DIAGNOSI IN RITARDO PER LE VASCULITI

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lorichi
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DIAGNOSI IN RITARDO PER LE VASCULITI

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DIAGNOSI IN RITARDO PER LE VASCULITICominciata da lorichi
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lorichi8/1/2009, 09:23
Uno studio italiano sottolinea la necessità di una maggiore attenzione verso queste malattie

A causa di sintomi generici, ma anche perché «non ci si pensa», molte vasculiti vengono diagnosticate con grande ritardo, facendo trascorrere anche un paio d’anni dall’esordio dei disturbi. La segnalazione viene da uno studio condotto all’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, presentato al Congresso della Società italiana di reumatologia.

RITARDO DIAGNOSTICO – Per valutare l’intervallo tra la comparsa dei primi sintomi e segni di malattia e la diagnosi, i ricercatori italiani hanno preso in considerazione 103 pazienti affetti da vasculiti, un insieme di malattie rare caratterizzate da un processo infiammatorio che interessa la parete dei vasi sanguigni e che conduce ad alterazioni del flusso ematico e a danni a carico dei vasi interessati. In 8 dei casi considerati non è stato possibile risalire con precisione all’intervallo tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi. Nelle cosiddette vasculiti ANCA-associate, ovvero quelle caratterizzate dalla presenza di anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili, l’intervallo tra l’insorgenza dei primi sintomi e la diagnosi si è rivelato notevole, di oltre due anni (825,23±1438 gg). L’intervallo è invece risultato di meno di un mese (24,67±23,76) nelle vasculiti con impegno cutaneo.

SINTOMI - «Dai risultati del nostro studio si vede che le vasculiti con minor intervallo di latenza tra l’esordio dei sintomi e la diagnosi, sono quelle con impegno cutaneo, più facili da riconoscere a causa di manifestazioni spesso eclatanti, come l’eritema nodoso (caratterizzato da noduli soprattutto alle gambe) e la porpora (piccole macchie emorragiche tipicamente sulle gambe) – fa notare Franco Schiavon dell’Unità Operativa di reumatologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, uno degli autori della ricerca -. Le vasculiti, invece, che presentano un maggiore ritardo diagnostico sono le ANCA associate in quanto spesso esordiscono con sintomi aspecifici, per esempio dolori articolari, asma, riniti, malessere generale, sinusiti. Da qui l’importanza di considerare le vasculiti nelle varie diagnosi differenziali, soprattutto se il paziente si presenta con sintomi “sistemici”, per esempio febbre, dimagrimento, debolezza associati ad alterazioni di uno o più organi».

DIAGNOSI – Il problema del riconoscimento delle vasculiti dipende anche dal fatto che spesso i pazienti non danno particolare peso ai sintomi. Non solo, spesso quando il disturbo diventa fastidioso, come nel caso di una sinusite che non si risolve mai, capita che il paziente passi da uno specialista all’altro senza venirne a capo. E solo quando giunge all’osservazione di un reumatologo, più incline a considerare le vasculiti, magari ottiene una diagnosi, anche grazie all’ausilio di indagini supplementari. «A causa della enorme variabilità e aspecificità dei sintomi non è possibile formulare un metodo di valutazione univoco per tutti i pazienti sospettati di avere una vasculite – puntualizza Schiavon -. Solo l’esame obiettivo, alcuni test di laboratorio insieme a procedure specifiche (biopsie, Tac, ecc.) per ogni singola forma sospettata ci permettono di formulare una diagnosi precisa».

TERAPIA – L’importanza di giungere a una diagnosi in tempi ragionevoli risiede soprattutto nella conseguente possibilità di mettere in atto terapie adeguate che possono contribuire a evitare danni irreversibili. «Il trattamento delle vasculiti si basa essenzialmente sull’utilizzo di farmaci cortosinici ed eventualmente immunosopressori, tra cui anche i nuovi biologici, utilizzati solo nei pazienti resistenti ai trattamenti tradizionali perchè privi di autorizzazione ministeriale. Questi farmaci non sono infatti ancora stati registrati per l’impiego nelle vasculiti».


FONTE: CORRIERE DELLA SERA - SALUTE

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Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
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Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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