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Artriti, la guarigione non è più utopia

Inviato: 26/06/2017, 17:39
da lorichi
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Artriti, la guarigione non è più utopia
Ci sono prove cliniche. Ma per evitare le ricadute bisogna controllare l’infiammazione con una biopsia

di ANNA LISA BONFRANCESCHI

Artriti, la guarigione non è più utopiaCI SONO DIAGNOSI da cui non si torna indietro. Malattie che si portano dietro il bollino della cronicità, senza possibilità di invertire rotta. Ma in alcuni casi la ricerca riesce ad aprire nuove porte, a rivoluzionare le vite dei malati, scandite da pillole, iniezioni e controlli periodici.

Succede, per esempio, nell’artrite psoriasica e nell’artrite reumatoide, dove negli ultimi anni la possibilità di sospendere le cure – perché i sintomi scompaiono e il paziente sta bene – ha cominciato a farsi sempre più reale. Qualcosa che – azzardano timidamente gli esperti – assomiglia a una guarigione. «Abbiamo pazienti con artrite psoriasica e anche con artrite reumatoide – racconta Gianfranco Ferraccioli immunologo del Policlinico Gemelli di Roma – che hanno sospeso i farmaci da 38 mesi e stanno bene».

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Non solo: per queste due patologie, grazie ai farmaci, è oggi possibile, in alcuni casi, raggiungere la remissione completa e dunque sospendere i trattamenti. Per farlo in tutta sicurezza, evitando il rischio ricadute, però è importante scegliere il momento giusto, spiega Ferraccioli. L’artrite psoriasica e l’artrite reumatoide sono infatti patologie che possono regredire, ma anche ripresentarsi, in un’altalena che costringe i pazienti a fare i conti con i farmaci per tutta la vita.

Le chance più alte di remissione, che arrivano anche al 25%, si hanno se si cura la malattia in una fase molto precoce: «Entro tre mesi dalla comparsa dei sintomi», continua Ferraccioli. Ci sono poi fattori clinici che incidono sulla probabilità di sospendere i farmaci: non avere alcun segno di erosione articolare all’esame radiografico al momento della diagnosi, e non essere sovrappeso.

Quello che serve, però, sono fattori prognostici solidi che indichino quando si può liberare il paziente dal peso della terapia, in tutta sicurezza. Che sono diversi per le due malattie, simili nel nome ma differenti sia nelle manifestazioni che nelle possibilità di remissione: «Se per l’artrite reumatoide conosciamo bene i criteri sufficienti a sospendere in sicurezza i farmaci biologici senza il rischio di ricadute, come assenza di sintomi e di infiammazione nell’ecografia delle articolazioni, nell’artrite psoriasica no: qui abbiamo bisogno di un esame in più», spiega Ferraccioli, che su Annals of Rheumatic Diseases ha appena pubblicato uno studio proprio sui parametri da rispettare prima di interrompere le cure in questa patologia.

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E aggiunge: «Sappiamo che l’artrite psoriasica, rispetto all’artrite reumatoide, ha maggiori probabilità di ricadute dopo la sospensione dei farmaci biologici, e questo perché il tessuto che ricopre le articolazioni e che si infiamma in chi soffre di artriti, è più vascolarizzato. Questo significa che le cellule del sistema immunitario hanno più possibilità di raggiungere le articolazioni sostenendo i processi infiammatori».

Ecco perché per questi pazienti è importante eseguire un esame specifico: la biopsia sinoviale è l’unica analisi in grado di mostrare se siamo o meno davanti a una vera remissione. In futuro, però, la speranza è quella di riuscire a farne a meno, trovando un marcatore che permetta di vedere dentro le articolazioni del paziente.

DA R.IT - MEDICINA