La felicità...

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Azzurra99
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La felicità...

Messaggio da Azzurra99 »

La felicità non si compra da un concessionario, ma si coltiva…

Alcuni la inseguono, altri l’assaporano, ma ciascuno di noi vi aspira. Per aiutarti in questa ricerca, gli specialisti ti propongono cinque strade…

Per alcuni la felicità è nelle cose semplici. Per altri la felicità è trovarsi tra le braccia della persona amata o visitare una galleria d’arte. A ciascuno il proprio tipo di felicità, a cui tutti hanno diritto! A volte è a portata di mano, spesso ci passa accanto. Disposizione della mente o dono del cielo? Non ha alcuna importanza! Ciò che conta è coltivarla. Per farlo, esistono diverse strade, ognuna delle quali si fonda su atteggiamenti e una pratica giornaliera. Quindi, prova a seguire i nostri consigli…

1 – Ritrovare la stima in se stessi
Alcune persone hanno il dono di svalutarsi, mentre altre sanno di essere un dono per il mondo. La differenza tra le due categorie? La fiducia in se stessi! È una scommessa di felicità, una dimensione della tua personalità che ha bisogno di essere alimentata. Una persona che ha grande stima di sé si tratta come diva, “si assume la responsabilità della propria vita e, quindi della propria felicità, senza biasimare gli altri”, spiega lo psichiatra Christophe André. La persona che ha poca stima in se stessa non si apprezza mai abbastanza e incontra numerose difficoltà sul suo cammino. Per coltivarla, comincia a proiettare a mo’ di film i tuoi successi. Al termine della giornata, sei solita ricordare le cattive notizie: questa pratica è incasinata, ha piovuto tutto il fine settimana, e via di questo passo. Pensa invece in positivo: un piccolo successo sul lavoro, un complimento da parte del tuo innamorato… tutto questo non può che darti piacere.

2 – Coltivare buone relazioni con gli altri
La felicità? Coccolare gli amici. “Parallelamente all’atteggiamento egocentrico, pensare agli altri è importante per essere felici”, sostiene Albert Ellis, fondatore dell’approccio emotivo-razionale. Il suo consiglio: non cercate si sentirvi sistematicamente amati o accettati dal vostro entourage. Fate dell’approvazione degli altri un obiettivo auspicabile, ma non indispensabile. Invece che aspettare che siano gli altri a dare, siate pronti a farlo voi per primi. Non esitate a dare una mano o a moltiplicare le occasione per festeggiare. Invitate i vostri amici a cena o organizzate insieme a loro dei brunch la domenica. Tutto questo richiede molto meno tempo e mezzi di quanto si creda.

3 – Concedersi piccoli piaceri
E se la felicità di vivere non fosse che la sequenza di brevi istanti di felicità? I piccoli piaceri sollevano il morale… una pausa caffè con un collega con cui si va d’accordo, un raggio di sole nel cuore dell’inverno… La felicità è come la salute: bisogna averne cura ogni giorno. Fatti del bene e, soprattutto, evita di sovraccaricarti con lavori faticosi, la pulizia dei vetri, i conti, la spesa al supermercato. Puoi iniziare a ragionare anche in termini di ricompense, di benefici personali. “Se riesco a raggiungere questo budget, mi regalo un week-end romantico”! Schierati dalla parte dell’allegria: la gioia aumenta la concentrazione di endorfine, ormoni rilassanti, molecole della felicità.

4 – Riconciliarsi con il proprio passato
Vecchi rancori nei confronti di un ex, una storia familiare difficile… capita spesso che i ricordi diventino ingombranti. Per scaricare questi pesi e investire nella felicità, spesso basta parlare di ciò che ci impedisce di sentirci più spensierati. Spesso riesce più facile con un’amica, anche se l’oggetto della discordia è delicato. Nel contesto della coppia o della famiglia, a volte la situazione è addirittura più delicata. L’elaborazione di un lutto o la concessione del perdono non avvengono da soli: accettare è già un passo avanti verso la soluzione del problema. Oggi, consultare uno psicologo è divenuto un fatto abituale.
In altre parole, per smascherare il problema e liberarsene, talvolta rivolgersi a uno specialista può rivelarsi la soluzione giusta. Soprattutto se le angosce o un certo malessere diventano un ostacolo che si contrappone alla propria felicità. Riconciliarsi con il proprio passato è anche un segno di maturità.

