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LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 8:49
da monstiz
Secondo uno studio spagnolo, effettuato dai ricercatori dell’Università di Granada e pubblicato sulla rivista Pain Management Nursing, la musica, o meglio la musicoterapia, aiuta a combattere La fibromialgia, una patologia caratterizzata proprio da dolore cronico, associato ad altri fenomeni come depressione, ansia e disturbi del sonno.

La ricerca, coordinata dalla dott.ssa Maria dolorese Onievra Zafra, ha invitato 60 pazienti sofferenti di fibromialgia ad ascoltare a casa propria dei CD con musiche piacevoli, intervallate da una voce guida per la visualizzazione di immagini rilassanti. La sperimentazione si è protratta per quattro settimane di ascolto quotidiano, e al termine, tutti i pazienti avevano evidenziato un miglioramento dei sintomi e una riduzione del dolore. Non solo, anche nelle settimane successive si sono mantenuti gli effetti benefici della musicoterapia. In pratica, attraverso le melodie e la visualizzazione, che fanno parte delle tecniche di rilassamento, il paziente riesce a ridurre da solo la sintomatologia dolorosa.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 9:09
da monstiz
tratto da : La musica nel trattamento del dolore. Società, medicina e neuroscienze
di Alessandro Bertirotti Stefano Cobianchi

Università di FIrenze

Consultabile integralmente a : http://eprints.unifi.it/archive/0000134 ... _It_02.pdf

Prospettive per una terapia olistica

Dall’enunciazione della Gate control theory, unitamente alla scoperta degli oppioidi
endogeni, emerge chiaramente che il nostro cervello possiede tutti gli strumenti necessari e i
meccanismi per curare il dolore. Una pratica co-terapeutica musicale può agire su di essi,
come un potente attivatore e amplificatore esterno. Una musica piacevole stimola la
produzione di oppioidi endogeni, e dalle stesse strutture nervose limbiche discendono le
proiezioni inibitorie (Shertzer K., Keck J., 2001:90-102). Proprio sulla base di queste
scoperte si rivela più che utile l’impiego della musica come distrazione dal dolore, non solo
durante la degenza, ma anche sotto operazione chirurgica (Kwekkeboom K., 2003:433-
440; Stevens K., 1990:1045-1051). In queste circostanze la musica può suggerire l’evasione
dal dolore e dalla situazione di ricovero (tramite la sua forza evocativa), stimolando
l’immaginazione ed incrementando quindi la sensazione di avere un “controllo” sul dolore.
In questo modo si decrementa invece l’ansia, unitamente alle sensazioni di tristezza e
panico, fino a ridurre la percezione del dolore stesso (Gfeller K., op. cit.).
E’ evidente come questo fenomeno vada aldilà della semplice attivazione della
corteccia uditiva e delle aree limbiche, promuovendo (come abbiamo appena enunciato)
anche la funzione inibitoria discendente, diminuendo il dolore percepito di differente
origine. Recenti studi hanno infatti accertato che la musica allevia il dolore nel paziente
operato all’addome (Good M., Stanton-Hicks M., Grass J.A., Anderson G.C., Lai H.L.,
Roykulcharoen V., Adler P.A., 2001:208-215), come in anziani con osteoatriti croniche
(McCaffrey R., Freeman E., 2003:517-524). La musica decrementa l’assunzione di analgesici
orali per dolore post-operatorio (Tse M.M., Chan M.F., Benzie I.F., 2005:21-9), migliora le
condizioni dei malati terminali di cancro (Renz M., Schutt Mao M., Cerny T., 2005:961-6),
diminuisce il dolore nei soggetti con lombalgia cronica (Guetin S., Coudeyre E., Picot M.C.,
Ginies P., Graber-Duvernay B., Ratsimba D., Vanbiervliet W., Blayac J.P., Herisson C.,
2005:217-24). La musica, dopo la chirurgia intestinale (Good M., Anderson G.C., Ahn S.,
Cong X., Stanton-Hicks M., 2005:240-51), sia in sala operatoria che dopo (Nilsson U.,
Rawal N., Unosson M., 2003:699-703), diminuisce il dolore, l’ansia, lo stress e l’uso di
morfina (Nilsson U., Unosson M., Rawal N., 2005:96-102; Voss J.A., Good M., Yates B.,
Baun M.M., Thompson A., Hertzog M., 2004:197-203). Infine diminuisce ansia e dolore
durante la gastroendoscopia (Binek J., Sagmeister M., Borovicka J., Knierim M., Magdeburg
B., 2003:5-8) e durante colposcopia nelle donne (Chan Y.M., Lee P.W., Ng T.Y., Ngan
H.Y., Wong L.C., 2003:213-7).

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 11:42
da Vincenzo
Praticando la musica mi è capitato in passato di occuparmi anche di musico terapia e ho sentito di risultati eccezionali
recentemente si è parlato anche di musica e apprendimento con una ricerca molto interessante
http://www.corriere.it/salute/11_luglio ... 9d04.shtml

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 11:57
da morgana
con tutta la musica che ascolto, se bastasse la musica, sarei guarita ahahahaha : Chessygrin :

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 12:37
da monstiz
Vincenzo ha scritto:Praticando la musica mi è capitato in passato di occuparmi anche di musico terapia e ho sentito di risultati eccezionali
recentemente si è parlato anche di musica e apprendimento con una ricerca molto interessante
http://www.corriere.it/salute/11_luglio ... 9d04.shtml
MOLTO interessante Vincenzo! Grazie!
morgana ha scritto:con tutta la musica che ascolto, se bastasse la musica, sarei guarita ahahahaha : Chessygrin :
Seguo la tua “logica” :

con tutte la pastigliette che prendiamo, se bastassero le medicine, saremmo tutti guriti da un pezzo ahahahaha : Chessygrin :

