ARTRITE REUMATOIDE - BIOLOGICO ORENCIA
Inviato: 17/06/2009, 12:15
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Artrite reumatoide: un passo avanti sul piano terapeutico ed una svolta su quello concettuale grazieCominciata da tarantola17
FORUM SULLE MALATTIE CRONICHE AUTOIMMUNI DEL GRUPPO REUM AMICI > BIBLIOTECA APERTA A TUTTI
Parte 1 di 1
tarantola1713/12/2007, 22:44
Estremamente specifico nel suo meccanismo d’azione, cambia lo scenario in quei casi in cui il paziente inizia a mostrare una risposta insufficiente ad un anti-TNF” nella terapia dell’artrite reumatoide : si tratta del farmaco biologico di nuova generazione (nome della molecola: orencia) che rappresenta un importante passo in avanti nella lotta a questa malattia che se non curata in tempo comporta l’instaurarsi di danni che poi restano persistenti nel tempo causando invalidità.
Molti dei pazienti curati con i farmaci biologici devono spesso interrompere il trattamento per difficoltà legate a perdita di efficacia, tollerabilità, modalità di somministrazione. Questa nuova molecola, invece, offre un’alternativa terapeutica efficace e ben tollerata avendo un profilo di maneggevolezza più favorevole rispetto alle altre terapie.
“Negli ultimi anni l’avvento delle terapie biologiche anti-TNF ha effettivamente modificato l’approccio alla malattia, intervenendo sulla progressione del danno articolare e assicurando un trattamento della patologia non solo sintomatico - ha affermato Guido Valesini, professore ordinario di Reumatologia, Università La Sapienza di Roma, questa mattina a Roma in occasione della presentazione del farmaco - Tuttavia, nella pratica clinica già dopo 6 mesi il 60% circa dei pazienti in terapia con anti-TNF mostra una risposta insufficiente o manifesta intolleranza, tanto che 1 paziente su 2 abbandona la terapia nello stesso arco di tempo. In assenza di valide alternative, fino ad oggi si è cercato di ovviare a questo problema, prima aumentando il dosaggio e la frequenza, poi passando ad altra terapia ma sempre della stessa classe, senza migliorare i risultati o addirittura peggiorandoli, sprecando risorse preziose per il Servizio Sanitario Nazionale.
Orencia è un farmaco innovativo – ha continuato - che ci permette di intervenire in modo efficace poichè inibisce selettivamente solo le molecole coinvolte nella co-stimolazione della risposta autoimmune. Il vantaggio dell’inibizione di queste molecole co-stimolatorie è duplice: da una parte viene bloccata la fase attiva della risposta, quella cioè che comporta il danno; dall’altra, vengono eliminate le cellule che se persistessero vive potrebbero in futuro tornare a fare danno. Il profilo di efficacia è molto soddisfacente, con un’elevata percentuale di pazienti che raggiungono una bassa attività di malattia o la remissione. Questo farmaco si è dimostrato in grado di inibire la progressione del danno strutturale, misurato con tecniche radiografiche e, fra i responder, la percentuale dei pazienti che hanno un arresto del danno strutturale è superiore al 60%. Si tratta di un dato molto importante perché arresto del danno strutturale significa arresto del rischio di invalidità permanente.”
“Sulla base dell’esperienza di questi anni sappiamo che con i farmaci biologici attuali solo il 50% risponde in maniera favorevole - ha sostenuto Gianfranco Ferraccioli, professore ordinario di Reumatologia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - gli altri non reagiscono a questa terapia e non raggiungono la remissione come noi vorremmo. Nel momento in cui viene a mancare una risposta adeguata alla terapia, occorre pensare a una via alternativa poichè tutte le evidenze indicano l’ inutilità di insistere con farmaci della stessa classe.
Nuovi dati, presentati il mese scorso a Boston al congresso dell’American College of Rheumatology – ha continuato - hanno confermato che Orencia mostra un tasso di adesione alla terapia elevato, valutato fino a 5 anni. Questo grazie alla sua efficacia che si dimostra crescente nel tempo e alla conseguente e progressiva inibizione del danno articolare. Il farmaco consente quindi di raggiungere un maggior controllo della progressione dell’artrite reumatoide, permettendo ai pazienti un miglioramento della funzione fisica e della qualità di vita, trasformando i “giorni di artrite reumatoide” in “giorni di normale attività”.
