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BATTERIO ALL'ORIGINE DELLA SCLEROSI MULTIPLA

Inviato: 02/03/2010, 8:45
da lorichi
All’origine della sclerosi multipla un batterio che si nasconde nel cervello
Un gruppo di ricercatori italiani ha formulato un'ipotesi che potrebbe spiegare la causa della scelrosi. Un batterio assolutamente innocuo potrebbe stimolare la reazione dei linfociti T del sistema immunitario che intervengono per distruggerlo. L'esperimento però è stato condotto solo su cavie
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Novità per la cura della sclerosi
Può essere nascosta in un batterio la causa nascosta della sclerosi multipla. Un gruppo di ricercatori italiani ha indagato il meccanismo di risposta della malattia e ha scoperto che dopo essere entrati in contatto con un batterio innocuo e modificato, alcuni topi di laboratorio sviluppano una malattia autoimmune. E questa reazione, illustrata sulla rivista Journal of Immunology, potrebbe spiegare cosa innesca la malattia che colpisce il sistema nervoso centrale. Lo studio è stato condotto dall’equipe guidata Francesco Ria (Istituto di Patologia generale) e Giovanni Delogu (Istituto Microbiologia) dell'Università Cattolica di Roma.

"All’origine della sclerosi c’è un’infiammazione scatenata dal sistema immunitario, che provoca la distruzione del rivestimento delle fibre nervose all'interno del sistema nervoso centrale. Attualmente non si conosce l'agente che dà il via a questo processo - spiega Ria - ma sappiamo che esistono un fattore genetico e ambientali che possono scatenarli". In campo ci sono fondamentalmente due teorie: secondo una prima ipotesi, un virus si nasconde nel cervello ed è la risposta immunologica antivirale quella che causa la malattia. La seconda ipotesi, invece, prevede che un'infezione scatenata da un agente virale o batterico simile a specifiche molecole del sistema nervoso centrale attivi una reazione del sistema immunitario, che finisce per distruggere le cellule del cervello (ipotesi autoimmune). Ed è proprio questa seconda ipotesi che i ricercatori si sono prefissi di verificare con questa pubblicazione che ha richiesto più di due anni di lavoro.

Con l’esperimento i ricercatori hanno ingannato il sistema immunitario del topo. Per farlo hanno modificato un batterio della famiglia dei micobatteri e l’hanno reso simile alla mielina, una molecola che riveste le cellule nervose. Il micobatterio modificato pur essendo completamente innocuo è però capace di scatenare la reazione delle cellule T del sistema immunitario che intervengono per annientarlo. Normalmente le cellule T non possono entrare nel sistema nervoso centrale, precisa Ria, "perchè la barriera ematoencefalica glielo impedisce. Ma il batterio modifica le caratteristiche delle cellule T e consente loro di superare questa barriera. In 15 giorni il batterio viene eliminato ma il punto è che ora quelle cellule T possono entrare nel cervello: in questo modo iniziano ad attaccare la mielina delle cellule nervose, ed ecco che si scatena la malattia autoimmune".

Insomma l’analisi dimostra che nell’animale è possibile che ci sia un’infezione che nell’immediato non causa alcuna malattia ma che in seguito sviluppae una patologia autoimmune. Ovviamente, tengono a sottolineare i ricercatori, "si tratta solo del primo passo per comprendere meglio il funzionamento di questa malattia devastante, con la speranza di riuscire a sconfiggerla".
(Marzo 1, 2010)
DA "SALUTE" - LA REPUBBLICA