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 13:35
da morgana
monstiz ha scritto:
Vincenzo ha scritto:Praticando la musica mi è capitato in passato di occuparmi anche di musico terapia e ho sentito di risultati eccezionali
recentemente si è parlato anche di musica e apprendimento con una ricerca molto interessante
http://www.corriere.it/salute/11_luglio ... 9d04.shtml
MOLTO interessante Vincenzo! Grazie!
morgana ha scritto:con tutta la musica che ascolto, se bastasse la musica, sarei guarita ahahahaha : Chessygrin :
Seguo la tua “logica” :

con tutte la pastigliette che prendiamo, se bastassero le medicine, saremmo tutti guriti da un pezzo ahahahaha : Chessygrin :
ma infatti è proprio quello il problema!!!!

ero ironica se non s'era capito....per usare un proverbio delle mie parti, sti studiosi si stanno lì "a fissà su' bruci" cioè sulle cose inutili o di poco conto, quando invece non c'è ancora una cura efficace o accettata universalmente per la fibro, cosi si brancola tutti nell'oscurità e nel non saper come comportarsi e in cosa affidarsi, e se permetti, sti studi a me fanno solo sorridere.
che poi la musica aiuti, quello per carità, non ne ho alcun dubbio, a me ha aiutato e continua ad aiutarmi tantissimo.... ma che ci volessero degli studiosi sinceramente, c'ero/c'eravamo penso arrivati anche da soli, tutto cio che rilassa, ci piace, ci fa star bene con noi stessi, con cio che ci circonda è curativo di per sè, musica, arte, fotografia, cinema, compagnia, qualsiasi cosa. non è che ci vuole uno studio scientifico a riguardo!
però ecco....stanno lì a fare studi su ste robe e poi non sanno che medicine darci...è questa la cosa grave. ovviamente sto parlando di fibromialgia.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 14:59
da Vincenzo
si morgana, sono parzialmente d'accordo
lo sappiamo da soli che ciò che è piacevole e rilassante ci fa stare anche bene ma questo non vuol dire che non debbano studiare i fenomeni.
Studiare gli effetti della musica o di altre sostanze non significa solo verificare il risultato finale sull'essere umano ma indagare e scoprire quali sono i meccanismi a livello biologico che presiedono a quel risultato
Per quanto riguarda la ricerca sulla fibromialgia non è che se qualcuno studia gli effetti della musica toglie cervelli ad altre ricerche, ognuno ha i propri ambiti e i propri interessi, ci sono ricercatori e fondi per ogni branca della scienza e se non si ottengono risultati nei tempi che noi ci aspettiamo dipende anche dal fatto che il corpo umano è una delle cose più complesse che esitono in natura e noi siamo molto ignoranti
buon tutto

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 17:33
da morgana
Vincenzo ha scritto:si morgana, sono parzialmente d'accordo
lo sappiamo da soli che ciò che è piacevole e rilassante ci fa stare anche bene ma questo non vuol dire che non debbano studiare i fenomeni.
Studiare gli effetti della musica o di altre sostanze non significa solo verificare il risultato finale sull'essere umano ma indagare e scoprire quali sono i meccanismi a livello biologico che presiedono a quel risultato
Per quanto riguarda la ricerca sulla fibromialgia non è che se qualcuno studia gli effetti della musica toglie cervelli ad altre ricerche, ognuno ha i propri ambiti e i propri interessi, ci sono ricercatori e fondi per ogni branca della scienza e se non si ottengono risultati nei tempi che noi ci aspettiamo dipende anche dal fatto che il corpo umano è una delle cose più complesse che esitono in natura e noi siamo molto ignoranti
buon tutto

