SCLERODERMIA - NUOVA STRATEGIE PER FORME PIU' AGGRESSIVE

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lorichi
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SCLERODERMIA - NUOVA STRATEGIE PER FORME PIU' AGGRESSIVE

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Sclerodermia: una nuova strategia
per le forme più aggressive
È possibile evitare i pesanti effetti dell’attuale terapia abbinando basse dosi di farmaci immunosoppressori
con un farmaco biologico



MILANO - Nove pazienti non sono sufficienti per decretare il successo di una terapia, tuttavia la sperimentazione che sta conducendo da circa tre anni il gruppo dell’U.O. di Reumatologia dell’Università Cattolica di Roma offre nuove speranze per le persone, soprattutto quelle più giovani, affette dalle forme più aggressive di sclerosi sistemica. La malattia si presenta infatti sotto due vesti: «La prima e più frequente - ha spiegato Gianfranco Ferraccioli, coordinatore dello studio e direttore dell’unità operativa nella struttura romana - è una forma detta limitata, ha una progressione più lenta ed è meno aggressiva. La seconda variante, definita diffusa, colpisce un quinto dei pazienti, è più aggressiva e interessa pazienti più giovani, che normalmente vengono trattati con alte dosi di cortisone e con farmaci antitumorali». «Farmaci - ha aggiunto il reumatologo - che hanno però importanti effetti collaterali, come l’infertilità o complicanze vescicali e polmonari. E sfortunatamente, come dimostrano gli ultimi trial clinici, hanno anche un’efficacia limitata».

LO STUDIO - Proprio su questi pazienti si sta concentrando la ricerca, i cui primi risultati sono stati pubblicati nelle scorse settimane sulla rivista Arthritis Research & Therapy . «L’obiettivo originario - ha spiegato Ferraccioli - era trovare il modo di evitare a questi pazienti molto giovani i problemi di infertilità connessi alla terapia con immunosoppressori alchilanti». E la soluzione è stata l’individuazione di un nuovo bersaglio terapeutico che, oltre a dimostrarsi efficace, ha consentito di fare chiarezza sulle caratteristiche di una malattia molto complessa. Il nuovo bersaglio sono i linfociti B, le cellule del sistema immunitario che, in caso di patologia, producono gli anticorpi contro costituenti dell’organismo. «Le abbiamo eliminate» prosegue l’esperto «con un farmaco biologico, che, associato a una dose di immunosoppressore molto bassa, ha prodotto risultati migliori rispetto ai trattamenti tradizionali», ha proseguito il reumatologo. Il trattamento consente infatti sia una riduzione dell’ispessimento della cute sia un arresto dei danni a carico degli organi interni. Quanto agli effetti collaterali, la soppressione di una popolazione di cellule fondamentali per il sistema immunitario può portare a un lieve aumento delle infezioni, ma si tratta di controindicazioni accettabili e meno gravi di quelle causate dalla terapia oggi in uso. Il farmaco (rituximab) è già impiegato nel trattamento dei linfomi e da qualche anno anche di alcune malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus. Ora si potrebbe aggiungere anche la sclerosi sistemica: «Il trattamento viene eseguito con due infusioni a distanza di 15 giorni - ha spiegato Ferraccioli - e il paziente viene osservato per 6 mesi. Nel momento in cui ricompaiono le cellule B la terapia può essere eseguita nuovamente».

PRIMO PASSO VERSO LA SVOLTA? - Pur ammettendo che si tratta di un «promettente trattamento», in un editoriale pubblicato sullo stesso numero della rivista, Jacob M. Van Laar dell’Institute of Cellular Medicine della Newcastle University avverte però della necessità di ulteriori studi che valutino su una popolazione più ampia e nel lungo termine l’efficacia e la sicurezza della terapia. «Sperimentazioni simili» precisa «potrebbero essere costose e complesse, oltre che richiedere perseveranza e inventiva per mettere a punto metodologie che sopperiscano alla complessità di una patologia che ha una bassa diffusione e un’ampia gamma di presentazioni e decorsi clinici». D’altra parte, lo stesso Ferraccioli ha ribadito che questo trattamento è per il momento indicato soltanto per le persone affette da una forma molto aggressiva della patologia. «Inoltre, perché sia efficace, la terapia immunosoppressiva convenzionale deve precedere - seppur a basse dosi - quella con il nuovo farmaco». Tuttavia sembra avvicinarsi il momento in cui i pazienti affetti da sclerodermia possano godere di un trattamento efficace e dagli accettabili effetti collaterali: «Adesso che abbiamo in mano un farmaco potenzialmente efficace e relativamente sicuro - ha concluso van Laar - si sta avvicinando il momento in cui tentare di superare l’impasse nel trattamento della sclerosi sistemica».

Antonino Michienzi
22 giugno 2010

DA "CORRIERE DELLA SERA - SALUTE"
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Nonnalory
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Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.
Cecilia Camellini (Campionessa olimpica alle paralimpiadi 2012)
A noi la malattia ci fa un baffo!
http://anoilamalattiacifaunbaffo.blogspot.com/


Tutto inizia nel 1975 con lombosciatalgia bilaterale e curata come tale, senza alcun risultato, per 12 anni. Nel 1987 diagnosi di Sacroileite alla quale nel 2007 si è aggiunta una Pancolite (infiammazione cronica dell'intestino), da metà dicembre 2007 diagnosi di spondiloartrite (ogni tanto cambia il nome della malattia, quello definitivo pare essere enteroartrite) farmaci: balzide per l'intestino, azatioprina, e, al bisogno, cortisone e indometacina per l'artrite. Ad aprile 2010 intervento di artroprotesi 4° dito mano dx.
Da novembre 2014 problemi di calo linfociti con conseguente sospensione di azatioprina. Da meta' marzo 2015 iniziato metotrexate che pero' ho dovuto sospendere dopo due mesi per sopraggiunti effetti collaterali. Nel 2015 diagnosi di gastrite cronica sempre causata dai problemi autoimmuni. Da novembre 2016 ripreso azatioprina e si e' aggiunta la psoriasi. A conti fatti la diagnosi attuale sembra essere artrite psorisiaca con infiammazione intestinale e gastrite tutto riconducibile ad autoimmunita'


Amicizia è la capacità di dare senza chiedere nulla.E' la spalla su cui piangere, è una mano che stringe la tua e ti consola.E' anche la capacità di ascoltare i silenzi, grazie per aver ascoltato i miei
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