PALESTRA VIRTUALE, RIABILITAZIONE IN PAZIENTE CON AR
Inviato: 22/06/2010, 8:01
Palestra virtuale, riabilitazione reale
La fitness simulata migliora equilibrio e postura. Prime positive esperienze con una malattia reumatica
MILANO - Per anni e anni chi voleva tenersi in forma non ha avuto molte alternative: una corsetta, qualche bracciata in piscina, la partitella a tennis o a calcio. Poi è arrivata Jane Fonda. Con lei inizia l' era dell' aerobica da farsi a casa, armati di videocassette che, a ritmo di musica, suggeriscono le «mosse» da fare. Con qualche raggiustamento - suggestioni orientali, commistioni con attività da combattimento, in acqua o con piccoli attrezzi - l' aerobica viene adottata nei centri fitness. Ma non tutti vogliono, o possono, frequentare i vari corsi (l' abbandono dopo i primi tre mesi si avvicina al 40%) ed ecco che, e siamo all' oggi, i nastri in VHS vengono sostituiti dai videogiochi. Videogiochi che con una balance board «intelligente» (una pedana che trasmette vari parametri, sulla quale muoversi in funzione del gioco scelto, o delle indicazioni del trainer virtuale) e un joystick (un comando che permette di interagire con il programma scelto) garantirebbero il raggiungimento della perfetta forma fisica, ancora una volta nel salotto delle nostre abitazioni.
L'ANALISI - Ma quanto c' è di vero nello slogan con cui vengono venduti questi prodotti: la tua «palestra in casa»? Uno studio condotto da Cake, un ramo della multimilionaria compagnia giapponese che produce i più celebri dei videogiochi virtuali, precisa che l' attività motoria prevista non è abbastanza intensa per contribuire significativamente alla quantità giornaliera di esercizio fisico necessaria per stare in salute. Conclusioni: soldi sprecati? Per niente. Lo dimostra il progetto di ricerca, avviato dal ministero dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca, «Messa a punto di nuove metodologie per la Tele-Riabilitazione Neuromotoria», i cui protagonisti operativi sono il Dipartimento di bioingegneria e tecnologie biomediche e gli Istituti scientifici di Cassano delle Murge (Bari) e Telese Terme (Benevento) della Fondazione Maugeri.
IL PROGRAMMA - «Con il diminuire delle risorse economiche, l'aumento dell' età media e una conseguente maggior richiesta di prestazioni riabilitative - spiega Nicola Pappone, primario dell' Unità operativa di Riabilitazione reumatologica e ortopedica dell' Istituto di Telese, nonché coordinatore del progetto - la sfida che ci siamo posti era capire quanto una tecnologia semplice ed economica, come quella delle attività motorie inserite nei videogiochi wireless, potesse integrarsi nei percorsi riabilitativi. Fino a sostituire, almeno in alcune fasi, sia a casa sia in ospedale, il fisioterapista». «Significativi risultati dell' applicazione di questi dispositivi - utilizzati, per esempio, per simulare gare di sci o partite di golf - si sono visti già nel primo gruppo di dieci pazienti con spondilite anchilosante, una malattia reumatica cronica, abbastanza comune e invalidante, che si manifesta in età ancora lavorativa - prosegue Pappone -. E proprio il fatto che la malattia colpisca persone relativamente giovani ci ha dato pazienti ideali su cui testare queste nuove forme di riabilitazione che richiedono, almeno in questa fase, soggetti con un minimo di cultura informatica. Dopo essere stati sottoposti ad un programma che prevedeva ogni giorno, per 3-4 settimane, esercizi di rieducazione posturale e respiratoria e una serie di attività sportive individualizzate (eseguiti con videogiochi normalmente in commercio), tutti i pazienti (monitorati all' inizio e alla fine del trattamento in regime di ricovero) hanno mostrato un miglioramento della capacità di controllo dell' equilibrio, della coordinazione e della postura, sia in condizioni statiche che dinamiche. Questo è il primo passo. Il nostro obiettivo è quello di "allenare" con questa tecnologia i pazienti anche nelle loro abitazioni. Pensiamo soprattutto ad anziani e disabili che sarebbero così aiutati a superare i limiti spaziali e temporali cui sono costretti dalle loro condizioni».
