L'odissea del mio intervento
Inviato: 23/09/2010, 15:42
Questa storia si svolge tra il 1999 e il 2000.
Nel 99 dovevo protesizzare la spalla sinistra. Dopo alcuni consulti, decido di rivolgermi ad un ortopedico (bravissimo...), che mi chiede la possibilità di poter filmare la mia operazione e presentarla ad una conferenza. Per me non c'è problema, quindi ecco che il chirurgo decide di rivolgersi ad un ospedale universitario. Ok, fin qua...
Faccio i controlli pre intervento. Parlo con l'anestesista, e le dico che dovrà intubarmi con il fibroscopio, poichè non iperestendo le vertebre cervicali (sono fuse assieme). L'anestesista mi guarda sogghignando, e mi chiede: "E tu come faresti a sapere queste cose?". Fai te... ho già fatto due interventi alle anche, e se non sono riusciti a intubarmi due anni fa, dubito che riuscirai tu a farlo ora... furbacchiona... La tizia insiste nel sostenere di riuscire a intubarmi con una maschera laringea, e a un certo punto mollo l'osso: alla fine è lei il medico, metti pure che ha ragione.
Entro in struttura una settimana dopo per i controlli. Già come si muove il reparto non mi piace... noto che non c'è molta organizzazione, e se per questo non mi piace molto nemmeno lo standard igienico. Sarò sottile... Una signora con un probabile intervento alla spalla è lasciata sola, seminuda, con tre mentine sul tavolino, senza nessuno che faccia qualcosa: non parla ed è avvolta solo da un lenzuolo bianco. Quella sera stessa, un infermiere mi dice che l'indomani non sono sicuri di poter fare il mio intervento per via della scarsità di sangue. Io non ho un gruppo sanguigno raro, rispondo. Lui mi corregge: "invece si". Resto ancora una volta zitta. Sono stanca, abbastanza spaventata e confusa... metto in dubbio ancora una volta me stessa.
Il mattino successivo mi preparano, e mi portano in sala operatoria. L'ortopedico sta per arrivare, con i suoi studenti, da un'altra città. Entro, e mi danno la prima dose di pre anestesia. Mi addormento. Vedo e sento a sprazzi, e quello che vedo e che sento mi piace poco...
Mi risveglio dopo due ore: ho sangue ai lati della bocca, che è spaccata. Sangue rappreso dal naso, mi fanno male le vie respiratorie, non riesco a respirare quasi nemmeno con la bocca. Mi sento gonfia, e mia madre lì vicino mi dice che ho il collo tumefatto e la faccia gonfia. Mi ripulisce dal sangue che esce a grumi dal naso. Chiedo come è andato l'intervento... e mi dicono che, tadaaan... non sono riusciti a intubarmi. Il mattino dopo recupero le facoltà intellettuali, e parlo con l'anestesista: mi rimandano a casa, con una scusa: avrei una malformazione alla trachea. Il chirurgo si scusa con me, è arrabbiatissimo con lo staff, che per evitare le ire funeste del medesimo, sostiene che io NON abbia mai avvisato della necessità di essere intubata col fibroscopio. Lo dicono anche a me, e lì m'incazzo (scusate il francesismo). Faccio chiamare il medico che mi ha fatto i fogli di entrata e l'anestesista: dico loro che abbiano il coragio di dirlo in faccia a me, ma ne devono avere molto di coraggio... dato che mia sorella era presente e testimone del fatto che io non solo li avevo avvertiti, ma avevo anche insistito. A quel punto ammettono, ma si attaccano di nuovo alla questione della presunta malformazione alla trachea.
Mi dicono che se dovessi voler insistere a rifare l'intervento, dovrò con tutta probabilità sottopormi a una tracheotomia. Fanno di meglio: mi chiedono "come mai" insisto tanto nel volermi fare quell'intervento (sai com'è, non so come passare il tempo... grandissimi deficient...), dato che secondo loro posso vivere anche con le spalle bloccate al punto da non risucire a portare il cibo alla bocca.
Torno a casa scornata, spaventata, confusa e con solo l'idea di fare comunque l'intervento, anche se nell'ospedale dove lavora l'ortopedico a sto punto. L'operazione viene rifatta due mesi dopo, ma date le condizioni di stress in cui mi trovavo (deperita, magrissima... meno di 40 chili per 1.60 e stressata), la morfina interagisce coi curarici e mi causa un arresto respiratorio e 24 ore di rianimazione. Mi salvano per miracolo, e devo ancora ringfraziare il personale medico di quell'ospedale... perchè ha fatto davvero l'impossibile, e se sono qui a raccontare questi fatti, io lo devoa loro. L'intervento comunque riesce, non esiste la presunta malformazione alla trachea... ma restano i danni provocati dal tentativo di essere intubata selvaggiamente: a distanza di anni deglutisco a fatica, il bolo alimentare mi va spesso di traverso e passa a volte alle vie nasali. A volte anche quello solido, come il riso. Bevo caffelatte che a volte, se deglutisco male, mi esce dal naso, per capirci.
Ma c'è un'altro appunto che vorrei fare: a distanza di qualche mese ho controllato le cartelle cliniche del mio primo tentativo di intervento. E' astato un bene che non siano risuciti a intubarmi, perchè avevano SBAGLIATO il calcolo del ruppo sanguigno...
