Malattie reumatiche appello per fondo farmaci biologici
Inviato: 26/06/2017, 17:46
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Malattie reumatiche: l'appello degli esperti: "Un fondo nazionale per i farmaci biologici"
Per garantire cure efficaci a tutti i pazienti e risparmi all’intera collettività. La richiesta della Società italiana di reumatologia a 20 anni dall’introduzione di queste terapie
di IRMA D'ARIA
Malattie reumatiche: l'appello degli esperti: "Un fondo nazionale per i farmaci biologici"
UN FONDO NAZIONALE per i farmaci biologici in reumatologia finanziato, sull’esempio del Fondo per le molecole innovative anticancro, attraverso un aumento delle accise sulle sigarette. A chiederlo è la Società Italiana di Reumatologia (Sir) alla luce dei dati epidemiologici relativi all’introduzione, ormai 20 anni fa, di queste terapie. Secondo i reumatologi è urgente anche l’istituzione di una rete reumatologica in tutte le regioni per garantire l’assistenza migliore possibile ai malati reumatici.
I progressi delle terapie. Le malattie reumatiche sono oltre 150 e colpiscono cinque milioni di italiani. "Si tratta di numeri importanti, è quindi indispensabile che le Istituzioni, il ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco e le Regioni comprendano quanto siano fondamentali i farmaci biologici nel trattamento di alcune di queste” afferma Mauro Galeazzi, presidente nazionale della Sir. “Garantiscono, infatti, una buona qualità di vita e quasi sempre consentono ai malati di tornare ad una esistenza normale. Le complicanze legate al lupus eritematoso per esempio si sono ridotte in modo importante. Lo stesso vale anche per l’artrite reumatoide e per tutte le artriti croniche infiammatorie che, nel loro insieme, interessano circa 450mila italiani. A fine anni ‘90, infatti, un paziente affetto da artrite reumatoide aveva un’aspettativa di vita di dieci anni in meno rispetto alla popolazione generale. Oggi invece è assolutamente identica”.
Poche prescrizioni. L’Italia, purtroppo, risulta al terzultimo posto in Europa per la prescrizione di farmaci biologici in ambito reumatologico. “Queste cure che in Italia hanno mediamente il prezzo più basso di tutto il Vecchio Continente - aggiunge Galeazzi - hanno drasticamente ridotto il numero dei ricoveri ospedalieri che ormai sono quasi inesistenti. E inoltre permettono di abbattere anche i costi legati alle assenze dal lavoro e alle pensioni di invalidità. L’artrite reumatoide, invece da sola, implica costi sociali per oltre 3 miliardi di euro l’anno. I guadagni e i risparmi che possiamo ottenere, sia per i singoli pazienti che per l’intera collettività, sono impressionanti. E’ perciò fondamentale che queste terapie innovative siano utilizzate da tutti i reumatologi, ovviamente sempre rispettando i criteri di appropriatezza. Tuttavia oggi assistiamo a continui inviti, da parte degli assessori regionali e dei direttori generali delle aziende sanitarie, a un contenimento dei costi legati ai farmaci biologici”.
L’importanza della prevenzione. Un fondo per le cure ma anche una grande attenzione alla prevenzione. “Come Sir - aggiunge il presidente della società scientifica “partiremo con campagne educazionali in particolare contro il fumo che è un vizio che va assolutamente contrastato ma anche contro l’inquinamento da polveri sottili che sembrano poter contribuire nel determinare la comparsa anche dell’artrite. Le sigarette, infatti, non sono responsabili dell’insorgenza solo del cancro e di disturbi cardio-vascolari o respiratori. Anche le malattie reumatologiche risultano più diffuse tra i tabagisti".
La rete regionale. Come in altri ambiti, anche per quello reumatologico le innovazioni terapeutiche e, in particolare, i farmaci biologici hanno davvero segnato una forte discontinuità nelle varie regioni. "Per questo - conclude Galeazzi - chiediamo l’istituzione di una rete reumatologica regionale e l’attivazione di un fondo simile a quello ottenuto per i farmaci oncologici che almeno in parte potrebbe provenire da un aumento delle accise sul tabacco. Così facendo potremmo garantire ai pazienti di tutte le regioni queste efficaci molecole salvavita che rappresentano un fondamentale investimento di salute pubblica. Infine potremmo anche disincentivare uno stile di vita estremamente pericoloso".
