cito la fonte :
http://archiviostorico.corriere.it/2007 ... 5025.shtml
Le infiammazioni si curano mangiando Questa è la dieta che non fa soffrire Pesce, latte e ciliegie come antidolorifici Mangiare per non soffrire: per prevenire e combattere il dolore. Ne ha parlato di recente un editoriale dalla rivista Pain, una delle più autorevoli nel campo della terapia del dolore, che suggerisce ai medici di occuparsi di più della dieta dei pazienti, perché un aiuto contro le sofferenze potrebbe venire proprio dall’ alimentazione. Per esempio, le ciliegie, ricche di antocianine, possono avere gli stessi effetti analgesici dell’ indometacina, un principio attivo usato contro il dolore; l’ olio extravergine di oliva, che contiene oleocantolo, può agire come l’ ibuprofene. Insomma, secondo Rae Frances Bell, del Centro norvegese di eccellenza in cure palliative, autore dell’ editoriale: «Le crescenti evidenze scientifiche indicano che dieta e nutrizione possono essere aree promettenti per la ricerca sul trattamento del dolore». «L’ alimentazione, nel suo complesso, può avere un ruolo di base soprattutto nella prevenzione e cura delle infiammazioni, che sono all’ origine del dolore - spiega Andrea Ghiselli, dell’ Istituto Nazionale per la ricerca su alimenti e nutrizione, di Roma - . Per combatterlo efficacemente, è essenziale che la dieta rispetti un corretto equilibrio fra acidi grassi omega-3 e acidi grassi omega-6. Gli omega-6 (o acido arachidonico) derivano da diete molto ricche di carne e grassi di origine animale. Questi acidi grassi, diffusi in tutto l’ organismo, hanno il compito di provocare reazioni infiammatorie e rialzi di temperatura che servono per sconfiggere l’ attacco di virus, batteri e per combattere le conseguenze sull’ organismo di traumi di ogni tipo. Se però sono in eccesso, possono avere l’ ingrato effetto di fare aumentare i dolori provocati dalle infiammazioni. Gli omega-3, che abbondano soprattutto in pesce e vegetali, hanno invece il gradito compito di fare diminuire le sofferenze. Nella dieta il rapporto fra omega-6 e omega-3 dovrebbe essere di 5 a 1. Mentre nella dieta dei Paesi occidentali, Italia compresa, l’ alimentazione è troppo ricca di carni, insaccati, grassi animali e questo rapporto sale in media a 10-20 a 1». «Per diventare più forti contro le sofferenze, dunque, - spiega l’ esperto - la strategia consiste soprattutto nel riequilibrare l’ alimentazione: meno carne, insaccati, grassi animali; più pesce, frutta e verdura, con l’ aggiunta di qualche bicchiere di latte non scremato, che è ricco di triptofano». Quanto agli integratori Ghiselli scuote il capo: «L’ alta concentrazione delle sostanze presenti in specifici integratori rende difficile ottenere il giusto equilibrio dietetico, necessario per combattere il dolore». Ma la dieta può aiutare anche chi è attanagliato da dolori cronici, come lombalgie, nevralgie, neuropatie? Secondo un recente rapporto dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, gli studi dimostrano che la nutrizione sta diventando uno dei fattori del dolore cronico che possono essere modificati. Tant’ è che cambiare modo di mangiare può avere un forte effetto sia positivo, sia negativo sul dolore. «Ma quando il dolore è vivo, è improbabile si possa cancellare semplicemente cambiando dieta - ammette Paolo Notaro, responsabile della Terapia del dolore, Azienda ospedaliera di Niguarda -. In ogni caso, sconfitto il dolore, una nuova dieta potrà avere uno scopo antidolorifico preventivo». Roberta Salvadori * * * Nuovi equilibri Per diventare più forti contro le sofferenze, bisogna riequilibrare l’ alimentazione: meno carne, insaccati, grassi animali; più pesce, frutta e verdura, con l’ aggiunta di qualche bicchiere di latte Salvadori Roberta Pagina 46 (15 luglio 2007) - Corriere della Sera] limentazione 1 Le infiammazioni si curano mangiando
