NUOVI STUDI MINIMIZZANO I VANTAGGI DEI FARMACI BIOLOGICI
Inviato: 16/06/2009, 17:58
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NUOVI STUDI MINIMIZZANO I VANTAGGI DEI FARMACI BIOLOGICICominciata da lorichi
FORUM SULLE MALATTIE CRONICHE AUTOIMMUNI DEL GRUPPO REUM AMICI > BIBLIOTECA APERTA A TUTTI
Parte 1 di 1
lorichi4/10/2007, 18:08
DA INSERTO SALUTE DE LA REPUBBLICA DI OGGI 4/10/2007
Antinfiammatorio ma quanto mi costi
Malattie autoimmuni: studi minimizzano i vantaggi dei carissimi farmaci innovativi. Meglio se in associazione
di Francesco Bottaccioli *
L'esplosione di studi di biologia molecolare nell'ultimo ventennio ha condotto alla sempre più precisa individuazione delle miriade di sostanze coinvolte nel processo infiammatorio. I ricercatori hanno individuato alcune molecole molto diffuse e con un raggio d'azione molto largo. Molecole, prodotte sia da cellule immunitarie sia da cellule epatiche, epiteliali o di altri tessuti, in grado di far sentire la loro azione praticamente in tutti gli organi, cervello compreso. Tra queste, la Interleuchina-1 (IL-1) e il Fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-alfa), proprio per la loro importanza nell'infiammazione, sono state scelte per prime come bersaglio terapeutico. L'idea: se riusciamo a spegnere quell'interruttore centrale (IL-1, TNF-alfa), potremo risolvere le malattie infiammatorie croniche.
Nel 1998 la FDA americana approvò per il morbo di Crohn l'uso di "Infliximab", il primo farmaco inibitore del TNF-alfa. Negli anni successivi, "Infliximab" ottenne l'autorizzazione anche per altre malattie infiammatorie su base autoimmune, tra cui artrite reumatoide, spondilite anchilosante e psoriasi. Nel 2002 fu la volta dell'inibitore della IL-1, chiamato "Anakinra". Nel 2003 e 2004 furono approvati due nuovi inibitori del TNF-alfa: "Adalimumab" e "Etanercept".
Nel mondo moltissimi pazienti sono trattati con questi farmaci. Con quali risultati? È presto per trarre conclusioni definitive, ma da una recente indagine del Mario Negri, pubblicata sull'European Journal of Pharmacology, emerge che questi farmaci non sembrano in grado di curare davvero le malattie autoimmuni per cui vengono prescritti. La loro efficacia sembra del tutto sovrapponibile a quella dei predecessori, come la sulfasalazina e il metotrexato, che, a loro volta, non riescono a bloccare l'evoluzione della malattia che procede inesorabile in più del 90% dei casi.
I rarissimi studi che hanno paragonato i nuovi farmaci anti-TNF e anti-IL-1 al vecchio metotrexato non hanno mostrato una loro superiorità. È vero che, somministrati in aggiunta al metotrexato, hanno dato qualche vantaggio sintomatologico. Ma anche qui, come fa notare il gruppo di Silvio Garattini, gli strumenti di valutazione impiegati per stabilire il grado di efficacia di questi nuovi farmaci sono alquanto deboli e questionabili.
Anche sul piano degli effetti collaterali, molto preoccupanti sono le segnalazioni di eventi infettivi gravi, nonché di un possibile aumento di tumori del sangue. Infine, rilevanti sono gli aspetti economici. In Italia, un mese di terapia con sulfasalazina costa meno di 20 euro e quella con metotrexato poco più di 70, invece la terapia con i "farmaci biologici" costa (in euro): infliximab 642, anakinra 946, adalimumab 1161, etanercept 2319.
Di fatto emerge che, nonostante la centralità di alcuni segnali infiammatori, come la IL-1 e il TNF-alfa, la complessità dell'organismo umano non è riducibile a un singolo segnale da spegnere.
