AR - IL 75% NON SA DI ESSERE MALATO
Inviato: 17/02/2010, 8:36
Allarme artrite reumatoide:
il 75% non sa di essere malato
Colpisce soprattutto le donne. Un fumetto informativo negli studi medici e nei poliambulatori
BARI – Tre persone con artrite reumatoide su quattro non sanno di essere malate, con la conseguenza che non seguono alcun trattamento. Una sottovalutazione che desta preoccupazione perché è una malattia fortemente invalidante che colpisce in particolare le articolazioni delle mani e dei piedi e impedisce di compiere i gesti più semplici, come camminare, sollevare una bottiglia o un bicchiere d’acqua o comporre un numero di telefono. In Italia sono 300 mila le persone colpite, 20 mila circa in Puglia. A Bari giovedì 11 febbraio, dalle 8.30 alle 17.30, si svolgerà un incontro su «Il Governo clinico in Reumatologia», rivolto ai medici specialisti, agli specialisti in organizzazione sanitaria e ai rappresentanti delle Istituzioni.
UNA RETE PER L'ASSIETNZA SPECIALISTICA - «La Puglia – spiega Giovanni Lapadula, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Bari – è stata la prima Regione in Italia che ha approvato e applicato un protocollo diagnostico sull’artrite reumatoide. Vogliamo ora realizzare sul nostro territorio la messa in rete della assistenza specialistica con le strutture organizzative esistenti, coinvolgendo i distretti e i dipartimenti di cure primarie e armonizzando il lavoro delle diverse figure coinvolte, specialisti, medici di famiglia, infermieri e associazioni dei pazienti. È fondamentale che ogni malato venga trattato con gli stessi criteri diagnostici e terapeutici perché così possiamo garantire i più alti livelli di assistenza. Nascerà al più presto, ci auguriamo col sostegno indispensabile delle Istituzioni». Nelle fasi iniziali la malattia non si presenta con i caratteri di gravità che invece può manifestare successivamente, se non trattata in tempo. «Il paziente – continua Lapadula – riferisce dolori che possono sembrare banali, ma è proprio questo il momento in cui si deve intervenire per stroncare la malattia sul nascere. Se non riconosciuta in tempo, il rischio di sviluppare un danno strutturale permanente in futuro è elevatissimo. È quindi essenziale sollecitare la sensibilità dei medici di famiglia, che possono riconoscere i primi sintomi e indirizzare i pazienti dagli specialisti per iniziare una terapia. Oggi sono infatti disponibili trattamenti in grado di controllare la malattia nella sua progressione invalidante».
«IN DIFESA DI NOI» - La parola d’ordine è quindi avvicinarsi sempre più ai cittadini. In Puglia, a partire da febbraio, partirà la campagna di comunicazione «In difesa di Noi»: nelle Asl e negli studi dei medici di famiglia verranno affissi poster e verrà distribuito un fumetto informativo che con linguaggio semplice e diretto spiega sintomi e trattamento della malattia. «L’artrite reumatoide – conclude Lapadula – è una patologia tipicamente femminile: colpisce in particolare donne in età fertile, tra i 35 e i 40 anni, quindi con evidenti ripercussioni anche sulle capacità lavorative. Per questo il materiale divulgativo verrà distribuito anche nei saloni di bellezza e nei locali dei parrucchieri, luoghi in cui è possibile raggiungere il maggior numero di persone». All’evento centrale dell’11 febbraio, che si struttura come una sorta di tavola rotonda sulle problematiche nell’assistenza al paziente socialmente fragile perché colpito da una malattia cronica, seguiranno altri quattro incontri periferici rivolti in particolare ai medici di famiglia ed agli infermieri ospedalieri (il 17 febbraio a Lecce interesserà le province di Brindisi e Lecce, il 23 febbraio a Taranto, il 4 marzo, a Foggia, interesserà le province BAT e Foggia e l’11 marzo gli eventi itineranti si concluderanno a Bari). Il ciclo di incontri è organizzato dall’Agenzia Regionale Sanitaria della Regione Puglia, dalla Cattedra di Reumatologia dell’Università di Bari e dall’Associazione Pugliese Malati Reumatici Onlus (A.P.MA.R.).