sì è vero che sono campi di studio completamente diversi, resta il fatto che secondo me questi studi, per quanto interessanti possano essere non sono risolutivi.
resto dell'idea che ci sia poco da indagare dietro al fenomeno, nel senso che quali che siano le sostanze che il corpo secerne quando sta bene, e quando si fa qualcosa che ci piace, ci coinvolge o ci travolge, non è possibile secernerle sempre....e questo è il problema nel dolore cronico!
se posso parlarti della mia esperienza, ti posso raccontare di un episodio in particolare. io amo la fotografia. è un amore che non è nato da molto, e che ho difficoltà spesso a coltivare xche il peso dell'attrezzatura, le condizioni climatiche, le posizioni spesso poco comode, insomma, per un fibromialgico anche cio che è facile diventa difficile. e ci sono giorni che davvero fotografare non mi è possibile xche anche solo il peso della reflex al collo non lo reggo!
però una volta mi è capitato di andare ad un concerto, e di avere la possibilità di andare a fare le foto del pit (la zona riservata ai fotografi professionisti) xche degli amici avevano conoscenze, direttamente con il gruppo, sono andata nel backstage, insomma, il sogno di chiunque! ho fatto il diavolo a 4, sembravo posseduta, mi sono contorta, arrampicata, ho scalato scale e transenne e stavo benone. e pensavo domani sarò un rottame. e indovina un po'? l'emozione, l'adrenalina, la felicità è stata cosi tanta che contro ogni previsione anche il giorno dopo stavo benone! roba che se facevo quelle contorsioni a cose normali ero ancora li accartocciata a lamertami!!!
ora il problema è che uno per quando positivo, ottimista, allegro sia, e cerchi di vivere la sua vita al massimo, apprezzando ogni istante, ogni cosa bella e quant'altro, per quanto uno possa essere soddisftatto della sua vita, del lavoro, etc, puoi capire anche te che non puoi mantenere un livello di adrenalina o quel che è cosi alto che ti faccia stare sempre bene. ed è quello il problema.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 18:15
da rosaria1956
SU QUESTO ULTIMO PENSIERO MI SENTO D'ACCORDO CON MORGANA
PREMESSO CHE MI STA BENE, ASSOLUTAMENTE BENE CHE VENGANO STUDIATI CERTI FENOMENI, MA SONO D'ACCORDO CON MORGANA SUL FATTO CHE, ALL'ATTO PRATICO, SIANO POCO UTILI.
CIOE' .....UNA PERSONA PORTATRICE DI DOLORE CRONICO, RICEVE BENEFICIO NEL MOMENTO IN CUI FA QUALCOSA CHE LE PIACE PARTICOLARMENTE, ASCOLTA UNA MUSICA CHE LA RILASSA, ANNUSA UN DOLCE AROMA...OK VA BENE..MA QUESTA PERSONA NON PUO' STARE SEMPRE A FAR O SENTIRE COSE PIACEVOLI CHE SCATENINO LA TAL SOSTANZA...CHE SI SPERA SCOPRINO PRESTO...
PURTROPPO LA PERSONA CON DOLORE CRONICO DEVE SOPRATTUTTO ALZARSI LA MATTINA, PRENDERE BUS, RECARSI AL LAVORO, TORNARE A CASA, FARE LE FACCENDE, LAVARE PANNI, STIRARE, ACCUDIRE BAMBINI, GENITORI ANZIANI...ECC.
A QUESTO PUNTO, LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLE PERSONE CON DOLORE CRONICO, DEVE PURTROPPO RINUNCIARE AD AVVALERSI DI DETERMINATE "TERAPIE NATURALI" ED ACCONTENTARSI DI UNA BELLA POMPA DI MORFINA O ROBACCIA DEL GENERE.
OVVIO CHE SONO D'ACCORDISSIMO, LO RIPETO, AFFINCHE' VENGANO STUDIATI QUESTI FENOMENI, MA NON MI SENTO DI PORRE IN ESSI ECCESSIVE SPERANZE DI UTILIZZO PRATICO VERAMENTE EFFICACE.
CONFESSO, COME HO SEMPRE DETTO, DI ESSERE MOLTO IGNORANTE IN CERTE MATERIE E SONO ANCHE D'ACCORDISSIMO SUL FATTO CHE TUTTO CIO' CHE NON NUOCE E PUO' FARCI RISPARMIARE UNA PILLOLETTA, BEN VENGA, MA DEVE POTER ESSERE UTILIZZATO DAL MALATO CON DOLORE CRONICO VERAMENTE CON EFFICACIA.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 20:31
da Vincenzo
morgana ha scritto: ....per usare un proverbio delle mie parti, sti studiosi si stanno lì "a fissà su' bruci" cioè sulle cose inutili o di poco conto,
.... ma che ci volessero degli studiosi sinceramente, c'ero/c'eravamo penso arrivati anche da soli, non è che ci vuole uno studio scientifico a riguardo!
però ecco....stanno lì a fare studi su ste robe e poi non sanno che medicine darci...
rosaria1956 ha scritto:SU QUESTO ULTIMO PENSIERO MI SENTO D'ACCORDO CON MORGANA
PREMESSO CHE MI STA BENE, ASSOLUTAMENTE BENE CHE VENGANO STUDIATI CERTI FENOMENI, MA SONO D'ACCORDO CON MORGANA SUL FATTO CHE, ALL'ATTO PRATICO, SIANO POCO UTILI.
mi sono spiegato male, mi rendo conto che studiare per 30 anni nella foresta il battito delle ali di una farfalla non produca benefici per il nostro dolore cronico
molto più efficace fotografare nel back stage di un teatro o nel mio caso suonare a un concerto
il mio discorso nato dalle frasi sopra quotate voleva solo dire che la ricerca non è sempre finalizzata ad uno scopo ma a volte è semplicemente fine a se stessa
cito per spiegarmi meglio:
"La ricerca scientifica è un'attività umana avente lo scopo di scoprire, interpretare e revisionare fatti, eventi, comportamenti o teorie relative alla natura usando i metodi scientifici, cioè basati sul metodo scientifico. La ricerca scientifica è la metodologia usata per accrescere la conoscenza all'interno della scienza.
In un senso più generale, il termine "ricerca" viene usato anche per indicare la raccolta di informazioni su un determinato soggetto.
La ricerca di base, chiamata anche ricerca pura o fondamentale, ha come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza e la comprensione teorica delle relazioni tra le diverse variabili in gioco in un determinato processo. È esplorativa e spesso guidata dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del ricercatore. Viene condotta senza uno scopo pratico in mente, anche se i suoi risultati possono avere ricadute applicative inaspettate. L'espressione "di base" indica che, attraverso la generazione di nuove teorie, la ricerca di base fornisce le fondamenta per ulteriori ricerche, spesso con fine applicativo.
La ricerca applicata è svolta allo scopo di trovare soluzioni pratiche e specifiche. Il suo obiettivo primario non è l'avanzamento della conoscenza, bensì lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici. È generalmente di tipo descrittivo e basata su precedenti ricerche di base. Solitamente viene eseguita in ambiente industriale oppure in università con finanziamenti provenienti da industrie interessate. Spesso il confine tra ricerca di base e ricerca applicata non è così netto e il criterio per classificare una determinata ricerca è piuttosto definito dal presunto intervallo di tempo in cui la ricerca si dovrà sviluppare prima di portare a ricadute applicative."

