FISIOTERAPIA
Inviato: 26/09/2012, 17:23
«Giù le mani». Una campagna per mettere
in guardia i pazienti da operatori abusivi
L’Associazione Aifi mette a disposizione un numero verde e un “Albo” professionale consultabile online
MILANO - Affidarsi alle cure di “fisioterapisti” improvvisati, senza qualifica e competenze: un rischio reale dal momento che, secondo le stime dell’Associazione Italiana Fisioterapisti, sarebbero circa centomila gli operatori abusivi, il doppio di quelli veri. Per mettere in guardia i pazienti da prestazioni sanitarie poco sicure che potrebbero peggiorare le loro condizioni di salute, l’Aifi promuove per il secondo anno consecutivo la campagna«Giù le mani», in occasione della giornata mondiale della fisioterapia che si celebra l’8 settembre. Oltre al numero verde 800.036077 (attivo dal 10 al 14 settembre) cui rivolgersi per chiedere informazioni, dai prossimi giorni sarà possibile consultare un database che contiene i nomi di fisioterapisti abilitati all’esercizio della professione. L’elenco, suddiviso per province, sarà disponibile sul sito internet dell’Associazione
IN ATTESA DELLA LEGGE - «In attesa che sia istituito per legge, abbiamo pensato di creare una sorta di Albo professionale online, accessibile a chiunque voglia verificare se l’operatore che sceglie per curarsi è davvero un fisioterapista», spiega il presidente dell’Aifi, Antonio Bortone. L’elenco comprende solo i libero-professionisti perché si presume che quelli dipendenti di strutture pubbliche o private abbiano consegnato al momento dell’assunzione la documentazione che attesta la loro qualifica.
NON SOLO MAL DI SCHIENA - «Se ci fosse l’Albo professionale, come prevede la proposta di legge in attesa di essere approvata in Parlamento da due anni – sottolinea Bortone – , si potrebbe arginare la crescente espansione di operatori abusivi che millantano professionalità e competenze che non hanno, rischiando di provocare anche danni seri, come per esempio al sistema nervoso centrale. Il fisioterapista non improvvisa ma è un professionista della salute che si occupa non solo di riabilitazione ortopedica o motoria, ma anche di riabilitazione cardiologica o respiratoria. E poi – ricorda il presidente dell’Aifi – si va dalla presa in carico del bambino con problemi di apprendimento a quella dell’anziano con disturbi cognitivi, fino alle terapie riabilitative per pazienti con sclerosi multipla o sclerosi laterale amiotrofica. Ecco perché occorrono competenze e formazione continua».
COME TUTELARSI - Intanto, per tutelare la propria salute meglio essere prudenti. Per riconoscere eventuali operatori improvvisati, i fisioterapisti suggeriscono alcuni consigli. Quando si va da un libero-professionista occorre innanzitutto verificare che presti attenzione alla documentazione medica che gli si sottopone. «Un operatore abusivo di certo non l’analizza con “occhio” professionale perché non sa nemmeno leggerla», fa notare Bortone. Accertarsi poi che l’operatore abbia la laurea in fisioterapia, rilasciata dall’Università italiana o, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute, oppure sia in possesso di un titolo equipollente. «Verificarlo è un diritto del paziente – sottolinea il presidente dell’Aifi – . L’operatore deve infine rilasciare la fattura senza Iva, perché chi esercita una professione sanitaria è esente».
Maria Giovanna Faiella
10 settembre 2012
DA: CORRIERE DELLA SERA-SALUTE-REUMATOLOGIA
in guardia i pazienti da operatori abusivi
L’Associazione Aifi mette a disposizione un numero verde e un “Albo” professionale consultabile online
MILANO - Affidarsi alle cure di “fisioterapisti” improvvisati, senza qualifica e competenze: un rischio reale dal momento che, secondo le stime dell’Associazione Italiana Fisioterapisti, sarebbero circa centomila gli operatori abusivi, il doppio di quelli veri. Per mettere in guardia i pazienti da prestazioni sanitarie poco sicure che potrebbero peggiorare le loro condizioni di salute, l’Aifi promuove per il secondo anno consecutivo la campagna«Giù le mani», in occasione della giornata mondiale della fisioterapia che si celebra l’8 settembre. Oltre al numero verde 800.036077 (attivo dal 10 al 14 settembre) cui rivolgersi per chiedere informazioni, dai prossimi giorni sarà possibile consultare un database che contiene i nomi di fisioterapisti abilitati all’esercizio della professione. L’elenco, suddiviso per province, sarà disponibile sul sito internet dell’Associazione
IN ATTESA DELLA LEGGE - «In attesa che sia istituito per legge, abbiamo pensato di creare una sorta di Albo professionale online, accessibile a chiunque voglia verificare se l’operatore che sceglie per curarsi è davvero un fisioterapista», spiega il presidente dell’Aifi, Antonio Bortone. L’elenco comprende solo i libero-professionisti perché si presume che quelli dipendenti di strutture pubbliche o private abbiano consegnato al momento dell’assunzione la documentazione che attesta la loro qualifica.
NON SOLO MAL DI SCHIENA - «Se ci fosse l’Albo professionale, come prevede la proposta di legge in attesa di essere approvata in Parlamento da due anni – sottolinea Bortone – , si potrebbe arginare la crescente espansione di operatori abusivi che millantano professionalità e competenze che non hanno, rischiando di provocare anche danni seri, come per esempio al sistema nervoso centrale. Il fisioterapista non improvvisa ma è un professionista della salute che si occupa non solo di riabilitazione ortopedica o motoria, ma anche di riabilitazione cardiologica o respiratoria. E poi – ricorda il presidente dell’Aifi – si va dalla presa in carico del bambino con problemi di apprendimento a quella dell’anziano con disturbi cognitivi, fino alle terapie riabilitative per pazienti con sclerosi multipla o sclerosi laterale amiotrofica. Ecco perché occorrono competenze e formazione continua».
COME TUTELARSI - Intanto, per tutelare la propria salute meglio essere prudenti. Per riconoscere eventuali operatori improvvisati, i fisioterapisti suggeriscono alcuni consigli. Quando si va da un libero-professionista occorre innanzitutto verificare che presti attenzione alla documentazione medica che gli si sottopone. «Un operatore abusivo di certo non l’analizza con “occhio” professionale perché non sa nemmeno leggerla», fa notare Bortone. Accertarsi poi che l’operatore abbia la laurea in fisioterapia, rilasciata dall’Università italiana o, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute, oppure sia in possesso di un titolo equipollente. «Verificarlo è un diritto del paziente – sottolinea il presidente dell’Aifi – . L’operatore deve infine rilasciare la fattura senza Iva, perché chi esercita una professione sanitaria è esente».
Maria Giovanna Faiella
10 settembre 2012
DA: CORRIERE DELLA SERA-SALUTE-REUMATOLOGIA