NUOVO FARMACO PER SCLEROSI MULTIPLA
Inviato: 18/06/2009, 15:52
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NUOVO FARMACO PER SCLEROSI MULTIPLACominciata da lorichi
FORUM SULLE MALATTIE CRONICHE AUTOIMMUNI DEL GRUPPO REUM AMICI > BIBLIOTECA APERTA A TUTTI
Parte 1 di 1
lorichi7/6/2009, 11:08
Un farmaco "intelligente" per la SM
Malattie insidiose, multiformi, sfuggenti, quelle autoimmuni. Il sistema immunitario (che ci difende dalle aggressioni esterne) perde di vista i suoi veri nemici, primi tra tutti virus e batteri e si accanisce sull'organismo, iniziando da un bersaglio principale per poi estendersi ad altri. Autoimmuni sono l'artrite reumatoide (che lede prima le articolazioni, poi cuore, nervi, vie respiratorie) e la psoriasi (che parte dalla pelle e poi va sulle articolazioni e sul cuore), ma anche la malattia di Crohn (che ha come bersaglio principale l'intestino) e la sclerosi multipla (che, prendendo di mira la mielina, sopprime a poco a poco la capacità di tutti i nervi di trasmettere i segnali). Oggi la terapia delle malattie autoimmuni punta a un traguardo: spegnerle e mantenerle non attive, per impedire che il danno progredisca.
Ci vogliono farmaci raffinati, che non soltanto blocchino i meccanismi tipici di ogni malattia, ma che siano anche utilizzabili a lungo, garantendo efficacia e una tollerabilità accettabile. Un traguardo ambizioso. Nell'artrite reumatoide sembrano riuscirci, nel 50 per cento dei casi, i farmaci che bloccano il Tnf-alfa. Sul versante sclerosi multipla ci sono nuove conferme per un anticorpo monoclonale, natalizumab. Bloccando le alfa-4 integrine, presenti sulla superficie della maggior parte dei globuli bianchi, impedisce che questi migrino verso il sistema nervoso scatenando la reazione autoimmune anti-mielina.
Natalizumab è disponibile in Italia dal 2006, rimborsato dal Ssn per la terapia dei pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente, mai trattati con altri farmaci, oppure per i casi in cui la malattia non risponde più ai tradizionali immunomodulanti. Le nuove conferme all'efficacia del farmaco vengono dalla valutazione a distanza dello studio Affirm, durato due anni, nel quale natalizumab aveva dimostrato la sua attività a confronto con placebo. Pubblicata su The Lancet quest'anno, questa analisi ha considerato i marker di malattia più consolidati, come per esempio il numero di ricadute, o l'evidenza di nuove lesioni all'indagine radiologica, in tutti i sottogruppi di pazienti, con malattia ad attività alta e bassa. Ne è emerso che, al secondo anno di terapia con natalizumab, la maggior parte dei soggetti (80%) non presentava segni clinici di attività della malattia, rispetto al 52% del gruppo placebo.
Ancora più favorevoli i dati neuroradiologici: la risonanza magnetica (RM) ha dimostrato che, al secondo anno, l'87% dei pazienti trattati non presentava segni di malattia, al confronto con il 26% del gruppo placebo.
(cecilia ranza)
DA INSERTO SALUTE DE LA REPUBBLICA 4/6/2009
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lorichi7/6/2009, 11:08
Un farmaco "intelligente" per la SM
Malattie insidiose, multiformi, sfuggenti, quelle autoimmuni. Il sistema immunitario (che ci difende dalle aggressioni esterne) perde di vista i suoi veri nemici, primi tra tutti virus e batteri e si accanisce sull'organismo, iniziando da un bersaglio principale per poi estendersi ad altri. Autoimmuni sono l'artrite reumatoide (che lede prima le articolazioni, poi cuore, nervi, vie respiratorie) e la psoriasi (che parte dalla pelle e poi va sulle articolazioni e sul cuore), ma anche la malattia di Crohn (che ha come bersaglio principale l'intestino) e la sclerosi multipla (che, prendendo di mira la mielina, sopprime a poco a poco la capacità di tutti i nervi di trasmettere i segnali). Oggi la terapia delle malattie autoimmuni punta a un traguardo: spegnerle e mantenerle non attive, per impedire che il danno progredisca.
Ci vogliono farmaci raffinati, che non soltanto blocchino i meccanismi tipici di ogni malattia, ma che siano anche utilizzabili a lungo, garantendo efficacia e una tollerabilità accettabile. Un traguardo ambizioso. Nell'artrite reumatoide sembrano riuscirci, nel 50 per cento dei casi, i farmaci che bloccano il Tnf-alfa. Sul versante sclerosi multipla ci sono nuove conferme per un anticorpo monoclonale, natalizumab. Bloccando le alfa-4 integrine, presenti sulla superficie della maggior parte dei globuli bianchi, impedisce che questi migrino verso il sistema nervoso scatenando la reazione autoimmune anti-mielina.
Natalizumab è disponibile in Italia dal 2006, rimborsato dal Ssn per la terapia dei pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente, mai trattati con altri farmaci, oppure per i casi in cui la malattia non risponde più ai tradizionali immunomodulanti. Le nuove conferme all'efficacia del farmaco vengono dalla valutazione a distanza dello studio Affirm, durato due anni, nel quale natalizumab aveva dimostrato la sua attività a confronto con placebo. Pubblicata su The Lancet quest'anno, questa analisi ha considerato i marker di malattia più consolidati, come per esempio il numero di ricadute, o l'evidenza di nuove lesioni all'indagine radiologica, in tutti i sottogruppi di pazienti, con malattia ad attività alta e bassa. Ne è emerso che, al secondo anno di terapia con natalizumab, la maggior parte dei soggetti (80%) non presentava segni clinici di attività della malattia, rispetto al 52% del gruppo placebo.
Ancora più favorevoli i dati neuroradiologici: la risonanza magnetica (RM) ha dimostrato che, al secondo anno, l'87% dei pazienti trattati non presentava segni di malattia, al confronto con il 26% del gruppo placebo.
(cecilia ranza)
DA INSERTO SALUTE DE LA REPUBBLICA 4/6/2009
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