FORUM SULLE MALATTIE REUMATICHE INFIAMMATORIE CRONICHE AUTOIMMUNI (MA.R.I.C.A.) DEL GRUPPO REUMAMICI

Da poco, due giorni fa, un ragazzo...con famiglia, e' morto.
Aveva un'epatite C.
Era uno a cui piaceva bere una birra con gli amici, fumare, mangiare carne arrosto.
Da qualche anno era in cura con conseguenti privazioni legate alla sua patologia, la moglie ci ha detto che, stufo delle cure aveva aveva da qualche tempo smesso di curarsi e presumo smesso di avere privazioni.
E' morto......secondo me un vero e proprio suicidio.
Ma si puo' ?
Essere cosi' deboli da non riuscire a volersi un po bene ?

CARO PINO QUESTA COSA E' MOLTO TRISTE MA PENSO CHE SI, SI PUO' MORIRE COSI. CREDO SIA UNA SORTA DI RIBELLIONE, UN VOLER ESSERE LIBERI E CREDO ANCHE CHE SIA QUALCOSA CHE VA AL DI LA DELLA DEBOLEZZA, IO PENSO CHE SIA DISPERAZIONE. A VOLTE E' DIFFICILISSIMO SEGUIRE RIGOROSAMENTE QUELLO CHE CI VIENE IMPOSTO NOSTRO MALGRADO, PUR SAPENDO CHE NE VA DELLA SALUTE E ANCHE DELLA VITA, CI SI LASCIA ANDARE, NON SI VOGLIONO AVERE VINCOLI, IMPOSIZIONI, SI VUOLE ESSERE PADRONI DELLA PROPRIA VITA, FORSE E' UN MOMENTO DI FOLLIA.
MI SPIACE PER LA SUA FAMIGLIA.

No, penso che non si possa morire cosi', questo ragazzo non ha scusanti, per me e' un vero e proprio suicida ed e' un peccato perche' era giovane ed aveva una famiglia che oggi lo piange, non si puo' nel 21 secolo, dove la medicina cura di tutto, rinunciare ad una terapia che puo' restituire la vita ...

si è vero oggi la medicina cura tanto,però bisogna vedere questo ragazzo nello specifico cosa viveva..ATTENZIONE non lo giustifico,cerco solo di capire cosa poteva provare dentro di lui..Non credo neanche che fosse debole..ci vuole un gran coraggio a lasciarsi andare..sono vicina a chi ci voleva bene..

IO LO CONOSCEVO SUPERFICIALMENTE, PERO' LA MIA OPINIONE E' VICINA A QUELLA DI MARZIA.
CI SONO TANTI POVERACCI CHE NON HANNO CURE....VORREBBERO AVERLE MA NON ESISTONO.

LORY CHE UNO OCCASIONALMENTE ABBIA DELLE DEBOLEZZE E' NORMALE, IO SONO DIABETICO....LO SO PURTROPPO.
DA QUI A MANGIARMI TUTTI I GIORNI UN VASSOIO DI PASTE O A SMETTERE DI FARE L'INSULINA CE NE CORRE UN BEL PO'.

MA INFATTI PINO. IO LO VEDO COME UN COMPORTAMENTO DISPERATO. TU SICURAMENTE NE SAI PIU' DI ME ANCHE PERCHE' LO CONOSCEVI, PENSI CHE IL SUO SIA STATO SEMPLICEMENTE UN COMPORTAMENTO STUPIDO? QUESTA COSA MI FA VENIRE IN MENTE I DIALIZZATI DEI QUALI OGNI TANTO SI LEGGE CHE SCAPPANO PERCHE' NON SOPPORTANO DI DIPENDERE PER TUTTA LA VITA DA UNA MACCHINA. CERTO PER IL DIABETICO FORSE SAREBBE PIU' SEMPLICE PERCHE' STARE A DIETA E' GIA' UN GROSSO AIUTO MA NON TUTTI HANNO LA STESSA DETERMINAZIONE E FORZA D'ANIMO. POI CERTO AVETE RAGIONE VOI..................NON SI PUO' MORIRE COSI, MA LUI L'HA FATTO.