Questa è la dieta che non fa soffrire
Pesce, latte e ciliegie come antidolorifici
Mangiare per non soffrire: per prevenire e combattere il dolore. Ne ha parlato di recente un editoriale dalla rivista Pain, una delle più autorevoli nel campo della terapia del dolore, che suggerisce ai medici di occuparsi di più della dieta dei pazienti, perché un aiuto contro le sofferenze potrebbe venire proprio dall' alimentazione. Per esempio, le ciliegie, ricche di antocianine, possono avere gli stessi effetti analgesici dell' indometacina, un principio attivo usato contro il dolore; l' olio extravergine di oliva, che contiene oleocantolo, può agire come l' ibuprofene. Insomma, secondo Rae Frances Bell, del Centro norvegese di eccellenza in cure palliative, autore dell' editoriale: «Le crescenti evidenze scientifiche indicano che dieta e nutrizione possono essere aree promettenti per la ricerca sul trattamento del dolore». «L' alimentazione, nel suo complesso, può avere un ruolo di base soprattutto nella prevenzione e cura delle infiammazioni, che sono all' origine del dolore - spiega Andrea Ghiselli, dell' Istituto Nazionale per la ricerca su alimenti e nutrizione, di Roma - . Per combatterlo efficacemente, è essenziale che la dieta rispetti un corretto equilibrio fra acidi grassi omega-3 e acidi grassi omega-6. Gli omega-6 (o acido arachidonico) derivano da diete molto ricche di carne e grassi di origine animale. Questi acidi grassi, diffusi in tutto l' organismo, hanno il compito di provocare reazioni infiammatorie e rialzi di temperatura che servono per sconfiggere l' attacco di virus, batteri e per combattere le conseguenze sull' organismo di traumi di ogni tipo. Se però sono in eccesso, possono avere l' ingrato effetto di fare aumentare i dolori provocati dalle infiammazioni. Gli omega-3, che abbondano soprattutto in pesce e vegetali, hanno invece il gradito compito di fare diminuire le sofferenze. Nella dieta il rapporto fra omega-6 e omega-3 dovrebbe essere di 5 a 1. Mentre nella dieta dei Paesi occidentali, Italia compresa, l' alimentazione è troppo ricca di carni, insaccati, grassi animali e questo rapporto sale in media a 10-20 a 1». «Per diventare più forti contro le sofferenze, dunque, - spiega l' esperto - la strategia consiste soprattutto nel riequilibrare l' alimentazione: meno carne, insaccati, grassi animali; più pesce, frutta e verdura, con l' aggiunta di qualche bicchiere di latte non scremato, che è ricco di triptofano». Quanto agli integratori Ghiselli scuote il capo: «L' alta concentrazione delle sostanze presenti in specifici integratori rende difficile ottenere il giusto equilibrio dietetico, necessario per combattere il dolore». Ma la dieta può aiutare anche chi è attanagliato da dolori cronici, come lombalgie, nevralgie, neuropatie? Secondo un recente rapporto dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, gli studi dimostrano che la nutrizione sta diventando uno dei fattori del dolore cronico che possono essere modificati. Tant' è che cambiare modo di mangiare può avere un forte effetto sia positivo, sia negativo sul dolore. «Ma quando il dolore è vivo, è improbabile si possa cancellare semplicemente cambiando dieta - ammette Paolo Notaro, responsabile della Terapia del dolore, Azienda ospedaliera di Niguarda -. In ogni caso, sconfitto il dolore, una nuova dieta potrà avere uno scopo antidolorifico preventivo». Roberta Salvadori * * * Nuovi equilibri Per diventare più forti contro le sofferenze, bisogna riequilibrare l' alimentazione: meno carne, insaccati, grassi animali; più pesce, frutta e verdura, con l' aggiunta di qualche bicchiere di latte
Salvadori Roberta
Pagina 46
(15 luglio 2007) - Corriere della Sera