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 21:24
da monstiz
Morgana e Rosaria, certamente dovrei essere più diplomatico ma, per dirla in parole povere... vi state sbagliando!
L'interesse di quello che è la medicina "ufficiale" verso questi studi dimostra che queste tecniche alternative sono tutt'altro che inutili! Quello che da noi è agli inizi, in altri paesi sono già una realtà.
Se lo studio è scientifico, fatto con tutti i crismi, è replicabile ovunque.
Queste tecniche possono fare la differenza e contribuire a rendere più sopportabile i dolori cronici. Leggete bene gli studi... solo dopo valutate.

Se lo studio stabilisce che su 60 pazienti fibromialgici si è ridotta la sintomatologia dolorosa con l'ascolto e la visualizzazione, lo studio non volge a stabilire i meccanismi, ma gli effetti. Ecco :

La ricerca, coordinata dalla dott.ssa Maria dolorese Onievra Zafra, ha invitato 60 pazienti sofferenti di fibromialgia ad ascoltare a casa propria dei CD con musiche piacevoli, intervallate da una voce guida per la visualizzazione di immagini rilassanti. La sperimentazione siè protratta per quattro settimane di ascolto quotidiano, e al termine, tutti i pazienti avevano evidenziato un miglioramento dei sintomi e una riduzione del dolore. Non solo, anche nelle settimane successive si sono mantenuti gli effetti benefici della musicoterapia. In pratica, attraverso le melodie e la visualizzazione, che fanno parte delle tecniche di rilassamento, il paziente riesce a ridurre da solo la sintomatologia dolorosa.

Nel secondo documento postato, trovate la conferma d quello che scrivo e che sostento, anche dal punto legislativo :

legge 8 febbraio 2001, n.12,

"Norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore".

La medicina ufficiale in effetti rivolge una attenzione sbilanciata agli obiettivi della cura e della guarigione rispetto a quelli della palliazione, dell’alleviamento del dolore e delle sofferenze causate dalle patologie. Il fenomeno è in effetti una situazione diffusa a
livello mondiale. Il Rapporto dello Hastings Center del 1997, intitolato Gli scopi della medicina: nuove priorità, rileva che “l’alleviamento del dolore e della sofferenza è uno dei più antichi doveri del medico e un obiettivo tradizionale della medicina. Sennonché in tutto il mondo la medicina contemporanea non soddisfa in modo adeguato questo suo compito.
Per molti anni diversi studi hanno mostrato che i medici intendono e perseguono l’attenuazione del dolore con gradi di efficienza molto vari. Interventi inadeguati o impropri di mitigazione del dolore sono ancora molto comuni”.


Nella pagina seguente specifica : [/i]La quantità e la qualità dell’impegno antalgico, unitamente alle tecniche co-antalgiche eterodosse (ad esempio, la musica come terapia)...[/i]

a conferma di quanto ho scritto sopra : [/i]Al giorno d’oggi, la terapia della musica durante la degenza è una realtà presente e soprattutto negli Stati Uniti, in Australia e in Canada. Sono infatti numerose le Società di Servizi che offrono negli ospedali questa prestazione. In questi Stati, l’utilizzazione della musica sta avendo da diversi anni un notevole sviluppo, sia nel versante della metodologia d’uso, sia nei sistemi di valutazione dei risultati, sia più prettamente nella ricerca scientifica(Snyder M., Chlan L., 1999; McCaffrey R., Locsin R.C., 2002; White JM., 2001; Janelli L.M., Kanski G., 1998)2. Negli USA già dal 1994 la musicoterapia è stata classificata come prestazione d'opera rimborsabile sotto beneficio, secondo gli specifici programmi di ospedalizzazione (Partial Hospitalization Programs, PHP)3. Il particolare ruolo di somministratore del trattamento musicale all’interno degli ospedali e delle cliniche è assunto dal personale infermieristico di base, oppure da figure professionali specializzate, che lavorano comunque in team con gli infermieri stessi.[/i]

Campi in cui la musicoterapia è applicata con vantaggi :

La ricerca in questo settore è certamente di confine e si muove con importanti risultati, non solo di tipo qualitativo, ma anche quantitativo. Nel nursing, la musicoterapia è applicata a numerosi campi assistenziali come:

• La psichiatria (Clark M.E., Lipe A.W., Bilbrey M., 1998:7-10).
• Nelle malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l’Alzheimer (Pacchetti
C, Aglieri R, Mancini F, et al., 1998:57-67; Johnson J.K, et al., 1998:666-672).
• In ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria (Olson SL., 1998:569-575).
• In neuropsichiatria infantile (Tang W., Yao X., Zheng Z., 1994:38-44).
• In chirurgia (Moss V.A., 1987:9-16; Good M., Stanton-Hicks M., Grass A.J, et
al., 1999:163-172).
• In pneumologia (Chlan L.L., 1995:233-238).
• In cardiologia (Guzzetta C.E., 1989:609-616).
• In cardiochirurgia (Barnason S., Zimmerman L., Nieveen J., 1995:124-132).
• Nelle patologie terminali (Good M., Stanton-Hicks M., Grass AJ, et al.,
1999:163-172; Sabo C.E., Michael S.R., 1996:183-189).
• In oncologia (Beck S.L., 1991:1327-1337).
• Negli stati di coma (Aldridge D., et al., 1990:345-346).
• Nell’assistenza domiciliare (Hanser S.B., Thompson L.W., 1994:265-269).
• In geriatria (Sambandham M., et al., 1995:79-83).
• Nella riabilitazione (Lord T.R., Garner J.E., 1993:451-455).