DA SEZIONE "SALUTE" DEL CORRIERE DELLA SERA
09 febbraio 2010
il 75% non sa di essere malato
Colpisce soprattutto le donne. Un fumetto informativo negli studi medici e nei poliambulatori
BARI – Tre persone con artrite reumatoide su quattro non sanno di essere malate, con la conseguenza che non seguono alcun trattamento. Una sottovalutazione che desta preoccupazione perché è una malattia fortemente invalidante che colpisce in particolare le articolazioni delle mani e dei piedi e impedisce di compiere i gesti più semplici, come camminare, sollevare una bottiglia o un bicchiere d’acqua o comporre un numero di telefono. In Italia sono 300 mila le persone colpite, 20 mila circa in Puglia. A Bari giovedì 11 febbraio, dalle 8.30 alle 17.30, si svolgerà un incontro su «Il Governo clinico in Reumatologia», rivolto ai medici specialisti, agli specialisti in organizzazione sanitaria e ai rappresentanti delle Istituzioni.
UNA RETE PER L'ASSIETNZA SPECIALISTICA - «La Puglia – spiega Giovanni Lapadula, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Bari – è stata la prima Regione in Italia che ha approvato e applicato un protocollo diagnostico sull’artrite reumatoide. Vogliamo ora realizzare sul nostro territorio la messa in rete della assistenza specialistica con le strutture organizzative esistenti, coinvolgendo i distretti e i dipartimenti di cure primarie e armonizzando il lavoro delle diverse figure coinvolte, specialisti, medici di famiglia, infermieri e associazioni dei pazienti. È fondamentale che ogni malato venga trattato con gli stessi criteri diagnostici e terapeutici perché così possiamo garantire i più alti livelli di assistenza. Nascerà al più presto, ci auguriamo col sostegno indispensabile delle Istituzioni». Nelle fasi iniziali la malattia non si presenta con i caratteri di gravità che invece può manifestare successivamente, se non trattata in tempo. «Il paziente – continua Lapadula – riferisce dolori che possono sembrare banali, ma è proprio questo il momento in cui si deve intervenire per stroncare la malattia sul nascere. Se non riconosciuta in tempo, il rischio di sviluppare un danno strutturale permanente in futuro è elevatissimo. È quindi essenziale sollecitare la sensibilità dei medici di famiglia, che possono riconoscere i primi sintomi e indirizzare i pazienti dagli specialisti per iniziare una terapia. Oggi sono infatti disponibili trattamenti in grado di controllare la malattia nella sua progressione invalidante».
«IN DIFESA DI NOI» - La parola d’ordine è quindi avvicinarsi sempre più ai cittadini. In Puglia, a partire da febbraio, partirà la campagna di comunicazione «In difesa di Noi»: nelle Asl e negli studi dei medici di famiglia verranno affissi poster e verrà distribuito un fumetto informativo che con linguaggio semplice e diretto spiega sintomi e trattamento della malattia. «L’artrite reumatoide – conclude Lapadula – è una patologia tipicamente femminile: colpisce in particolare donne in età fertile, tra i 35 e i 40 anni, quindi con evidenti ripercussioni anche sulle capacità lavorative. Per questo il materiale divulgativo verrà distribuito anche nei saloni di bellezza e nei locali dei parrucchieri, luoghi in cui è possibile raggiungere il maggior numero di persone». All’evento centrale dell’11 febbraio, che si struttura come una sorta di tavola rotonda sulle problematiche nell’assistenza al paziente socialmente fragile perché colpito da una malattia cronica, seguiranno altri quattro incontri periferici rivolti in particolare ai medici di famiglia ed agli infermieri ospedalieri (il 17 febbraio a Lecce interesserà le province di Brindisi e Lecce, il 23 febbraio a Taranto, il 4 marzo, a Foggia, interesserà le province BAT e Foggia e l’11 marzo gli eventi itineranti si concluderanno a Bari). Il ciclo di incontri è organizzato dall’Agenzia Regionale Sanitaria della Regione Puglia, dalla Cattedra di Reumatologia dell’Università di Bari e dall’Associazione Pugliese Malati Reumatici Onlus (A.P.MA.R.).
DA SEZIONE "SALUTE" DEL CORRIERE DELLA SERA
09 febbraio 2010