Nel 99 dovevo protesizzare la spalla sinistra. Dopo alcuni consulti, decido di rivolgermi ad un ortopedico (bravissimo...), che mi chiede la possibilità di poter filmare la mia operazione e presentarla ad una conferenza. Per me non c'è problema, quindi ecco che il chirurgo decide di rivolgersi ad un ospedale universitario. Ok, fin qua...
Faccio i controlli pre intervento. Parlo con l'anestesista, e le dico che dovrà intubarmi con il fibroscopio, poichè non iperestendo le vertebre cervicali (sono fuse assieme). L'anestesista mi guarda sogghignando, e mi chiede: "E tu come faresti a sapere queste cose?". Fai te... ho già fatto due interventi alle anche, e se non sono riusciti a intubarmi due anni fa, dubito che riuscirai tu a farlo ora... furbacchiona... La tizia insiste nel sostenere di riuscire a intubarmi con una maschera laringea, e a un certo punto mollo l'osso: alla fine è lei il medico, metti pure che ha ragione.
Entro in struttura una settimana dopo per i controlli. Già come si muove il reparto non mi piace... noto che non c'è molta organizzazione, e se per questo non mi piace molto nemmeno lo standard igienico. Sarò sottile... Una signora con un probabile intervento alla spalla è lasciata sola, seminuda, con tre mentine sul tavolino, senza nessuno che faccia qualcosa: non parla ed è avvolta solo da un lenzuolo bianco. Quella sera stessa, un infermiere mi dice che l'indomani non sono sicuri di poter fare il mio intervento per via della scarsità di sangue. Io non ho un gruppo sanguigno raro, rispondo. Lui mi corregge: "invece si". Resto ancora una volta zitta. Sono stanca, abbastanza spaventata e confusa... metto in dubbio ancora una volta me stessa.
Il mattino successivo mi preparano, e mi portano in sala operatoria. L'ortopedico sta per arrivare, con i suoi studenti, da un'altra città. Entro, e mi danno la prima dose di pre anestesia. Mi addormento. Vedo e sento a sprazzi, e quello che vedo e che sento mi piace poco...
Mi risveglio dopo due ore: ho sangue ai lati della bocca, che è spaccata. Sangue rappreso dal naso, mi fanno male le vie respiratorie, non riesco a respirare quasi nemmeno con la bocca. Mi sento gonfia, e mia madre lì vicino mi dice che ho il collo tumefatto e la faccia gonfia. Mi ripulisce dal sangue che esce a grumi dal naso. Chiedo come è andato l'intervento... e mi dicono che, tadaaan... non sono riusciti a intubarmi. Il mattino dopo recupero le facoltà intellettuali, e parlo con l'anestesista: mi rimandano a casa, con una scusa: avrei una malformazione alla trachea. Il chirurgo si scusa con me, è arrabbiatissimo con lo staff, che per evitare le ire funeste del medesimo, sostiene che io NON abbia mai avvisato della necessità di essere intubata col fibroscopio. Lo dicono anche a me, e lì m'incazzo (scusate il francesismo). Faccio chiamare il medico che mi ha fatto i fogli di entrata e l'anestesista: dico loro che abbiano il coragio di dirlo in faccia a me, ma ne devono avere molto di coraggio... dato che mia sorella era presente e testimone del fatto che io non solo li avevo avvertiti, ma avevo anche insistito. A quel punto ammettono, ma si attaccano di nuovo alla questione della presunta malformazione alla trachea.
Mi dicono che se dovessi voler insistere a rifare l'intervento, dovrò con tutta probabilità sottopormi a una tracheotomia. Fanno di meglio: mi chiedono "come mai" insisto tanto nel volermi fare quell'intervento (sai com'è, non so come passare il tempo... grandissimi deficient...), dato che secondo loro posso vivere anche con le spalle bloccate al punto da non risucire a portare il cibo alla bocca.
Torno a casa scornata, spaventata, confusa e con solo l'idea di fare comunque l'intervento, anche se nell'ospedale dove lavora l'ortopedico a sto punto. L'operazione viene rifatta due mesi dopo, ma date le condizioni di stress in cui mi trovavo (deperita, magrissima... meno di 40 chili per 1.60 e stressata), la morfina interagisce coi curarici e mi causa un arresto respiratorio e 24 ore di rianimazione. Mi salvano per miracolo, e devo ancora ringfraziare il personale medico di quell'ospedale... perchè ha fatto davvero l'impossibile, e se sono qui a raccontare questi fatti, io lo devoa loro. L'intervento comunque riesce, non esiste la presunta malformazione alla trachea... ma restano i danni provocati dal tentativo di essere intubata selvaggiamente: a distanza di anni deglutisco a fatica, il bolo alimentare mi va spesso di traverso e passa a volte alle vie nasali. A volte anche quello solido, come il riso. Bevo caffelatte che a volte, se deglutisco male, mi esce dal naso, per capirci.
Ma c'è un'altro appunto che vorrei fare: a distanza di qualche mese ho controllato le cartelle cliniche del mio primo tentativo di intervento. E' astato un bene che non siano risuciti a intubarmi, perchè avevano SBAGLIATO il calcolo del ruppo sanguigno...