Aggiungo per terminare questa mio inutile intervento che (come si legge nello stesso documento) E’ importante ricordare che i processi attraverso cui la terapia con la musica agisce devono ancora essere ben compresi dalla scienza.

Pensate, si applicano perchè funzionano, ancor prima di capire come! Proprio perché funzionano!

Mi meraviglio che in un forum di ammalati cronici come questo, più che cercare di scoprire metodi di cura complementari alternativi, si cerchi sempre di smentirli!

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 14/07/2011, 22:22
da rosaria1956
SONO D'ACCORDISSIMO, VINCENZO, QUANDO DICI CHE LA "RICERCA" PUO' ANCHE ESSERE FINE A SE' STESSA, ED INFATTI AVEVO PREMESSO CHE CONDIVIDO CHE SI FACCIANO ANCHE QUESTI TIPI DI RICERCHE, QUESTE E TANTISSIME ALTRE.
CREDO CHE LA VOGLIA DI SCOPRIRE, DI APPRENDERE SEMPRE DI PIU', SIA UNA DELLE COSE CHE FIN DAGLI ALBORI DELLA CIVILTA' CI ABBIA DIFFERENZIATO DAGLI ANIMALI.
SIAMO DOTATI DI CERVELLO ED E' NORMALE E GIUSTO CHE L'UOMO LO UTILIZZI CERCANDO DI CAPIRE FENOMENI CHE LO CIRCONDANO....E QUESTO PROPRIO IN GENERALE, PER ME E' UN PRINCIO CHE VALE PER TUTTO.

TIZIANO CARO NON SMENTISCO SEMPLICEMENTE PERCHE' NON CONOSCO E NON POTREI SMENTIRE, HO SEMPRE AMMESSO LA MIA IGNORANZA, HO SEMPLICEMENTE PUNTUALIZZATO CHE MI SEMBRAVA DIFFICILE UNA APPLICAZIONE PRATICA DI CERTE TECNICHE.
ADESSO, NEL TUO ULTIMO MESSAGGIO, TU STESSO HAI SPIEGATO MEGLIO, CIOE' HAI SPIEGATO CHE I RISULTATI NON SI HANNO SOLO NEL MOMENTO IN CUI SI PRATICA UNA DETERMINATA METODOLOGIA, MA GLI EFFETTI SONO DURATURI NEL TEMPO.
E' QUESTA UN PRECISAZIONE MOLTO IMPORTANTE PERCHE' IO PROPRIO NON CAPIVO DOVE STAVA L'UTILITA' DI SENTIRE MENO DOLORE NELL'ATTO DI PRATICARE UNA CERTA PRATICA QUANDO POI BISOGNA ANDARE AVANTI PER GIORNI E GIORNI DI QUOTIDIANE ATTIVITA'
FORSE ANCHE IO MI SONO ESPRESSA MALE NEL MIO PRECEDENTE MESSAGGIO, SPERO ADESSO DI AVERE MEGLIO CHIARITO COSA INTENEVO SOTTOLINEARE :)

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 15/07/2011, 7:33
da monstiz
Cara Rosaria... Concordo che possa essere complicato nonostante i dolori far fronte agli impegni quotidiani e che il tempo possa non esser mai abbastanza; lo so bene anche io, che pur non avendo una patologia fortemente invalidante come quelle da te descritte sopra devo conciliare lavori e studi. Purtroppo in questo forum ci sono persone che soffrono di patologie fortemente invalidanti, anche se per fortuna, da quanto ho avuto modo di constatare piacevolmente di persona in occasione dell'incontro pubblico e con gli utenti che ho incontrato privatamente, molti di questi hanno modo di muoversi senza la pompa di morfina... per chi purtroppo, invece devi ricorrervi, queste terapie non la ostacolano ma la coadiuvano.
Ho indicato metodi non farmacologici, che, studi alla mano, dimostrino una certa efficacia nel trattamento delle nostre patologie. Efficacia per altro dimostrata anche nel trattamento clinico, come indicato sopra. Non ci sono ricerche fine a se stesse, specie in questo periodo di crisi. Certamente non lo sono quelle che ho indicato.
Terapie alternative (e in questo caso le virgolette sarebbero meritate davvero) che di scientifico non hanno nulla, dovrebbero invece esser trattate con circospezione anche se qualche volta non è stato fatto.

Sempre armati di forte spirito critico, aprire gli occhi e la mente su quali possano essere le terapie complementari, mi pare naturale, quasi doveroso. Lamentarsi della sfortuna di noi ammalati cronici, scambiandoci pacche (lievi) sulle spalle, stufi dei medici che qualche volta non ci ascoltano, non risolve il problema, per quanto possa renderci reumamici.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 19/07/2011, 7:28
da monstiz
Come abbiamo visto, la musica sta assumendo importanza a livello terapeutico per alleviare o addirittura sanare molti disturbi, sia negli adulti che nei bambini. Si va dalle patologie psichiche ai disturbi del linguaggio e della coordinazione visiva o motoria, dei problemi relativi all’attenzione, alla memoria e all’apprendimento, alle difficoltà di socializzazione oltre naturalmente ad essere susata come terapia antaglica. Alcuni studiosi rivelano che la musica di Mozart è quella che maggiormente si presta a un utilizzo in campo medico, perché la sua struttura regolare e bilanciata ricorda il ritmo cardiaco e respiratorio dell’uomo, favorisce il rilassamento ed è utile nella terapia del dolore e per alleviare gli attacchi di cefalea muscolotensiva. Una ricerca condotta dall’ospedale di Nara, in Giappone, ha dimostrato che la musica classica in genere agisce sugli asmatici raddoppiando e portando alla normalità la qualità di aria inalata.