Da Repubblica.it - medicina
Malattie reumatiche: l'appello degli esperti: "Un fondo nazionale per i farmaci biologici"
Per garantire cure efficaci a tutti i pazienti e risparmi all’intera collettività. La richiesta della Società italiana di reumatologia a 20 anni dall’introduzione di queste terapie
di IRMA D'ARIA
Malattie reumatiche: l'appello degli esperti: "Un fondo nazionale per i farmaci biologici"
UN FONDO NAZIONALE per i farmaci biologici in reumatologia finanziato, sull’esempio del Fondo per le molecole innovative anticancro, attraverso un aumento delle accise sulle sigarette. A chiederlo è la Società Italiana di Reumatologia (Sir) alla luce dei dati epidemiologici relativi all’introduzione, ormai 20 anni fa, di queste terapie. Secondo i reumatologi è urgente anche l’istituzione di una rete reumatologica in tutte le regioni per garantire l’assistenza migliore possibile ai malati reumatici.
I progressi delle terapie. Le malattie reumatiche sono oltre 150 e colpiscono cinque milioni di italiani. "Si tratta di numeri importanti, è quindi indispensabile che le Istituzioni, il ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco e le Regioni comprendano quanto siano fondamentali i farmaci biologici nel trattamento di alcune di queste” afferma Mauro Galeazzi, presidente nazionale della Sir. “Garantiscono, infatti, una buona qualità di vita e quasi sempre consentono ai malati di tornare ad una esistenza normale. Le complicanze legate al lupus eritematoso per esempio si sono ridotte in modo importante. Lo stesso vale anche per l’artrite reumatoide e per tutte le artriti croniche infiammatorie che, nel loro insieme, interessano circa 450mila italiani. A fine anni ‘90, infatti, un paziente affetto da artrite reumatoide aveva un’aspettativa di vita di dieci anni in meno rispetto alla popolazione generale. Oggi invece è assolutamente identica”.
Poche prescrizioni. L’Italia, purtroppo, risulta al terzultimo posto in Europa per la prescrizione di farmaci biologici in ambito reumatologico. “Queste cure che in Italia hanno mediamente il prezzo più basso di tutto il Vecchio Continente - aggiunge Galeazzi - hanno drasticamente ridotto il numero dei ricoveri ospedalieri che ormai sono quasi inesistenti. E inoltre permettono di abbattere anche i costi legati alle assenze dal lavoro e alle pensioni di invalidità. L’artrite reumatoide, invece da sola, implica costi sociali per oltre 3 miliardi di euro l’anno. I guadagni e i risparmi che possiamo ottenere, sia per i singoli pazienti che per l’intera collettività, sono impressionanti. E’ perciò fondamentale che queste terapie innovative siano utilizzate da tutti i reumatologi, ovviamente sempre rispettando i criteri di appropriatezza. Tuttavia oggi assistiamo a continui inviti, da parte degli assessori regionali e dei direttori generali delle aziende sanitarie, a un contenimento dei costi legati ai farmaci biologici”.
L’importanza della prevenzione. Un fondo per le cure ma anche una grande attenzione alla prevenzione. “Come Sir - aggiunge il presidente della società scientifica “partiremo con campagne educazionali in particolare contro il fumo che è un vizio che va assolutamente contrastato ma anche contro l’inquinamento da polveri sottili che sembrano poter contribuire nel determinare la comparsa anche dell’artrite. Le sigarette, infatti, non sono responsabili dell’insorgenza solo del cancro e di disturbi cardio-vascolari o respiratori. Anche le malattie reumatologiche risultano più diffuse tra i tabagisti".
La rete regionale. Come in altri ambiti, anche per quello reumatologico le innovazioni terapeutiche e, in particolare, i farmaci biologici hanno davvero segnato una forte discontinuità nelle varie regioni. "Per questo - conclude Galeazzi - chiediamo l’istituzione di una rete reumatologica regionale e l’attivazione di un fondo simile a quello ottenuto per i farmaci oncologici che almeno in parte potrebbe provenire da un aumento delle accise sul tabacco. Così facendo potremmo garantire ai pazienti di tutte le regioni queste efficaci molecole salvavita che rappresentano un fondamentale investimento di salute pubblica. Infine potremmo anche disincentivare uno stile di vita estremamente pericoloso".
Da Repubblica.it - medicina