ABBANDONO DELLE CURE

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lorichi
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ABBANDONO DELLE CURE

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Non mi curo e il medico non lo sa
La scarsa aderenza alle terapie
L’abbandono dei farmaci è frequente tra chi soffre di patologie autoimmuni: un malato su tre «rinuncia» molto spesso per la comparsa di effetti collaterali
di Daniela Natali


Un paziente su tre- ma se si tratta di «pelle» uno su due - rinuncia alla cura, ha un comportamento «altalenante» e, per di più, molto spesso non lo dice neanche al medico, pur essendo consapevole del fatto che rischia di andare incontro a un peggioramento delle proprie condizioni di salute e quindi della qualità di vita.
La scarsa aderenza alle terapie tra chi soffre di patologie autoimmuni croniche - come artrite reumatoide, spondilite anchilosante, morbo di Crohn, colite ulcerosa, psoriasi e artrite psoriasica - rappresenta oggi una sfida tanto per la salute dei pazienti quanto per la sostenibilità dei sistemi sanitari. Non è infatti difficile capire che ogni pillola buttata corrisponde a una perdita netta per il Servizio sanitario.

Il progetto
Il progetto «Mosaico» (chiamato così perché “a mosaico” ha incrociato i dati provenienti sia da pazienti che da medici per tre diverse tipologie di malattie croniche), attraverso una ricerca condotta da Doxa Pharma e promossa dall’Associazione nazionale malati reumatici (Anmar), dall’Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Amici) e dall’Associazione Nazionale Amici per la Pelle (Anap), grazie al contributo di AbbVie, ha cercato di “misurare” il fenomeno .
Chi soffre di psoriasi
Tra chi soffre di psoriasi, circa il 50 per cento dichiara di non seguire le indicazioni del medico, percentuale che passa al 44 per cento tra chi ha malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e colite ulcerosa) e al 35 per cento tra chi è affetto da patologie osteoarticolari . Ma i medici si rendono conto di questo fenomeno di abbandono? Solo in parte, perché tendono a sottovalutarlo. Secondo gli specialisti intervistati (243, mentre i malati interpellati sono stati 1017) è un paziente su quattro a essere discontinuo nel seguire le prescrizioni, con percentuali, che - sempre secondo i medici - vanno da circa il 20% tra chi soffre di patologie osteoarticolari o gastroenterologiche, fino al 3o% per i pazienti affetti da psoriasi.
Nella maggior parte dei casi la decisione di dire addio alle cure è dettata dagli effetti collaterali dei farmaci, ma, paradossalmente, il miglioramento dei sintomi è al secondo posto tra le cause di abbandono e prevale nei pazienti affetti da psoriasi, probabilmente confortati da un miglioramento “visibile”.
Anche Il tipo di trattamento ha un peso notevole nel determinare l’aderenza alla terapia.

Farmaci
Chi ricorre ai farmaci biologici dimostra, infatti, di attenersi di più alle raccomandazioni del medico, in termini di quantità, modalità e periodo di assunzione dei farmaci, rispetto ai pazienti cui sono prescritti farmaci tradizionali. La percentuale dei pazienti “inadempienti” nel caso dei biologici sta infatti, secondo di medici, in un intervallo compreso tra il 10 e 17 per cento e percentuali non di molto dissimili denunciano i malati. La discrepanza nell’aderenza alle cure con le due diverse tipologie di farmaci, dicono i responsabili delle associazioni coinvolte nell’indagine, è semplice: chi arriva ai farmaci biologici si rende conto di essere “all’ultima spiaggia” e si impegna maggiormente. Come chiosa Salvo Leone, di Amici (Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino): «Dopo il biologico per noi c’è solo il bisturi. Meglio sopportare i fastidi delle cure». Ma anche se la disponibilità a seguire le cure con i farmaci biologici è migliore, ancora molto c’è da fare. E non solo sul fronte della comunicazione: farmaci in grado di dare risultati percepibili fin dall’inizio della terapia, che rendono più probabile l’aderenza alle cure, come pure medicinali più facili da utilizzare.

5 maggio 2015 | 11:30
DA "CORRIERE DELLA SERA / SALUTE"
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Nonnalory
Una cosa alla volta un giorno dopo l'altro
Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/


Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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