Partorire cantando per alleviare il dolore è una tecnica sperimentale di parto dolce. Cantare durante il parto riduce il dolore delle contrazioni, favorisce la respirazione e suggerisce una migliore postura del corpo. Inoltre, serve a infondere a se stesse e al proprio bambino la certezza che tutto vada per il meglio, a tutto questo è sufficiente una semplice melodia personale, una semplice concatenazione di note, addirittura un suono solo. A partire dal quinto mese il bimbo percepisce i suoni: riconosce il battito cardiaco della mamma, il ritmo della respirazione, la sua voce e quella del papà. Il canto materno può diventare un suono di riconoscimento anche dopo il parto: basterà che la mamma accenni la sua canzone o la sua melodia per contribuire a ricordare al bambino la calma di quando si trovava nel pancione.

Il concetto che ci sia un’armonia che abbraccia tutto il corpo, l’anima, il cosmo intero, risale al filosofo e matematico greco Pitagora, ma anche Dante parlava di una musica celeste derivante dal perpetuo volgersi dei pianeti, la divina e paradisiaca “armonia delle sfere”.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 20/07/2011, 6:57
da monstiz
L' associazione AIST Pain afferma che la musicoterapia : "non è uno strumento alternativo, , ma integrativoalle essenziali terapie medichee e farmacologiche." L’AIST è una associazione no profit che si occupa dello studio e della terapia del dolore acuto e cronico, dal punto di vista fisico, psicologico, etico e spirituale. E’ stata fondata da un gruppo di medici e psicologi studiosi del settore.
Accanto allo studio e alla terapia del dolore attraverso i comuni protocolli farmacologici e anestesiologici, l’AIST studia e cura il dolore anche attraverso altre discipline quali l’agopuntura, la bioclimatologia medica (rapporto clima-ambiente-uomo-malattia), la psicologia , la psicoterapia, l’ipnosi clinica.

Ecco una interessante Revisione sulla letteratura riguardante l'efficacia della musicoterapia : http://www.aist-pain.it/it/files/CURE%2 ... IATIVE.pdf

Non si tratta semplicemente o solo di ascoltare Lady Gaga o la propria radio del cuore...

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 21/07/2011, 17:00
da Azzurra99
CIAO MONSTIZ
ALLORA PROVEREMO AD ASCOLTARE MOZART PER "ORGANIZZARE" I CIRCUITI NEURONALI DI ALIMENTAZIONE NELLA CORTECCIA CEREBRALE, E RAFFORZARE COSI' I PROCESSI CREATIVI DELL'EMISFERO DESTRO ASSOCIATI AL RAGIONAMENTO SPAZIO-TEMPORALE! : Chessygrin : A QUANTO HO LETTO! : Chessygrin :
DUNQUE LA MUSICOTERAPIA PER ALLEVIARE IL DOLORE CRONICO, RIDURRE L'ANSIA E ANCHE IL DOLORE POST OPERATORIO UTILIZZANDO MENO MORFINA! INOLTRE AIUTA A STABILIZZARE LE "MISURE" DURANTE GLI INTERVENTI! : Thumbup :
HO SENTITO PARLARE ANCHE DI UN'ALTRA COSA....COSA NE PENSI DI QUEI CASI DI PAZIENTI CHE DAL COMA SI SONO RISVEGLIATI FACENDO LORO ASCOLTARE MUSICA? QUESTO POTREBBE ESSERE UN'ALTRO FATTORE BENEFICO DELLA MUSICOTERAPIA!CIAOOOOOOOOO

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 24/07/2011, 9:19
da monstiz
loryday72 ha scritto:CIAO MONSTIZ
HO SENTITO PARLARE ANCHE DI UN'ALTRA COSA....COSA NE PENSI DI QUEI CASI DI PAZIENTI CHE DAL COMA SI SONO RISVEGLIATI FACENDO LORO ASCOLTARE MUSICA? QUESTO POTREBBE ESSERE UN'ALTRO FATTORE BENEFICO DELLA MUSICOTERAPIA!CIAOOOOOOOOO
Si, ne ho sentito parlare anche io, non sono un esperto in materia, credo che gli stimoli siano importanti per aiutare un paziente a risvegliarsi... quando è possibile! Certamente la musica sarà importante anche dopo, una volta risvegliato... per la riabilitazione.

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 25/07/2011, 7:27
da monstiz
La musica dà piacere come la droga e il cibo: la ricerca
Lo hanno scoperto di recente i ricercatori dell’equipe di Valorie Salimpoor della McGill University di Montreal in una studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.

Gli esperti - secondo quanto scrive Paola Mariano dell'Ansa - hanno visto che la propria musica preferita scatena sul corpo una serie di sensazioni tipicamente indotte da altre attività (o sostanze) che danno piacere: l'ascolto della musica di proprio gusto, infatti, modifica il battito cardiaco, il ritmo del respiro, la temperatura corporea e dà letteralmente i brividi.

La musica infatti sarebbe stata messa nella ricerca al pari di una droga, o al piacere dato dall’assaporare un buon piatto: allo stesso modo infatti porta nel cervello il rilascio della dopamina, detto anche il «neurotrasmettitore del piacere».

Mettendo in osservazione i volontari con Pet e risonanza magnetica, si è visto come il rilascio della sostanza è stato proporzionale al grado di piacere scatenato dall’ascolto, quest’ultimo misurato con parametri fisiologici e con i giudizi assolutamente soggettivi di coloro che si sono sottoposti all’esperimento.