Penso che ciascuno di noi dovrebbe avere rispetto della propria persona.
E penso che l'istinto di autoconservazione dovrebbe prevalere sugli istinti suicidari.
Però le ragioni che inducono le persone ad agire più o meno consapevolmente queste scelte spesso sono insondabili. Insomma ognuno ha le sue ragioni...

Mi rifaccio all'esempio di Loredana, mia suocera che ho accudito fino alla morte era dializzata e vi assicuro che certi giorni, convincerla ad andare in dialisi era una impresa, eppure sapeva bene che si trattava di vita o di morte e saltare anche una sola seduta le sarebbe stato fatale....ma mia suocera era anziana ed ha iniziato fortunatamente tardi con questi problemi.
Credo che la stanchezza di un sacrificio e di una sofferenza continua e la prospettiva di una vita vissuta sotto tali insegne, possa far scattare un molla di ribellione ed alla fine non pensi neppure che potresti morire, ti ribelli e basta.
Certe malattie molto subdole come una epatite cronica oppure il diabete, sono malattie per persone con una grossa capacità di intelligente autocontrollo e grande spirito di sacrificio perchè, essendo patologie che non comportano, apparentemente, dei grossi sintomi, fanno sì che uno tenda a dimenticare che è malato.
Molto più facile curare le nostre malattie reumatiche, per esempio, perchè noi abbiamo il sintomo del dolore ed il dolore non si sopporta e quindi ci curiamo e facciamo di tutto affinchè passi, ma certe malattie invece, che provocano danno senza creare nel pazienti delle apparenti difficoltà, sono certamente più difficili da gestire.
Non credo si tratti solo di autolesionismo ma proprio di mancanza di volontà al sacrificio e difficoltà ad accettare delle rinuncie.
Noi che leggiamo dall'esterno restiamo magari esterefatti da tale tipo di comportamento, ma credetemi non è facile, meglio una malattia dolorosissima che una così insidiosa e subdola.

