ARTRITE REUMATOIDE
Inviato: 12/02/2012, 10:24
Artrite reumatoide: per nove pazienti su dieci peggiora la qualità di vita
01/02/2012 – I risultati di un sondaggio dell’Anmar sulle conseguenze della patologia. Internet, forum on line e social network le fonti più utilizzate per avere informazioni.
Per quasi tutte (il 93%) le persone colpite da artrite reumatoide, la malattia ha conseguenze negative sulla qualità di vita e per l’85% compromette in qualche misura la capacità di compiere i più semplici gesti quotidiani, dal vestirsi e lavarsi all’aprire una bottiglia, dal salire le scale a svolgere le normali attività domestiche. Inoltre, per l’84% dei pazienti influisce sull’attività lavorativa e il 23% perde più di tre giorni lavorativi al mese quando la malattia è fuori controllo.
Sono dati che emergono da un sondaggio nazionale realizzato dall’Anmar, l’Associazione nazionale malati reumatici.
La rilevazione è stata effettuata sia on line sia utilizzando questionari cartacei nelle strutture assistenziali e sono state elaborate complessivamente 533 risposte (293 via web e le restanti su carta).
In Italia si stimano circa 300 mila casi di artrite reumatoide, che colpisce soprattutto le donne (in particolare quelle in età fertile, tra i 35 e i 40 anni) in un rapporto di 4 a 1 rispetto ai maschi. Entro dieci anni dalla comparsa dei sintomi, la metà dei pazienti non è più in grado di svolgere un lavoro a tempo pieno.
La diagnosi precoce è divenuta perciò una tappa fondamentale nella strategia terapeutica e i malati ne sono perfettamente consapevoli. Il 93% di coloro che hanno risposto al questionario, infatti, ritiene che campagne informative e attività di sensibilizzazione potrebbero facilitare la diagnosi precoce e la migliore gestione della malattia. E, in effetti, una corretta impostazione terapeutica, ottenuta attraverso una diagnosi precoce nelle prime 8-12 settimane dall’inizio dei sintomi e una rigorosa valutazione della risposta alle cure consentono oggi di ottenere una stabile remissione della malattia in oltre il 50% dei casi.
Oltre alle professioni sanitarie di riferimento, dal sondaggio risulta fondamentale anche il ruolo di Internet come fonte informativa sulla patologia. In caso di dubbi, infatti, ben il 65% dei malati che hanno risposto on line si rivolge a siti web, forum on line e social network.
Non tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio sono iscritti a un’associazione di pazienti, ma ben il 23% (quasi uno su quattro, quindi) di quelli che hanno risposto on line vorrebbe farne parte in futuro.

http://nurse87.altervista.org/artrite-r ... larticolo/
01/02/2012 – I risultati di un sondaggio dell’Anmar sulle conseguenze della patologia. Internet, forum on line e social network le fonti più utilizzate per avere informazioni.
Per quasi tutte (il 93%) le persone colpite da artrite reumatoide, la malattia ha conseguenze negative sulla qualità di vita e per l’85% compromette in qualche misura la capacità di compiere i più semplici gesti quotidiani, dal vestirsi e lavarsi all’aprire una bottiglia, dal salire le scale a svolgere le normali attività domestiche. Inoltre, per l’84% dei pazienti influisce sull’attività lavorativa e il 23% perde più di tre giorni lavorativi al mese quando la malattia è fuori controllo.
Sono dati che emergono da un sondaggio nazionale realizzato dall’Anmar, l’Associazione nazionale malati reumatici.
La rilevazione è stata effettuata sia on line sia utilizzando questionari cartacei nelle strutture assistenziali e sono state elaborate complessivamente 533 risposte (293 via web e le restanti su carta).
In Italia si stimano circa 300 mila casi di artrite reumatoide, che colpisce soprattutto le donne (in particolare quelle in età fertile, tra i 35 e i 40 anni) in un rapporto di 4 a 1 rispetto ai maschi. Entro dieci anni dalla comparsa dei sintomi, la metà dei pazienti non è più in grado di svolgere un lavoro a tempo pieno.
La diagnosi precoce è divenuta perciò una tappa fondamentale nella strategia terapeutica e i malati ne sono perfettamente consapevoli. Il 93% di coloro che hanno risposto al questionario, infatti, ritiene che campagne informative e attività di sensibilizzazione potrebbero facilitare la diagnosi precoce e la migliore gestione della malattia. E, in effetti, una corretta impostazione terapeutica, ottenuta attraverso una diagnosi precoce nelle prime 8-12 settimane dall’inizio dei sintomi e una rigorosa valutazione della risposta alle cure consentono oggi di ottenere una stabile remissione della malattia in oltre il 50% dei casi.
Oltre alle professioni sanitarie di riferimento, dal sondaggio risulta fondamentale anche il ruolo di Internet come fonte informativa sulla patologia. In caso di dubbi, infatti, ben il 65% dei malati che hanno risposto on line si rivolge a siti web, forum on line e social network.
Non tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio sono iscritti a un’associazione di pazienti, ma ben il 23% (quasi uno su quattro, quindi) di quelli che hanno risposto on line vorrebbe farne parte in futuro.

http://nurse87.altervista.org/artrite-r ... larticolo/