Non c’è da stupirsi se si pensa che a quante volte la musica riesca a scatenare emozioni, dalla malinconia alla euforia, o riesca a far venire la pelle d’oca o a farci scatenarci a ballare.
Ma non solo: sono stati dimostrati i poteri lenitivi della musica dal dolore fisico, il suo ruolo terapeutico nella convalescenza post-operatoria e gli «effetti dopanti» durante l'attività fisica migliorando le prestazioni degli allenamenti, come è stato confermato da una ricerca pubblicata sul Journal of Sport & Exercise Psychology.

Ma cosa succede a livello fisico all’ascolto di una musica che consideriamo piacevole? È stato verificato che più una musica piace, più il suo ascolto è legato a manifestazioni fisiologiche di piacere, come il cambiamento del ritmo cardiaco e del respiro, della sudorazione e della capacità della cute di condurre corrente - parametro usato per misurare lo stato emotivo di una persona.

Martina Guastella

da : http://www.newnotizie.it/2011/01/10/per ... a-ricerca/

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 25/07/2011, 15:49
da Azzurra99
E' PROPRIO VERO! INFATTI IO NON RIESCO PIU' A STARNE SENZA! L'HO CONSTATATO SULLA MIA PELLE!!! ANZI PER MEGLIO DIRE SUL CORPO E SULLA MENTE! UN ESEMPIO? L'ATTIVITA' FISICA! SIETE UN PO' STANCHI E NON AVETE VOGLIA DI ALLENARVI? SIETE GIU' DI MORALE E NON NE AVETE VOGLIA? PROVATE A METTERE SU UN PO' DI MUSICA, QUELLA CHE PIU' VI PIACE...MA CHE SIA ABBASTANZA MOVIMENTATA DA FARVI BALLARE...ALLENARVI ANCHE A RITMO DI MUSICA! GLI ESERCIZI FISICI A RITMO DI MUSICA SONO UTILISSIMI E MOLTO EFFICACI! PURE LO STATO D'ANIMO NE AVRA' GIOVAMENTO!
NELLA CONVALESCENZA POST OPERATORIA PENSO CHE SIA UN VALIDO AIUTO PERCHE' DI SOLITO IN QUESTA CIRCOSTANZA IL PAZIENTE SI TROVA IN UNO STATO ANCORA DI RIPRESA E DI GUARIGIONE...DOPO UN INTERVENTO CI SI SENTE UN PO' GIU' DI CORDA OLTRE AL DOLORE FISICO IL QUALE E' INCREMENTATO ANCHE DA QUESTO STATO D'ANIMO! QUINDI IN QUESTO CASO LA MUSICA CHE PIACE PUO' DARE QUELLA SPINTA GIUSTA CHE SERVE PER RIPRENDERSI...GRAZIE AL COSI' DETTO "NEUROTRASMETTITORE DEL PIACERE"(DOPAMINA)! VIVA LA MUSICA!!!

Re: LA MUSICA RIDUCE IL DOLORE CRONICO

Inviato: 03/03/2012, 10:34
da Azzurra99
CIAO TIZIANO
HO TROVATO PER CASO QUESTO ARTICOLO ABBASTANZA RECENTE CHE RIGUARDA I BENEFICI DELLA MUSICA, SPERO NON TI DISPIACE SE LO POSTO QUI...

02/03/2012
La musica influisce sull’umore

Oltre a farci sorridere, piangere, scatenarci e generare in alcuni casi malinconia e nostalgia,la musica è sempre e comunque un’espressione di noi stessi e aiuta a formare la personalità

È innegabile che la musica accompagni gran parte dei momenti della nostra vita, riportandoci indietro nei ricordi, segnando centinaia di situazioni che, a volte, condizionando il nostro umore diventando un modo per evadere piuttosto che per intristirsi o gioire. Anche dal punto di vista medico è accertato che la musica rappresenta una sostanziale parte della cura di numerose patologie come la depressione o l’ipertensione, ed è capace di aiutare in molte situazioni cliniche. La musicoterapica infatti, è utile nel far confluire l’umore verso un preciso stato d’animo, generando sentimenti differenti. Ovviamente ciò dipende da cosa ascoltiamo e da quello che c’è dentro di noi nell’esatto momento dedicato all’ascolto. Se ci pensiamo bene, una melodia piacevole aiuta a far dormire i bambini, gli adulti a rilassarsi in centinaia di situazioni della vita, da quelle più comuni come correre al parco o guidare l’auto, a quelle più complesse, legate a malattie e trattamenti medici e terapici.
È assodato pertanto che una canzone è capace di influenzare la nostra giornata e il nostro umore. Da uno studio della Caledonian University di Glasgow (che ha lanciato un progetto triennale di musicoterapia per selezionare i brani musicali che fanno bene alla salute, da adoperare per i pazienti affetti da disturbi dell’umore e depressione) è emerso che "l’impatto di un brano musicale su una persona – dice il coordinatore del progetto Don Knox – va oltre quello che si pensa, tanto che un tempo veloce può risollevare l’umore mentre uno più lento, può buttarlo giù".
Se la nostra giornata inizia con una canzone di Gloria Gaynor, la reazione sarà di viverla con molta più energia; dolcezza e serenità ci darà invece un brano come "What a wonderful world" di Louis Armstrong. Gli studiosi dell’Università di Glasgow hanno anche stilato una lista di alcune canzoni che "fanno bene" all’umore: Tra queste troviamo Sexual healing di Marvin Gaye, Comfortably numb dei Pink Floyd, Cold turkey di John Lennon, Healing hands di Elton John, More than a feeling dei Boston e alright, Supergrass. Ma di canzoni, ognuno, in maniera del tutto soggettiva potrebbe citarne a migliaia.