COME SI PUO' DECIDERE COSA E' GIUSTO UNIVERSALMENTE? IO NON GIUSTIFICO IL SUICIDIO...MA PENSO E SONO CONVINTA CHE OGNUNO DI NOI DEBBA AVERE LA LIBERTA' DI SCEGLIERE QUELLO CHE RITIENE GIUSTO FARE DELLA PROPRIA VITA.
IO NON SO PERCHE' QUESTO RAGAZZO E' ARRIVATO AD UNA DECISIONE COSI' DRASTICA, NON SO SE QUELLO CHE GLI HANNO DETTO ERA PER LUI LA COSA PEGGIORE DEL MONDO, E NON SO SE LE PERSONE CHE LO CIRCONDAVANO LO FACEVANO SENTIRE DIVERSO, ROMPI SCATOLE. NON SO COSA E' SCATTATO DENTRO DI LUI...E SINCERAMENTE NON MI SENTO DI GIUDICARLO, NE MI SENTO DI DIRE CHE HA FATTO MALE O BENE. IO SPERO SEMPRE PER ME DI NON TROVARMI MAI A PERCORRERE QUELLA STRADA. NON TUTTI HANNO E AMANO IL CONFRONTO, QUALCUNO TIENE TUTTO CHIUSO DENTRO DI SE, IN QUALCHE CASO COSI' FACENDO UNA PAGLIUZZA DIVENTA UN PIANETA DI UN'ALTRA GALASSIA. HO TROPPO RISPETTO PER LA MENTE UMANA..E FORSE PERCHE' HO VISSUTO MOLTO DA VICINO ALCUNE ESPERIENZE (TIPO SUICIDIO...IL MIO EX FIDANZATO LO HA FATTO) NON MI SENTO DI ESPRIMERE GIUDIZI COSI' NETTI.
CREDO CHE LA TOLLERANZA E L'ASCOLTO SIA ALLA BASE DI TUTTO...E FORSE LUI NON HA DECISO DI SUICIDARSI, MAGARI GLI HANNO DETTO CHE ORMAI ERA DIVENTATO UN MALATO TERMINALE ED HA SCELTO DI ANDAR VIA RIPROVANDO I PIACERI DI UNA VOLTA. MAGARI NON HA DETTO A NESSUNO TUTTO QUESTO, HA DECISO PER SE..., LA VITA E' SOLO NOSTRA...NESSUNO HA IL DIRITTO DI DIRCI COME DOBBIAMO VIVERLA. ANCHE QUANDO IL MODO DI VIVERE DEGLI ALTRI NON SI SPOSA CON IL NOSTRO E TROVIAMO CHE SIA ASSURDO.
IO AD ESEMPIO VORREI VIVERE ALMENO FINO A 400 ANNI...CON BASTONCINO I DOLORI E SENZA DENTI...SONO COSI' CURIOSA...E FACCIO DI TUTTO O QUASI TUTTO PER PRESERVARE IL MIO STATUS...MA OGNI TANTO ANCHE IO SONO MOLTO TENTATA DI MOLLARE TUTTO, POI NON LO FACCIO, CI SIETE VOI CHE MI AIUTATE, MA PRIMA DI OGNI ALTRA COSA IO HO PERMESSO A VOI DI AIUTRAMI...NON SEMPRE E' COSI'. MI SPIACE PER LUI...FORSE AVEVA BISOGNO DI AIUTO E NESSUNO SE NE ACCORTO...NON SEMPRE E' FACILE CAPIRE CHI CI STA VICINO, SOPRATTUTTO SE UNA PERSONA NON VUOLE FARSI CAPIRE...VI POSSO GARANTIRE CHE NON E' FACILE.
BACI GIO'

SI, SONO D'ACCORDO CON GIO', MA ANCHE CON ROSY.....
Io posso capire il perchè l'ha fatto, anche se non condivido, ....a volte si ha meno paura a morire che a vivere......a volte si ha più coraggio a lasciare che sia il destino a decidere, che voler vivere in un certo modo.....non so....ma bisogna provare ad essere nella medesima situazione per giudicare......i rapporti con la moglie, la famiglia, appunto a quale stadio era la sua malattia, ecc ecc...c'è molta gente che dice "meglio vivere un giorno da leone che...." non pensando a quante opportunità la vita offre.......insomma ognuno decide per sè, più o meno.....
a me il coraggio di vivere per esempio verrebbe a mancare per la morte di una delle mie figlie, e non mi interesserebbe sapere null'altro, nè cosa mi perderei della vita nè che le cose si metabolizzano tutte........anche se in famiglia ho esempio dimia nonna che ha visto morire il marito a 30 anni e due figli giovanissimi........io quella forza e quella rassegnazione non so cosa siano.....
silvana

MA IO NON PENSO CHE QUESTA PERSONA, DELLA QUALE NON SO ASSOLUTAMENTE NULLA, ABBIA AGITO IN MANIERA COSCIENTE COL PROPOSITO DI MORIRE.
VI VOGLIO RACCONTARE UNA STORIA.