“L’aspetto innovativo di questo farmaco biologico è la sua capacità di interferire con i sistemi di cooperazione delle cellule maggiormente coinvolte nella risposta immunitaria, inserendosi nel meccanismo di presentazione dell’antigene alla cellula T – ha affermato il prof. Carlo Maurizio Montecucco, professore ordinario e Direttore della Clinica di Reumatologia dell’Università di Pavia, Fondazione IRCCS, Policlinico San Matteo di Pavia -
La cellula T è un elemento chiave della risposta immunitaria, una sorta di direttore d’orchestra che coordina tutte le altre cellule dirette contro l’elemento riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario. Questo meccanismo è regolato da “freni” e “acceleratori” che aumentano o diminuiscono il grado di risposta immunitaria. Orencia modula selettivamente la co-stimolazione dei linfociti T: in pratica, controlla e riduce l’azione degli “acceleratori”, mantenendo a un livello più basso la risposta immunitaria.
Inoltre, il farmaco riesce ad avere un controllo a monte del processo infiammatorio, e una modulazione a valle della cascata infiammatoria dell’artrite reumatoide. L’azione che esso svolge sui linfociti T, infatti, si riverbera sulle altre cellule del sistema immunitario: i macrofagi, le cellule dendritiche o i linfociti B, stimolano i linfociti T presentandogli l’antigene, ma ne sono a loro volta stimolati. Per cui, inibire questo rapporto vuol dire ridurre reciprocamente sia l’azione dei linfociti T che l’attivazione delle cellule deputate alla presentazione dell’antigene, e quindi abbassare la risposta complessiva del sistema immunitario.”
Scoperto nei centri di ricerca di Bristol-Myers Squibb, il farmaco ha ricevuto il via libera dell’AIFA ed è ora disponibile per i pazienti italiani a totale carico del SSN. Molta fiducia è riposta in questa nuova terapia poiché è in grado di dare risposte adeguate in termini di recupero per i pazienti che hanno risposte insufficienti agli altri farmaci. Si tratta di un farmaco ormai ben conosciuto, la cui efficacia e tollerabilità sono state confermate nel “mondo reale”, oltre che negli studi clinici, in circa due anni di impiego terapeutico negli USA, per cui è stata già accumulata un’esperienza clinica positiva sia negli Stati Uniti che in Europa.
13/12/2007
Fonte: http://www.saluteeuropa.it/index.php/sa ... _biologico
matilde5815/12/2007, 20:30
Ogni nuova scoperta è un'opportunità in più per migliorare la nostra qualità di vita e voglio essere fiduciosa, anche, sepoi alla fine quelli che contano sono gli effettivi risultati di efficacia sulle persone.
selvaggia5915/12/2007, 21:00
Grazie Ale....
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tarantola1713/12/2007, 22:44
Estremamente specifico nel suo meccanismo d’azione, cambia lo scenario in quei casi in cui il paziente inizia a mostrare una risposta insufficiente ad un anti-TNF” nella terapia dell’artrite reumatoide : si tratta del farmaco biologico di nuova generazione (nome della molecola: orencia) che rappresenta un importante passo in avanti nella lotta a questa malattia che se non curata in tempo comporta l’instaurarsi di danni che poi restano persistenti nel tempo causando invalidità.
Molti dei pazienti curati con i farmaci biologici devono spesso interrompere il trattamento per difficoltà legate a perdita di efficacia, tollerabilità, modalità di somministrazione. Questa nuova molecola, invece, offre un’alternativa terapeutica efficace e ben tollerata avendo un profilo di maneggevolezza più favorevole rispetto alle altre terapie.
“Negli ultimi anni l’avvento delle terapie biologiche anti-TNF ha effettivamente modificato l’approccio alla malattia, intervenendo sulla progressione del danno articolare e assicurando un trattamento della patologia non solo sintomatico - ha affermato Guido Valesini, professore ordinario di Reumatologia, Università La Sapienza di Roma, questa mattina a Roma in occasione della presentazione del farmaco - Tuttavia, nella pratica clinica già dopo 6 mesi il 60% circa dei pazienti in terapia con anti-TNF mostra una risposta insufficiente o manifesta intolleranza, tanto che 1 paziente su 2 abbandona la terapia nello stesso arco di tempo. In assenza di valide alternative, fino ad oggi si è cercato di ovviare a questo problema, prima aumentando il dosaggio e la frequenza, poi passando ad altra terapia ma sempre della stessa classe, senza migliorare i risultati o addirittura peggiorandoli, sprecando risorse preziose per il Servizio Sanitario Nazionale.