Tra il suono e il rumore, scegliamo la musica
La vita frenetica, la città, il traffico e i rumori nei quali siamo costantemente immersi, finiscono per trasportare caos e frastuono anche dentro di noi, producendo agitazione, ansia, nervosismo; ascoltare la musica, beneficiando della sua essenza (senza essere distratti da altre attività) ci permette di entrare in contatto con la nostra parte interiore più profonda. Affinché la musica diventi terapeutica è fondamentale ascoltarla per riuscire anche ad "ascoltarsi", permettendo a noi stessi di entrare in uno stato fisico e psichico di rilassamento. I manuali di musicoterapica affermano che per arrivare a questo stato di serenità, la musica più adatta è quella classica; altri indirizzano all’ascolto del jazz o della new age, ma è difficile indicare precisamente quali siano i brani che possano avere valenza terapeutica in quanto il discorso è molto soggettivo: ci sono canzoni che in una persona producono effetti psico-fisici positivi che in altri non producono e viceversa. Un esempio potrebbe essere quello di una persona in stato di coma, che ascoltando il proprio cantante preferito si è risvegliata e dunque, quel preciso cantante ha prodotto un grande effetto terapeutico. Ma quello stesso artista potrebbe non creare lo stesso effetto in un altro paziente per aiutarlo ad uscire da quel particolare stato clinico.
Vi sono poi canzoni che ci portiamo dentro da sempre, quasi facessero parte del nostro DNA, ed altre che, pur accompagnandoci per brevi tratti della nostra vita, sono in grado di "fotografare" questi "spezzoni" di esistenza in maniera indissolubile, riportandoci indietro a quell’esatto momento, ogni volta che arrivano alle nostre orecchie; altre ancora, che associamo ad eventi spiacevoli e ogni volta che le riascoltiamo ci conducono in uno stato di malinconia e tristezza. La musica è pertanto una forma di stimolazione sensoriale che dà origine alla percezione di altri eventi sensoriali.

Chi pratica l’arte, mette lo stress da parte!
Una ricerca che arriva dalla Norvegia, rivela che la musica, come l’arte e la cultura in generale, sono in grado di combattere lo stress e curare l’ansia; i ricercatori dell’Università di Trondheimm dopo aver analizzato lo stile di vita di più di 50mila persone, pubblicando i dati sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health. Da questa ricerca è emerso chiaramente che coloro i quali hanno partecipato a concerti, mostre, e altre manifestazioni a carattere culturale, avrebbero una maggiore soddisfazione della loro vita, più autostima e considerazione di sé stessi. In più, il livello di stress ed ansia risulterebbe quasi nullo. Un’indagine, questa, inserita nel più ampio contesto di studi che riguardante la capacità dei fattori ambientali e culturali, di creare il benessere individuale, la crescita personale e il livello di autonomia. Tra questi fattori, c’è la musica, un potente mezzo per rinforzare il ricordo, la capacità di generare sensazioni e di produrre espressioni emotive che aiutano a riaprire i cassetti più nascosti e profondi della memoria. La musica è un aiuto eccezionale che interagisce positivamente sul nostro umore, divenendo una valida terapia alla risoluzione dei problemi e delle angosce. A conferma di ciò, anche uno studio condotto dal Centro nazionale di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, che ha dimostrato come fattori ambientali e stili di vita influenzino lo stato psicologico delle persone. "I risultati di questo studio – affermano i due coautori Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani – mostrano che il benessere psicologico è influenzato sia da fattori ambientali non condivisi in ambito familiare che da fattori genetici. In particolare, i fattori ambientali giocano un ruolo preponderante per quanto riguarda l’autonomia e la crescita personale. I risultati hanno anche mostrato che i fattori ambientali che hanno un’influenza sull’autonomia non sono gli stessi che hanno un’influenza sullo scopo della vita, la crescita personale e l’accettazione di sé".

La musica fa bene al cuore
Oltre a ridurre stress e ansia, la musica è un toccasana nei trattamenti per la cura delle malattie coronariche. Una revisione sistematica Cochrane ha evidenziato che ascoltare la musica diminuisce la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco ed i livelli di ansia nei pazienti con malattie cardiache.
Convivere con questo tipo di malattie è già estremamente stressante e questa condizione, tende a far aumentare la pressione del sangue e di conseguenza il rischio di complicazioni. I ricercatori hanno considerato i risultati riportati da 23 studi, per un totale di 1461 pazienti. Due degli studi inclusi coinvolgevano pazienti seguiti da terapisti musicali esperti, mentre in molti altri, i pazienti ascoltavano musica proposta da un operatore sanitario. Ascoltare musica procura sollievo ai pazienti con malattie coronariche che soffrono di ansia, riducendo il ritmo cardiaco e la pressione del sangue e non solo. Secondo Bradt: "la musica può influenzare le nostre emozioni, le nostre risposte psicologiche e la nostra prospettiva di vita, e questi risultati preliminari indicano che è necessario approfondire i meccanismi attraverso i quali la musica può aiutare i pazienti con malattie cardiache. In particolare potrebbe essere interessante studiare i potenziali benefici della musica offerta da terapisti esperti, che potrebbero essere differenti da quelli che si manifestano quando si ascolta semplicemente musica registrata".

http://itrucchidelledonne.myblog.it/arc ... umore.html