* Società Italiana
Psiconeuroendocrinoimmunologia
selvaggia595/10/2007, 16:06
ma è una bruttissima notizia
ecco perchè prima l'esami le volevano ogni 6 mesi per l'embrel e adesso ogni due......
grazie perr la preziosa informazione
Parte 1 di 1
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lorichi4/10/2007, 18:08
DA INSERTO SALUTE DE LA REPUBBLICA DI OGGI 4/10/2007
Antinfiammatorio ma quanto mi costi
Malattie autoimmuni: studi minimizzano i vantaggi dei carissimi farmaci innovativi. Meglio se in associazione
di Francesco Bottaccioli *
L'esplosione di studi di biologia molecolare nell'ultimo ventennio ha condotto alla sempre più precisa individuazione delle miriade di sostanze coinvolte nel processo infiammatorio. I ricercatori hanno individuato alcune molecole molto diffuse e con un raggio d'azione molto largo. Molecole, prodotte sia da cellule immunitarie sia da cellule epatiche, epiteliali o di altri tessuti, in grado di far sentire la loro azione praticamente in tutti gli organi, cervello compreso. Tra queste, la Interleuchina-1 (IL-1) e il Fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-alfa), proprio per la loro importanza nell'infiammazione, sono state scelte per prime come bersaglio terapeutico. L'idea: se riusciamo a spegnere quell'interruttore centrale (IL-1, TNF-alfa), potremo risolvere le malattie infiammatorie croniche.
Nel 1998 la FDA americana approvò per il morbo di Crohn l'uso di "Infliximab", il primo farmaco inibitore del TNF-alfa. Negli anni successivi, "Infliximab" ottenne l'autorizzazione anche per altre malattie infiammatorie su base autoimmune, tra cui artrite reumatoide, spondilite anchilosante e psoriasi. Nel 2002 fu la volta dell'inibitore della IL-1, chiamato "Anakinra". Nel 2003 e 2004 furono approvati due nuovi inibitori del TNF-alfa: "Adalimumab" e "Etanercept".
Nel mondo moltissimi pazienti sono trattati con questi farmaci. Con quali risultati? È presto per trarre conclusioni definitive, ma da una recente indagine del Mario Negri, pubblicata sull'European Journal of Pharmacology, emerge che questi farmaci non sembrano in grado di curare davvero le malattie autoimmuni per cui vengono prescritti. La loro efficacia sembra del tutto sovrapponibile a quella dei predecessori, come la sulfasalazina e il metotrexato, che, a loro volta, non riescono a bloccare l'evoluzione della malattia che procede inesorabile in più del 90% dei casi.
I rarissimi studi che hanno paragonato i nuovi farmaci anti-TNF e anti-IL-1 al vecchio metotrexato non hanno mostrato una loro superiorità. È vero che, somministrati in aggiunta al metotrexato, hanno dato qualche vantaggio sintomatologico. Ma anche qui, come fa notare il gruppo di Silvio Garattini, gli strumenti di valutazione impiegati per stabilire il grado di efficacia di questi nuovi farmaci sono alquanto deboli e questionabili.
Anche sul piano degli effetti collaterali, molto preoccupanti sono le segnalazioni di eventi infettivi gravi, nonché di un possibile aumento di tumori del sangue. Infine, rilevanti sono gli aspetti economici. In Italia, un mese di terapia con sulfasalazina costa meno di 20 euro e quella con metotrexato poco più di 70, invece la terapia con i "farmaci biologici" costa (in euro): infliximab 642, anakinra 946, adalimumab 1161, etanercept 2319.
Di fatto emerge che, nonostante la centralità di alcuni segnali infiammatori, come la IL-1 e il TNF-alfa, la complessità dell'organismo umano non è riducibile a un singolo segnale da spegnere.
* Società Italiana
Psiconeuroendocrinoimmunologia
selvaggia595/10/2007, 16:06
ma è una bruttissima notizia
ecco perchè prima l'esami le volevano ogni 6 mesi per l'embrel e adesso ogni due......
grazie perr la preziosa informazione
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