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SCOPERTO INTERRUTTORE PER SPEGNERE ALCUNE MALATTIE AUTOIMMUN

Inviato: 05/10/2015, 19:56
da lorichi
Malattie autoimmuni, scoperto interruttore per spegnerle
Ispirandosi ai successi ottenuti nella lotta contro alcune forme di allergie, i ricercatori hanno scoperto un metodo per "educare" le cellule "anarchiche" del sistema immunitario


Malattie autoimmuni, scoperto interruttore per spegnerleSCLEROSI multipla e lupus eritematoso sistemico, sono due malattie autoimmuni provocate cioè da un'alterazione del sistema immunitario. Ora gli scienziati hanno trovato l'interruttore molecolare per "spegnere" questo tipo di malattie e trasformare le cellule "anarchiche" in angeli custodi. A farlo sono stati ricercatori britannici dell'Università di Bristol il cui studio, pubblicato su Nature Communication, apre la strada a un nuovo tipo di immunoterapia contro queste patologie. Ispirandosi ai successi ottenuti nella lotta contro alcune forme di allergie, una tecnica nota come desensibilizzazione allergica, i ricercatori hanno scoperto un metodo per "educare" le cellule "anarchiche" del sistema immunitario utilizzando frammenti di proteine. Piuttosto che tentare di sopprimere le cellule immunitarie aggressive, questa tecnica ha permesso di ripristinare il loro funzionamento corretto. La speranza dei ricercatori è che questa intuizione possa portare allo sviluppo di nuovi trattamenti contro molte malattie autoimmuni, come sclerosi multipla, diabete di tipo 1, malattia di Basedow-Graves e lupus eritematoso sistemico.

Secondo i dati forniti dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) i casi di questa malattia solamente in Italia sono 72.000 e ben 600.000 in Europa. La sclerosi, come anche malattia di Basedow-Graves e lupus eritematoso sistemico, è una malattia autoimmune, ossia è provocata da un'alterazione del sistema immunitario la cui componenti attaccano in vari modi il corpo del soggetto stesso. Per questo molte delle terapie per contrastare questo tipo di malattie consiste nel distruggere le cellule del sistema immunitario "impazzite", ma ciò comporta spesso un indebolimento delle difese del paziente che risulta così facilmente soggetto a infezioni dovute a virus e batteri. Dopo aver inserito nel sangue dei paziente una serie di frammenti di proteine che sono normalmente l'obiettivo degli attacchi delle cellule "impazzite", i ricercatori hanno così potuto analizzare i meccanismi che avvengono all'interno di queste cellule. In questo modo hanno identificato
gli "interruttori" genetici che provocano l'aggressione nei confronti di queste proteine. Il risultato ottenuto è stato quello di ripristinare la "normale" tolleranza per queste proteine mantenendo allo stesso tempo la capacità di protezione del sistema immunitario. Dopo aver ottenuto i primi successi, la tecnica è ora in fase di sviluppo clinico attraverso la società di biotecnologie Apitope, uno spin-off nato all'Università di Bristol.
TagsArgomenti:malattie raremalattiesistema immunitariosclerosi multipla

DA "REPUBBLICA.IT - SCIENZE"

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Trovato interruttore per spegnere malattie autoimmuni
Nuova tecnica trasforma cellule 'anarchiche' in 'angeli'
03 settembre, 15:39


Trovato l'interruttore molecolare per 'spegnere' le malattie autoimmuni, come sclerosi multipla o diabete giovanile, e trasformare le cellule 'anarchiche' in angeli custodi. A farlo sono stati ricercatori britannici dell'Università di Bristol il cui studio, pubblicato su Nature Communication, apre la strada ad un nuovo tipo di immunoterapia contro queste patologie.

Ispirandosi ai successi ottenuti nella lotta contro alcune forme di allergie, una tecnica nota come desensibilizzazione allergica, i ricercatori hanno scoperto un metodo per 'educare' le cellule 'anarchiche' del sistema immunitario utilizzando frammenti di proteine. Piuttosto che tentare di sopprimere le cellule immunitarie aggressive, questa tecnica ha permesso di ripristinare il loro funzionamento corretto.

La speranza dei ricercatori è che questa intuizione possa portare allo sviluppo di nuovi trattamenti contro molte malattie autoimmuni, come sclerosi multipla, diabete di tipo 1, malattia di Graves e lupus eritematoso sistemico. Dopo aver ottenuto i primi successi, la tecnica è ora in fase di sviluppo clinico attraverso la società di biotecnologie Apitope, uno spin-off nato all'Università di Bristol.

