Interrompere un anti-TNF prima di un intervento

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rosaria1956
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Interrompere un anti-TNF prima di un intervento

Messaggio da rosaria1956 »

TRATTO DA: http://www.pharmastar.it/index.html?cat=24&id=13796

Interrompere un anti-TNF prima di un intervento riduce il rischio di infezioni

05 febbraio 2014



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Interrompere o non interrompere un anti-TNF prima di un intervento? Questo è il problema (anche per il reumatologo). Ciò che per molti specialisti è ad oggi uno standard di cura, per altri può rappresentare un dubbio amletico. Perché se da un lato cessare l’immunosoppressione prima di un intervento di chirurgia ortopedica riduce il rischio di infezioni e accelera la guarigione delle ferite, dall’altro può aumentare il rischio di riacutizzazione postoperatoria della condizione reumatica, che può a sua volta compromettere la riabilitazione (1).

Scherrer e colleghi hanno raccolto la sfida, promuovendo uno studio monocentrico e retrospettivo, attraverso il quale hanno valutato le infezioni correlate ad interventi chirurgici in 2.472 casi di chirurgia ortopedica, in pazienti con malattie reumatiche infiammatorie (2). I ricercatori hanno inoltre confrontato questi casi con 47.887 casi di chirurgia in pazienti con disturbi degenerativi o conseguenti a traumi.

I risultati di questo studio sono stati senz’altro chiarificatori.

Un’infezione legata all’intervento si era verificata in una percentuale di pazienti con malattia reumatica infiammatoria significativamente superiore rispetto a quella osservata per i pazienti dell’altro gruppo (2,0% vs 0,8%; p < 0,01).
In tutti i casi esaminati, la maggior parte delle infezioni era intra-articolare (53%), di cui gran parte conseguenti l’artroplastica. Le infezioni superficiali e dei tessuti profondi erano invece meno comuni (28% e 19% rispettivamente). Quando si verificava un’infezione, essa era spesso associata con una prolungata ospedalizzazione e necessità di ulteriori interventi chirurgici.

Nel 78% dei casi di infezione, i colpevoli sono stati individuati: lo Stafilococco aureo era presente nel 35% dei casi, seguito dagli Stafilococchi coagulasi negativi (27%). I ricercatori, tuttavia, non hanno trovato differenze in termini di tipo di infezione e organismo, fra pazienti con malattie reumatiche infiammatorie e pazienti appartenenti all’altro gruppo.

Fra i pazienti reumatici, il rischio di infezioni era il più elevato quando l’intervento chirurgico era a carico di gomito e piede, mentre il più basso rischio si osservava negli interventi chirurgici della mano.
Confrontando i pazienti reumatici con i pazienti non reumatici non è stato rilevato alcun aumento del rischio di infezione se il paziente stava prendendo un singolo DMARD. Tuttavia, il rischio di infezione era aumentato di 2,5 volte nei pazienti reumatici che assumevano più di un DMARD convenzionale o un anti-TNF, e di 7 volte quando il paziente assumeva più di 2 DMARD convenzionali. Il rischio di infezione è particolarmente alto (6 su 49 casi, 12%), se l'intervento è stato eseguito entro 1 anno dall'ultima dose di anti-TNF.

Importante sottolineare come l’utilizzo di corticosteroidi, da soli o in associazione, era più frequente nei pazienti che avevano contratto infezioni, sebbene la differenza non raggiungesse la significatività statistica.

Altri fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni, validi per tutti i pazienti indipendentemente dalla malattia reumatica, comprendevano il sesso maschile, un intervento chirurgico maggiore, il fumo, l’obesità e la concomitanza di malattie cardiovascolari.
Scherrer e colleghi concludono che i pazienti con malattia reumatica infiammatoria che assumevano immunosoppressori hanno un più elevato rischio di contrarre infezioni legate all’intervento chirurgico, specialmente quando in trattamento con più di un DMARD.

Inoltre gli autori del paper suggeriscono di “pianificare con attenzione l’interruzione del DMARD”, in particolare se si tratta di un “anti-TNF con un lungo intervallo di somministrazione”, il quale dovrebbe essere sospeso almeno un ciclo prima dell’intervento.

L’articolo pubblicato dai ricercatori svizzeri fa sicuramente luce su questioni ancora aperte, cui è impossibile trovare risposta se non attraverso analisi retrospettive su ampie casistiche di pazienti. Studi prospettici randomizzati e controllati sarebbero molto utili, ma l’incidenza delle infezioni post-operatorie è troppo bassa per poter raggiungere una potenza statistica adeguata; essa richiederebbe infatti la valutazione di ogni possibile fattore di rischio e lunghi periodi di osservazione.