5 – Sviluppare la creatività
Combattere la routine, aprirsi all’ignoto… E se scegliessimo la creatività, uno dei pilastri della felicità? A parere di Christian Boiron, filosofo, per esplorare, esprimere la propria personalità ed essere felici, la creatività è una qualità essenziale. La materia prima che abbiamo a disposizione: la curiosità! Concediti di commettere errori, di avere esitazioni… in diverse sfere della tua vita. Tutti possiamo farlo! Ad esempio, usa la creatività in cucina: che si tratti di una cenetta romantica o di una merenda per i bambini, divertiti a inventare. Anche la scrittura è un’attività piacevole. Immagina i personaggi di un romanzo guardando le persone del tuo entourage (proprio come ne “Il favoloso destino di Amelie Poulain”). Oppure, prepara un viaggio senza doverti necessariamente rivolgere a un’agenzia.

http://ioteepenelope.altervista.org/la- ... i-coltiva/
1986- Amenorrea secondaria. 1995- Emicranee e cefalee, primi segni di ipertensione. 1996- Psoriasi squamosa a placche, displidemia e insufficienza venosa. 2003- Ernia jatale con esofagite da reflusso di 2° e gastrite lieve. 2005-Ipertensione e tachicardia in terapia con Libradin e Inderal. 2006-Insufficienza venosa cronica. 2006-Glaucoma in terapia. 2007-Sindrome di Stein Leventhal, in terapia con Metforal 500. 2008- Lieve scoliosi dorsale con curve di scompenso cervicali e lombari. 2008- Artrosi cervicale con tre ernie e una protusione del disco. 2008-Psoriasi artropatica con sindrome SAPHO.- Sindrome dell'intestino irritabile, colite, dermatite atopica e da contatto, allergia al latte e derivati, allergia agli acari, lieve intolleranza al lattosio. In cura con Nerixia, Arcoxia, Metocal 1200, Didrogyl. 2010-BOD: Areola paracentrale di distrofia microcistica dell'endotelio corneale, FOD e FOS: lieve assottigliamento della rima neurale temporale in N.O. di piccolo diametro. 2010-Pseudocisti alla tiroide, controlli periodici. 2011-Cuoio capelluto: scalpo lipedematosi, lichen simplex cronico e tricoressi nodosa al vertice. OTC del nervo ottico: marcata riduzione di spessore a livello dei fasci nervosi inferiori e superiori bilateralmente in presenza di papilla con aspetto lievemente rilevato e non glaucomatoso almeno morfologicamente. 2012- Reumatologia: sindrome fibromialgica sub-clinica. Neurologia: cefalea intensiva, distimia, fibromialgia, terapia con Sertralina 50 mg.
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Azzurra99
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DISMORFOFOBIA

Messaggio da Azzurra99 »

Non ti senti bello o bella, hai la sensazione che la gente ti trovi brutto…SI CHIAMA..Dismorfofobia: la bruttezza immaginaria!

No, non sei il brutto anatroccolo della fiaba. E questa visione deformata del tuo corpo e dello sguardo degli altri sembra proprio una malattia: la dismorfofobia. Leggi qui, prima di pronunciarti a favore della chirurgia estetica o di chiuderti in casa…

Ti senti orribile, e malgrado le tecniche e le strategie messe in atto, ti è impossibile guadagnare dei punti nella classifica della tua autostima? E se fosse solo una questione di testa?