DA "ANSA SCIENZA & TECNICA"

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L’interruttore che spegne le reazioni autoimmuni
Commenti
La scoperta di un team di Bristol per curare malattie come il diabete giovanile e la sclerosi multipla: rieducare le cellule aggressive attraverso dosi a scalare, come nel vaccino contro le allergie
di Alessandro Malpelo
L'immunoterapia potrebbe essere applicata alla cura del diabete giovanile e della sclerosi multipla


Milano, 3 settembre 2014 — Sarebbe bello disarmare con un click gli agenti aggressivi che scatenano malattie come la sclerosi multipla o il diabete giovanile. Bello e impossibile, così è stato per tanti anni. Un articolo pubblicato su Nature Communication ha riacceso il dibattito (e le speranze). A lanciare il sasso nello stagno sono stati ricercatori britannici dell’Università di Bristol guidati da David Wraith, professore di patologia sperimentale, sostenendo in uno studio di aver individuato i presupposti per mettere a punto una efficace e sicura immunoterapia antigene specifica. Che cosa vuol dire? Significa procedere come avviene con i vaccini che curano una vasta gamma di allergie, attraverso somministrazioni successive personalizzate, il procedimento ipotizzato si definisce in gergo tecnico desensibilizzazione. Un metodo (che finora ha funzionato solo per certi tipi di allergie) che vada a rieducare (anziché uccidere) le cellule cattive, quelle che si rivoltano contro le stesse strutture dell’organismo nel quale vivono.

Meccanismi perversi che si ritrovano non solo nel diabete e nella sclerosi a placche, ma anche in altre malattie su base autoimmune come il morbo di Basedow che attacca la tiroide, il lupus eritematoso sistemico e in generale le malattie reumatiche e quelle che attaccano il connettivo. Nel caso delle patologie autoimmuni, il traguardo consiste nell’insegnare alle cellule ribelli che non è conveniente scatenare una guerra fratricida, e questo potrebbe avvenire con l’inserimento di brandelli di proteine (antigeni) che facciano scattare l’interruttore di cui parlavamo prima, in modo da spegnere definitivamente l’aggressione. Quello che abbiamo trovato, ha affermato da parte sua Bronwen Burton, ricercatrice di punta del gruppo di Bristol, è che somministrando specifici frammenti proteici del mosaico antigenico ​​in una forma solubile siamo stati in grado di desensibilizzare il sistema immunitario, attraverso dosi progressive.

Il team spera che la scoperta potrebbe portare allo sviluppo di immunoterapie per le singole condizioni, basato sulla proteina o antigene che il corpo accusa in maniera conflittuale. Dopo i primi risultati sperimentali, gli autori dell’articolo riferiscono che la tecnica è in fase di sviluppo attraverso l’azienda biotech Apitope, spin-off dell’Università di Bristol. Lo scopo è fare un passo oltre le terapie immunosoppressive, che causano effetti collaterali legati a infezioni e abbattimento delle difese contro i tumori, per ripristinare i meccanismi regolatori naturali. Per il Professor Wraith, occorre puntare allo sviluppo di una immunoterapia antigene-specifica, si aprirebbe così un capitolo straordinario della farmacologia applicata alla cura dei disturbi su base autoimmune.

Prospettive interessanti, ma è appena il caso di ricordare che per fortuna, nel caso della sclerosi multipla, già ci sono ora importanti farmaci disponibili, anche semplici compresse che si prendono per bocca, mentre altre molecole promettenti sono in dirittura d’arrivo, se ne parlerà a Boston la prossima settimana al congresso Actrims-Ectrims. In un prossimo futuro i ricercatori sperano di poter mettere a punto farmaci ancora più sofisticati, anticorpi monoclonali e non solo, capaci di individuare e fare leva sull’interruttore che accende le reazioni disattivando i processi autoimmuni.

di Alessandro Malpelo

DA "QN SALUTE"

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Nuove speranze per patologie come la sclerosi multipla




Un “interruttore” per spegnere le malattie autoimmuni riaddomesticando le cellule ribelli che nei pazienti, invece di proteggere l’organismo, iniziano a combatterlo.

La scoperta apre le porte a nuove possibilità di cura per patologie come la sclerosi multipla e porta la firma degli scienziati dell’università di Bristol (Gb), autori di uno studio pubblicato su Nature Communications e finanziato dal Wellcome Trust.

Gli scienziati sperano che i risultati possano portare alla messa a punto di un’immunoterapia “intelligente” in grado di trattare molte patologie autoimmuni, compresi il diabete giovanile (tipo 1), il lupus eritematoso e il morbo di Graves. David Wraith e colleghi sono stati in grado di colpire in modo specifico le cellule responsabili dell’auto-attacco immunitario, trasformandole gli aggressori in paladini difensori.

Il tipo di approccio utilizzato è lo stesso usato contro le allergie per “desensibilizzare” l’organismo dalla sostanza che viene vissuta come un veleno. Nel caso delle malattie autoimmuni, l’obiettivo è rieducare il sistema immunitario a “ignorare” i tessuti dell’organismo al quale appartiene.

Somministrando frammenti delle proteine (antigeni) che normalmente rappresentano il bersaglio dell’auto-attacco in malattie come la sclerosi multipla, gli scienziati hanno scoperto che la risposta autoimmunitaria viene corretta. E hanno dimostrato che l’efficacia della metodica si ottiene aumentando gradualmente la dose dell’antigene iniettato. Riuscire ad applicare l’immunoterapia contro le malattie autoimmunitarie, spiegano gli autori della ricerca, significherebbe evitare la somministrazione di farmaci immunosoppressori che - abbattendo le naturali difese dell’organismo - rischiano di essere associati a effetti collaterali pesanti come infezioni o tumori.

Secondo gli scienziati britannici, il nuovo approccio permetterebbe di migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Ora sarà avviato ai test sull’uomo dalla società Apitope, azienda biotecnologica spin-off dell’ateneo di Bristol.

DA "LA STAMPA - SALUTE"