AVEVO UN COLLEGA, SPOSATO CON DUE FIGLI, UN UOMO SIMPATICISSIMO, SEMPRE ALLEGRO, ENERGIA DA VENDERE, SEMPRE IN VIAGGIO PER LAVORO, AUTOSTIMA ALLE STELLE, (GIUSTO PER FARVI CAPIRE IL PERSONAGGIO). AVEVA UN NEO DIETRO LA SCHIENA DEL QUALE NON S'E' MAI PREOCCUPATO. LA MOGLIE E GLI AMICI HANNO TENTATO DI CONVINCERLO A FARSI VEDERE PER MOLTO TEMPO E LUI S'E' DECISO SOLO QUANDO IL NEO HA COMINCIATO A SANGUINARE, L'HANNO OPERATO E GLIELO HANNO TOLTO E GLI ANNO DETTO CHE DOVEVA FARSI RIVEDERE E CONTROLLARE PERIODICAMENTE. ALL'EPOCA LUI LAVORAVA IN CINA E VIAGGIAVA ANCORA DI PIU', UN GIORNO LO INCONTRO NEL PIAZZALE DELL'AZIENDA, BACI E ABBRACCI E GLI CHIEDO COME VA, MI RACCONTA CHE DOVREBBE FARSI I CONTROLLI MA NON LI FA E HA CHIUSO IL DISCORSO DICENDO "MA A ME CHI M'AMMAZZA" (TIPICA FRASE IN ROMANESCO). DOPO CIRCA UN ANNO E' MORTO DI MELANOMA.

AVEVA TUTTE LE INFORMAZIONI, LA CULTURA E L'INTELLIGENZA PER SAPERE E CAPIRE COSA AVREBBE DOVUTO FARE EPPURE NON L'HA FATTO. HA LASCIATO LA MOGLIE E DUE FIGLI E LA SPIEGAZIONE DI TUTTO QUESTO E' NELL'ULTIMA FRASE CHE MI HA DETTO "A ME CHI M'AMMAZZA". PENSAVA DI ESSERE UN INVINCIBILE UNO AL QUALE NON POTEVA SUCCEDERE NULLA.
STUPIDITA'? INCOSCIENZA? DELIRIO D'ONNIPOTENZA? PAURA? EPPURE SONO CONVINTA, SONO ASSOLUTAMENTE CERTA CHE LUI NON AVESSE ALCUNA INTENZIONE DI MORIRE, SEMPLICEMENTE HA PENSATO CHE ERA UNA COSA CHE POTEVA GESTIRE E CONTROLLARE COME AVEVA SEMPRE FATTO CON LA SUA VITA.

Non so. Mi sento vicina al pensiero di Giò e a quello di Lory.

Non sappiamo nulla di questa persona, non conosciamo i sentimenti, i dolori, le paure e le intime felicità.
Si è suicidato? Può essere, ma mi permetto di dire che per quanto riprovevole o incomprensibile sia una condotta del genere, che non tiene conto del "sè", dei figli, della moglie e degli affetti, ciascuno, in un'ottica laica, fa ciò che vuole della sua vita.
Forse per lui curarsi significava vivere una vita indegna, forse vivere fino all'ultimo negando la malattia e la "schiavitù" delle cure è stata per lui la scelta meno dolorosa. Ma era pur sempre una sua libertà, se le cose stanno effettivamente così.
Ovviamente io non condivido questo modo di agire ma lo rispetto e lo compatisco. Soprattutto in nome del libero arbitrio sospendo il giudizio.

Ho avuto periodi di scoramento in cui al mattino guardavo la pillolina magica che sostituisce la mia ghiandola tiroidea... e ho pensato "io non ti prendo per 10,20,30 giorni e scivolo via..." Ma l'anelito della vita è stato sempre e comunque più forte. E anche se ogni mattina litigo con quei 20 minuti che al risveglio mi separano dalla moka del caffè, ogni mattina rinnovo la sfida e mangio la mia pillola e il resto della giornata che mi consente di vivere.

è triste leggere questa vicenda...la mente umana
è un mistero chissà che le è scattato alla mente per prendere
una decisione del genere

Anche mia suocera è diabetica e fa insulina fino a due mesi fa la facevo io ora ha imparato..Però c'è stato un periodo che non voleva più farla..perchè era stanca..Non so come altri di voi..non condivido il suicidio,ma capisco quando uno non ce la fa più..Magari non aveva aiuto non solo fisico,ma anche psicologico...insomma pur non condividendo..anzi si deve lottare..credo però che per essere arrivato a quel punto...deve essere stato proprio male..