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PSORIASI, MALATTIA DELLO SPIRITO: LE CAUSE, POSSIBILI CURE

Inviato: 20/10/2009, 16:20
da lorichi
COLPITI DUE MILIONI E MEZZO DI ITALIANI
Psoriasi, malattia dello spirito: le cause e le possibili cure
di Gian Ugo Berti
Un'infiammazione cronica della pelle, brutta a vedersi, che condiziona la vita di chi ne è colpito. Il prutito è il primo disturbo per questa malattia le cui cause spesso sono genetiche
APPROFONDIMENTI
Cure termali, c'è anche la fangoterapia

Anche se il tempo appare ancora incerto, è tornata la primavera. Il calendario non fa sconti, s'innalzerà la colonnina del mercurio, le giornate si faranno più lunghe e diventerà naturale la voglia di sostituire i lunghi e pesanti vestiti invernali per indossare al loro posto quelli leggeri e corti che lasciano scoperte ampie zone del corpo. Ma non per tutti è una buona notizia.

Sono due milioni e mezzo, infatti, gli italiani che soffrono di psoriasi, una malattia infiammatoria cronica della pelle, spesso brutta a vedersi e che costringe la persona a mantenere coperto il proprio corpo. Qualcuno l'ha definita una malattia "anche dell'animo", perché coinvolge emotivamente l'intimo dell' individuo. Abbiamo chiesto le cause, le conseguenze e le possibili cure al dottor Giuseppe Lemme, responsabile della struttura semplice di Fotochemioterapia della clinica dermatologica all'università di Ancona, relatore all'apposito convegno sulle 'malattie autoimmuni' organizzato dall'azienda ospedaliera romana Sant'Andrea.

Cause genetiche ed ambientali. Un caso su tre trova origine nella genetica. Tra le cause possibili non sono da escludere eventi stressanti di tipo psicologico e fisico, ma sempre più concrete appaiono le motivazioni immunitarie, quando l'organismo cioè agisce senza una causa precisa contro sé stesso. Nessuna distinzione per sesso e fasce d'età. Più aggressiva la forma giovanile, a predisposizione genetica; con una evoluzione più favorevole invece quella dell'adulto.

I sintomi. Si manifesta con la comparsa di squame biancastre, tipo cera, a bordi netti, che si sfaldano in continuazione. In particolare è il prurito il disturbo dominante, causa poi di altre lesioni in zone sane. All'inizio, più interessati sono gomiti, ginocchia, cuoio capelluto. Può comunque evolvere nel tempo e coprire la quasi totalità della superficie corporea.
Inoltre con il passare degli anni, nel 75% dei pazienti, vengono coinvolte le articolazioni (mani, piedi, colonna vertebrale) con la presenza di dolori, tumefazioni articolari, rigidità e interessamento talvolta di tendini, legamenti e conseguenti negativi riflessi sulle capacità di movimento.

Emarginazione e vergogna. "Da sempre, faccio l'amore con mia moglie a luci spente". Le testimonianze dei malati sottolineano l'aspetto emotivo e relazionale della malattia. "Gli amici mi evitano - racconta un uomo colpito dal disturbo - perché pensano che io possa essere contagioso". Sono soltanto alcuni dei drammatici aspetti della vita quotidiana, dove la pelle non rappresenta soltanto il rivestimento esterno, ma una proiezione dell'intimità personale. Da qui il delicato ruolo del medico di fiducia, basato ancor più sull'ascolto e sulla conoscenza del vissuto, indispensabile per offrire soluzioni di tipo psicologico.

Le cure possibili. Se le zone malate sono relativamente poco estese può essere sufficiente un trattamento locale (come pomate), ma nelle più gravi si ricorre all'associazione con terapia fisica quale la fototerapia o fotochemioterapia, sino a giungere in casi ancora più gravi a scelte terapeutiche non mirate alla zona colpita ma che coinvolgono l'intero organismo (medicinali per via endovenosa o intramuscolare).

Un passo avanti: la ciclosporina. Ai livelli medio-alti di gravità o dove sia particolarmente compromessa la qualità di vita, si ricorre, ma sono scelte su base individuale, alla ciclosporina A. È un medicinale che agisce nel ridurre la produzione del linfociti T helper, abbassando così la componente infiammatoria. Una cura da poco dimostratasi valida anche nei pazienti con epatite C.

Farmaci biologici. Sono la realtà più recente. Agiscono sul sistema immunitario, ma con meccanismi diversi rispetto alla ciclosporina. Non hanno nulla a che vedere con l'idea che biologico sia uguale a naturale. Si tratta solamente della contrazione della parola biotecnologici. L'indicazione del Ministero della Salute al loro impiego è precisa: devono esserre utilizzati là dove le terapie tradizionali non abbiano risposto.
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