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MALATTIE REUMATICHE - ITALIANI LE IGNORANO

Inviato: 12/10/2016, 9:41
da lorichi
Malattie reumatiche: gli italiani ancora le ignorano
Un’indagine di Apmar evidenzia troppi luoghi comuni su queste patologie che possono colpire a ogni età, interessare anche organi interni e provocare gravi disabilità. Iniziative di sensibilizzazione e screening gratuiti in occasione della giornata mondiale
di Maria Giovanna Faiella

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa. Nel nostro Paese più di 5 milioni di persone di ogni età soffrono di malattie reumatiche, otto malati su dieci sono costretti a convivere col dolore cronico, un paziente su due con disabilità. Ma le malattie reumatiche sono ancora sottovalutate e spesso sconosciute, come conferma uno studio condotto dall’Osservatorio di “Apmar, Associazione persone con malattie reumatiche”, su circa 4.500 italiani tra i 20 e i 65 anni.
Confusione con la lombalgia
Dai risultati, diffusi in occasione della giornata mondiale delle malattie reumatiche, emerge che la stragrande maggioranza degli italiani le associa principalmente ai comuni mal di schiena, come lombalgia e sciatalgia. Un italiano su tre crede che si tratti di quei “classici dolori che vanno e vengono col cambio di stagione”, che siano dovute soprattutto a fattori ambientali come freddo e umidità e che riguardino soprattutto le persone anziane. Per il 33% degli intervistati le malattie reumatiche sono tra dieci e venti, mentre in realtà superano le 150: alcune dovute a processi degenerativi come l’artrosi, altre ad anomalie del metabolismo osseo come l’osteoporosi, altre, ancora, hanno come caratteristica comune l’infiammazione su base autoimmune (per esempio, artriti e connettiviti).
Ritardo nella diagnosi
«Occorre sfatare alcuni luoghi comuni – sottolinea Luigi Sinigaglia, direttore dell’unità complessa di reumatologia all’istituto Gaetano Pini di Milano – . Innanzitutto, le malattie reumatiche non colpiscono solo ossa e articolazioni, ma anche organi interni, non insorgono in età avanzata perché colpiscono anche giovani e persone nel pieno dell’attività lavorativa, non sono legate alla sedentarietà. La vera maledizione per le persone che ne soffrono – sottolinea il reumatologo – è il ritardo della diagnosi, ma oggi esistono terapie che, se somministrate subito, permettono anche la remissione della malattia o comunque di tenerla sotto controllo».
Equo accesso alle cure
«Diagnosi precoce e terapie tempestive servono a migliorare la qualità della vita dei pazienti e limitare i danni personali ed economici derivanti da gravi disabilità – aggiunge Antonella Celano, presidente di Apmar – . Ci auguriamo che col Piano nazionale della cronicità (approvato di recente dalla Conferenza Stato Regioni e in attesa di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale ndr) possa migliorare l’assistenza anche di chi ha una malattia reumatica e che ci sia un equo accesso alle cure in tutte le Regioni. Nei nuovi Lea, Livelli essenziali di assistenza, invece, ci sono delle incongruenze da sanare – sottolinea Celano – . Per esempio, gli esami di laboratorio per il follow-up del paziente in terapia biologica, variano a seconda della patologia di riferimento, per cui alcuni pazienti pagheranno per le stesse prestazioni ritenute appropriate (quindi gratuite) per altri pazienti».
Screening reumatologici gratuiti
Iniziative per informare e sensibilizzare i cittadini sulle malattie reumatiche sono in programma in tutta Italia, anche nei prossimi giorni. A Roma, domenica 16 ottobre, l’Anmar, Associazione nazionale malati reumatici, organizza in piazza San Silvestro un incontro con esperti, aperto a tutti coloro che vogliono saperne di più. Sarà possibile eseguire esami strumentali (densitometria ossea, ecografia articolare, capillaroscopia) grazie alla collaborazione di specialisti della Società italiana di reumatologia e del Collegio dei reumatologi italiani ospedalieri, bypassando così le lunghe attese per le prenotazioni. «Spesso queste malattie sono accompagnate da dubbi ed incertezze dopo la comparsa dei primi sintomi, eda tempi lunghi per una diagnosi corretta – dice il presidente di Anmar, Renato Giannelli – . La nostra iniziativa vuole aiutare a velocizzare questo percorso, perché intervenire prima può fare la differenza. Chi vuole potrà anche presentarsi con la propria cartella clinica relativa ad esami pregressi».
11 ottobre 2016 (modifica il 11 ottobre 2016 | 16:15)

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