di inserire, o meno, dati personali (compreso l'indirizzo e-mail), che possano rivelarne, anche indirettamente, l'identità (si pensi, ad esempio, al caso in cui in cui l'utente, nel testimoniare la propria esperienza o descrivere il proprio stato di salute, inserisca riferimenti a luoghi, persone, circostanze e contesti che consentano anche indirettamente di risalire alla sua identità);
• SI AVVERTONO gli utenti di valutare l'opportunità di pubblicare, o meno, foto o video che consentano di identificare o rendere identificabili persone e luoghi;
• SI AVVERTONO gli utente di prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei propri interventi (postati nei diversi spazi dedicati alla salute), dati che possano rivelare, anche indirettamente, l'identità di terzi, quali, ad esempio, altre persone accomunate all'autore del post dalla medesima patologia, esperienza umana o percorso medico;
• l'ambito di conoscibilità dei dati propri o altrui, immessi dall'utente nel proprio profilo personale, sono consultabili soltanto dagli iscritti al sito, tutto ciò che è scritto nei forums è invece consultabile da qualsiasi utente che acceda al sito stesso e tali dati pubblici sono reperibili mediante motore di ricerca interno
• i dati immessi dagli utenti nei forums sono indicizzabili e reperibili anche dai motori di ricerca generalisti (Google, Yahoo etc.);
• gli unici dati sensibili trattati sono gli indirizzi di posta elettronica indicati all'atto della propria iscrizione, gli amministratori del forum sono responsabili del loro trattamento viewtopic.php?f=103&t=291

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/


Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
Rispondi

Torna a “MEDICINA COMPLEMENTARE E TECNICHE DI RILASSAMENTO”