Mabel Bocchi
02 marzo 2010
DA "CORRIERE DELLA SERA - SALUTE"
La fitness simulata migliora equilibrio e postura. Prime positive esperienze con una malattia reumatica
MILANO - Per anni e anni chi voleva tenersi in forma non ha avuto molte alternative: una corsetta, qualche bracciata in piscina, la partitella a tennis o a calcio. Poi è arrivata Jane Fonda. Con lei inizia l' era dell' aerobica da farsi a casa, armati di videocassette che, a ritmo di musica, suggeriscono le «mosse» da fare. Con qualche raggiustamento - suggestioni orientali, commistioni con attività da combattimento, in acqua o con piccoli attrezzi - l' aerobica viene adottata nei centri fitness. Ma non tutti vogliono, o possono, frequentare i vari corsi (l' abbandono dopo i primi tre mesi si avvicina al 40%) ed ecco che, e siamo all' oggi, i nastri in VHS vengono sostituiti dai videogiochi. Videogiochi che con una balance board «intelligente» (una pedana che trasmette vari parametri, sulla quale muoversi in funzione del gioco scelto, o delle indicazioni del trainer virtuale) e un joystick (un comando che permette di interagire con il programma scelto) garantirebbero il raggiungimento della perfetta forma fisica, ancora una volta nel salotto delle nostre abitazioni.
L'ANALISI - Ma quanto c' è di vero nello slogan con cui vengono venduti questi prodotti: la tua «palestra in casa»? Uno studio condotto da Cake, un ramo della multimilionaria compagnia giapponese che produce i più celebri dei videogiochi virtuali, precisa che l' attività motoria prevista non è abbastanza intensa per contribuire significativamente alla quantità giornaliera di esercizio fisico necessaria per stare in salute. Conclusioni: soldi sprecati? Per niente. Lo dimostra il progetto di ricerca, avviato dal ministero dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca, «Messa a punto di nuove metodologie per la Tele-Riabilitazione Neuromotoria», i cui protagonisti operativi sono il Dipartimento di bioingegneria e tecnologie biomediche e gli Istituti scientifici di Cassano delle Murge (Bari) e Telese Terme (Benevento) della Fondazione Maugeri.
IL PROGRAMMA - «Con il diminuire delle risorse economiche, l'aumento dell' età media e una conseguente maggior richiesta di prestazioni riabilitative - spiega Nicola Pappone, primario dell' Unità operativa di Riabilitazione reumatologica e ortopedica dell' Istituto di Telese, nonché coordinatore del progetto - la sfida che ci siamo posti era capire quanto una tecnologia semplice ed economica, come quella delle attività motorie inserite nei videogiochi wireless, potesse integrarsi nei percorsi riabilitativi. Fino a sostituire, almeno in alcune fasi, sia a casa sia in ospedale, il fisioterapista». «Significativi risultati dell' applicazione di questi dispositivi - utilizzati, per esempio, per simulare gare di sci o partite di golf - si sono visti già nel primo gruppo di dieci pazienti con spondilite anchilosante, una malattia reumatica cronica, abbastanza comune e invalidante, che si manifesta in età ancora lavorativa - prosegue Pappone -. E proprio il fatto che la malattia colpisca persone relativamente giovani ci ha dato pazienti ideali su cui testare queste nuove forme di riabilitazione che richiedono, almeno in questa fase, soggetti con un minimo di cultura informatica. Dopo essere stati sottoposti ad un programma che prevedeva ogni giorno, per 3-4 settimane, esercizi di rieducazione posturale e respiratoria e una serie di attività sportive individualizzate (eseguiti con videogiochi normalmente in commercio), tutti i pazienti (monitorati all' inizio e alla fine del trattamento in regime di ricovero) hanno mostrato un miglioramento della capacità di controllo dell' equilibrio, della coordinazione e della postura, sia in condizioni statiche che dinamiche. Questo è il primo passo. Il nostro obiettivo è quello di "allenare" con questa tecnologia i pazienti anche nelle loro abitazioni. Pensiamo soprattutto ad anziani e disabili che sarebbero così aiutati a superare i limiti spaziali e temporali cui sono costretti dalle loro condizioni».
Mabel Bocchi
02 marzo 2010
DA "CORRIERE DELLA SERA - SALUTE"