Orencia è un farmaco innovativo – ha continuato - che ci permette di intervenire in modo efficace poichè inibisce selettivamente solo le molecole coinvolte nella co-stimolazione della risposta autoimmune. Il vantaggio dell’inibizione di queste molecole co-stimolatorie è duplice: da una parte viene bloccata la fase attiva della risposta, quella cioè che comporta il danno; dall’altra, vengono eliminate le cellule che se persistessero vive potrebbero in futuro tornare a fare danno. Il profilo di efficacia è molto soddisfacente, con un’elevata percentuale di pazienti che raggiungono una bassa attività di malattia o la remissione. Questo farmaco si è dimostrato in grado di inibire la progressione del danno strutturale, misurato con tecniche radiografiche e, fra i responder, la percentuale dei pazienti che hanno un arresto del danno strutturale è superiore al 60%. Si tratta di un dato molto importante perché arresto del danno strutturale significa arresto del rischio di invalidità permanente.”
“Sulla base dell’esperienza di questi anni sappiamo che con i farmaci biologici attuali solo il 50% risponde in maniera favorevole - ha sostenuto Gianfranco Ferraccioli, professore ordinario di Reumatologia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - gli altri non reagiscono a questa terapia e non raggiungono la remissione come noi vorremmo. Nel momento in cui viene a mancare una risposta adeguata alla terapia, occorre pensare a una via alternativa poichè tutte le evidenze indicano l’ inutilità di insistere con farmaci della stessa classe.
Nuovi dati, presentati il mese scorso a Boston al congresso dell’American College of Rheumatology – ha continuato - hanno confermato che Orencia mostra un tasso di adesione alla terapia elevato, valutato fino a 5 anni. Questo grazie alla sua efficacia che si dimostra crescente nel tempo e alla conseguente e progressiva inibizione del danno articolare. Il farmaco consente quindi di raggiungere un maggior controllo della progressione dell’artrite reumatoide, permettendo ai pazienti un miglioramento della funzione fisica e della qualità di vita, trasformando i “giorni di artrite reumatoide” in “giorni di normale attività”.
“L’aspetto innovativo di questo farmaco biologico è la sua capacità di interferire con i sistemi di cooperazione delle cellule maggiormente coinvolte nella risposta immunitaria, inserendosi nel meccanismo di presentazione dell’antigene alla cellula T – ha affermato il prof. Carlo Maurizio Montecucco, professore ordinario e Direttore della Clinica di Reumatologia dell’Università di Pavia, Fondazione IRCCS, Policlinico San Matteo di Pavia -
La cellula T è un elemento chiave della risposta immunitaria, una sorta di direttore d’orchestra che coordina tutte le altre cellule dirette contro l’elemento riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario. Questo meccanismo è regolato da “freni” e “acceleratori” che aumentano o diminuiscono il grado di risposta immunitaria. Orencia modula selettivamente la co-stimolazione dei linfociti T: in pratica, controlla e riduce l’azione degli “acceleratori”, mantenendo a un livello più basso la risposta immunitaria.
Inoltre, il farmaco riesce ad avere un controllo a monte del processo infiammatorio, e una modulazione a valle della cascata infiammatoria dell’artrite reumatoide. L’azione che esso svolge sui linfociti T, infatti, si riverbera sulle altre cellule del sistema immunitario: i macrofagi, le cellule dendritiche o i linfociti B, stimolano i linfociti T presentandogli l’antigene, ma ne sono a loro volta stimolati. Per cui, inibire questo rapporto vuol dire ridurre reciprocamente sia l’azione dei linfociti T che l’attivazione delle cellule deputate alla presentazione dell’antigene, e quindi abbassare la risposta complessiva del sistema immunitario.”
Scoperto nei centri di ricerca di Bristol-Myers Squibb, il farmaco ha ricevuto il via libera dell’AIFA ed è ora disponibile per i pazienti italiani a totale carico del SSN. Molta fiducia è riposta in questa nuova terapia poiché è in grado di dare risposte adeguate in termini di recupero per i pazienti che hanno risposte insufficienti agli altri farmaci. Si tratta di un farmaco ormai ben conosciuto, la cui efficacia e tollerabilità sono state confermate nel “mondo reale”, oltre che negli studi clinici, in circa due anni di impiego terapeutico negli USA, per cui è stata già accumulata un’esperienza clinica positiva sia negli Stati Uniti che in Europa.
13/12/2007
Fonte: http://www.saluteeuropa.it/index.php/sa ... _biologico
matilde5815/12/2007, 20:30
Ogni nuova scoperta è un'opportunità in più per migliorare la nostra qualità di vita e voglio essere fiduciosa, anche, sepoi alla fine quelli che contano sono gli effettivi risultati di efficacia sulle persone.
selvaggia5915/12/2007, 21:00
Grazie Ale....
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