ARTRITE REUMATOIDE - PIU' RIABILITAZIONE

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lorichi
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ARTRITE REUMATOIDE - PIU' RIABILITAZIONE

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lorichi8/1/2009, 09:43
Abbinando a farmaci mirati una terapia riabilitativa è possibile prevenire disabilità invalidanti

Chi soffre di malattie reumatiche che possono causare un grado importante di disabilità, come l’artrite reumatoide, può trarre grandi benefici se alla terapia farmacologica precoce viene associato un adeguato trattamento riabilitativo. Lo hanno sottolineato gli esperti intervenuti al recente congresso della Società italiana di reumatologia.

RIABILITAZIONE - «Solo mediante un approccio riabilitativo globale è possibile fornire al paziente con artrite reumatoide tutti gli strumenti necessari per affrontare l’evoluzione della malattia – fa notare Giovanni Arioli, Direttore dell’Unità operativa di Riabilitazione specialistica e reumatologia dell’Azienda Ospedaliera “C. Poma” di Mantova, nel suo intervento al congresso -. Il trattamento riabilitativo ha diversi obiettivi, a partire dal ripristino della massima funzionalità articolare possibile. Non solo, questo approccio deve fare in modo che vengano mantenute la resistenza e la forza muscolare e ridotta la sintomatologia dolorosa, nonché mirare alla prevenzione della deformazione articolare». Alla base di un programma riabilitativo deve esserci sempre un progetto individuale, occorre cioè definire che cosa si vuole ottenere nel caso specifico. «Non esiste un programma che vada bene per tutti – puntualizza Arioli -, bisogna infatti calibrare l’intervento sul singolo paziente».

ESERCIZIO TERAPEUTICO – Gli strumenti a disposizione per la riabilitazione sono diversi: si va da terapie fisiche come l’ultrasuonoterapia, la Tens, il Low Level Laser e la Balneotermoterapia (programma di terapia in ambiente termale) all’esercizio terapeutico. «Le prove a favore dell’efficacia delle terapie fisiche in realtà sono scarse e inconcludenti, mentre la validità dell’esercizio terapeutico è stata dimostrata da numerosi studi – precisa l’esperto -. L’esercizio terapeutico rappresenta, infatti, un trattamento in grado di apportare benefici importanti migliorando la forza muscolare, la capacità aerobica, lo stato psicologico, la performance gestuale, l’autonomia e la qualità della vita del paziente. Ovviamente, il programma terapeutico deve essere proposto e controllato da uno specialista, limitando sollecitazioni abnormi su articolazioni gravemente compromesse».

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE – Un trattamento globale del paziente con artrite reumatoide che consideri l’aspetto farmcologico ma anche quello riabilitativo non può però prescindere da un approccio multidisciplinare come sottolinea Arioli: «Solo mediante un approccio terapeutico globale, realizzabile con un articolato intervento multidisciplinare ed interdisciplinare è possibile fornire al paziente affetto da questa malattia, anche in fase precoce, tutti gli strumenti necessari a ridurre il grado della sua disabilità». Insomma l’unione fa la forza e il malato ha solo da guadagnarne. Peccato che in termini di lavoro di squadra in Italia ci sia ancora molta strada da fare: sono infatti ancora pochi i centri che hanno fatto della multidisciplinarità il proprio punto di forza.

FONTE: CORRIERE DELLA SERA - SALUTE

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Nonnalory
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Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/


Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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