La paura di se stessi

Come il suo nome lo indica, la dismorfofobia è una fobia, ma che non ha nulla a che vedere con le vertigini, i serpenti o i ragni. In questo caso, ciò che fa paura in maniera irragionevole, è il proprio corpo. Naturalmente, ci facciamo tutti, prima o poi, qualche complesso con il nostro peso, la nostra statura, il nostro naso un po” lungo, il seno troppo piccolo o troppo grosso… Ma il problema è quando tutto questo diventa un’ossessione. Tale parte o tal’altra diventa in effetti difforme agli occhi della persona, che si tratti del naso, delle natiche, del seno… Essa si persuade che gli altri non vedano nient’altro che questo, che ne parlino a sua insaputa, ecc. Non passerà un solo giorno senza che pensi a questa parte “ignobile” de se stessa. Al punto che tutto ciò diventa un vero e proprio handicap sociale.

Peraltro, l’anoressia è una forma radicale di dismorfofobia: qualunque sia il suo peso, l’anoressica è sempre convinta di essere troppo grassa, e di dovere dimagrire.

Gli adolescenti in prima linea

Chi è più affetto da questo disturbo della visione di sé? Non si conosce esattamente la proporzione della popolazione affetta da questo male, ma degli studi americani avanzano la cifra di una persona su 50 che farebbe una fissazione sul proprio fisico.
Questa malattia colpirebbe soprattutto gli adolescenti e i giovani adulti.

Le cause di tale disturbo sono ancora poco conosciute. Si tratta di un’ansia che trova espressione nella focalizzazione su una parte del corpo.

La dismorfofobia è spesso associata ad altri disturbi psicologici: depressione, disturbi del comportamento alimentare, disturbi maniaco-depressivi, ansia, disturbi ossessivo – compulsivi e altre fobie (in particolare, l’agorafobia).

Il trattamento adatto

No, il principale trattamento contro la dismorfofobia non è la chirurgia estetica. Perché il problema si situa dentro, e cambiare all’esterno non risolverà nulla. Nel peggiore dei casi, la persona troverà il risultato ancora più orribile. Nel migliore, il problema si sposterà su un’altra parte del corpo. Il trattamento di riferimento è ovviamente la psicoterapia. Ma la preoccupazione principale è convincere il malato che ha bisogno di consultare uno psicologo! Perché per lui, il problema fisico è perfettamente reale e non immaginario! Chiedere aiuto a un generalista per facilitare la presa di coscienza può rivelarsi utile. Superata questa tappa, la terapia permetterà di venire a capo della malattia. A questo proposito, le terapie comportamentali e cognitive hanno dato prova della loro efficacia; Talvolta, possono essere prescritti dei trattamenti farmacologici (antidepressori).

http://ioteepenelope.altervista.org/non ... maginaria/
1986- Amenorrea secondaria. 1995- Emicranee e cefalee, primi segni di ipertensione. 1996- Psoriasi squamosa a placche, displidemia e insufficienza venosa. 2003- Ernia jatale con esofagite da reflusso di 2° e gastrite lieve. 2005-Ipertensione e tachicardia in terapia con Libradin e Inderal. 2006-Insufficienza venosa cronica. 2006-Glaucoma in terapia. 2007-Sindrome di Stein Leventhal, in terapia con Metforal 500. 2008- Lieve scoliosi dorsale con curve di scompenso cervicali e lombari. 2008- Artrosi cervicale con tre ernie e una protusione del disco. 2008-Psoriasi artropatica con sindrome SAPHO.- Sindrome dell'intestino irritabile, colite, dermatite atopica e da contatto, allergia al latte e derivati, allergia agli acari, lieve intolleranza al lattosio. In cura con Nerixia, Arcoxia, Metocal 1200, Didrogyl. 2010-BOD: Areola paracentrale di distrofia microcistica dell'endotelio corneale, FOD e FOS: lieve assottigliamento della rima neurale temporale in N.O. di piccolo diametro. 2010-Pseudocisti alla tiroide, controlli periodici. 2011-Cuoio capelluto: scalpo lipedematosi, lichen simplex cronico e tricoressi nodosa al vertice. OTC del nervo ottico: marcata riduzione di spessore a livello dei fasci nervosi inferiori e superiori bilateralmente in presenza di papilla con aspetto lievemente rilevato e non glaucomatoso almeno morfologicamente. 2012- Reumatologia: sindrome fibromialgica sub-clinica. Neurologia: cefalea intensiva, distimia, fibromialgia, terapia con Sertralina 50 mg.
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