Tuttavia alcuni aspetti della questione restano irrisolti o poco approfonditi. Fra questi, come gestire i diversi DMARD, siano essi chimici o biologici, quanto tempo dopo l’intervento ricominciare la terapia immunosoppressiva (è saggio attendere che la cicatrice chirurgica sia guarita?), che impatto può avere l’interruzione del trattamento sulla riabilitazione post-operatoria e quale la frequenza di riacutizzazione.
Speriamo che presto nuovi studi retrospettivi possano offrire risposte concrete.

Francesca Sernissi

Riferimenti
1. Scanzello CR, Figgie MP, Nestor BJ, Goodman SM. Perioperative management of medications used in the treatment of rheumatoid arthritis. HSS J. 2006;2:141-147.
2. Scherrer CB, Mannion AF, Kyburz D, Vogt M, Kramers-de Quervain IA. Infection risk after orthopedic surgery in patients with inflammatory rheumatic diseases treated with immunosuppressive drugs. Arthritis Care Res (Hoboken). 2013 Dec;65(12):2032-40.
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amica68
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Re: Interrompere un anti-TNF prima di un intervento

Messaggio da amica68 »

...........mmmmmmmmmmmmm..............è molto interessante l'argomento....ma mi sembra che non siano ancora molto in chiaro......
quindi con remicade che si fa ogni 6 settimane dovrei sospendere x 12 settimane prima dell'intervento.....?
dal 1974 asma bronchiale allergica trattata con immunoterapia
- dal 1980 sciatalgia dx, seguita da tallonite dx....di natura....misteriosa....
- dal 1984 finalmente diagnosi di ARTRITE REUMATOIDE GIOVANILE curata con sali d'oro (ridaura 3cp) + fans (voltare tra i 300 e i 50mg) + cortisone (sporadico per uveite)
- dal 1985 uveiti e iridocicliti acute ricorrenti trattate con cortisone e sottocongiuntivali
- dal 1991 diagnosi di SPONDILOARTRITE SIERONEGATIVA HLA B27+, curata con salazopirina, metotrexate e infine
- dal 2003 al 2013 trattata con remicade con ottimi risultati
- dal gennaio 2013 nuovo peggioramento, switch da remicade ad humira + methotrexate 10 mg + Voltaren 100/200/300.....e di nuovo 50mg cortisone per ritorno uveite.....che appena sospeso cortisone ritorna....e di nuovo 25mg e si ricomincia....
- dal giugno 2013 finalmente primi effetti di Humira , tengo methotrexate 10mg, scalo Voltaren a 25mg e intanto vediamo di scendere anche con cortisone mentre l'uveite indietreggia (10mg), aggiungo integratore Norflo e collirio antinfiammatorio (indom) a quello al cortisone (luxazone)
- dal luglio 2013 aggiunta di DiBase 25.000 una volta al mese ed inizio TOS, Premia 0,30mg.
- da settembre 2013 stop cortisone sia collirio che orale, continuo solo Indom collirio e Norflo a scopo preventivo.
20 settembre 2013 di nuovo uveite dx.....per ora solo colliri.....
- da ottobre 2013 stop Humira + metho....si torna a Remicade + Ciclosporina.....fai che sia la volta buona....
- da novembre 2013 finalmente decisamente meglio i dolori, si continua con Remicade + Ciclosporina 200mg
- da ottobre 2014: sospesa Ciclosporina perchè mi dava ipertensione.....
........ma una cosa ora la so: non ho mai avuto una a.r. giovanile ma bensì ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE OLIGOARTICOLARE HLA B27 + ASSOCIATA AD ENTESITE.........anche chiamata SINDROME ENTESITE ARTRITE......

...e dal 17/04/2013 in quanto positiva a Quantiferon, 9 mesi tondi tondi di antibiotico come profilassi:
- NICOZID 200 mg 1 cp e 1/2 die
- BENADON (vit B6) 1 cp die
....ma soprattutto... FARE O NON FARE L'INTERVENTO DI STABILIZZAZIONE CERVICALE C1/C2 anche in assenza di sintomi????........cercasi sfera di cristallo........
Proseguo in monoterapia con Remicade 400 ml ogni 6 settimane
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rosaria1956
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Re: Interrompere un anti-TNF prima di un intervento

Messaggio da rosaria1956 »

PANSO DI SI, PARLA DI DUE CICLI.
OVVIAMENTE, AVENDONE LA NECESSITA', IL CONSULTO CON IL PROPRIO REUM E CON IL CHIRURGO RESTA D'OBBLIGO E CONSIGLIABILE
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