Dopo due anni di sofferenze in cui i medici mi davano perlopiù della matta, ho avuto la diagnosi di connettivite indifferenziata. Non ho dolori particolari, ma una stanchezza indescrivibile, malessere a volte molto forte, febbricola, tiroidite, ana alti e anti dna. Ho passato questi due anni in larga parte a letto, senza sapere cosa avessi, e la diagnosi è stata un po' una liberazione. Dopo un mese di cura però sto ancora male, anzi, non so se siano i farmaci o la malattia, ma ho cominciato ad avere forti formicolii/parestesie agli arti. Ovviamente questo non mi permette di evitare di pensare al fatto che sono malata, ma reagisco, anche se a volte mi sembra ingiusto, non ho più una mia autonomia, ho difficoltà a lavorare e ad aprile dovrò lasciare il lavoro, mi prendo una pausa, non esco neanche più con le amiche perché sono sempre troppo stanca.
Mi sento tanto sola...........La mia famiglia mi vede sorridere, e non sa minimamente quanto io avrei bisogno di loro, che ogni tanto mi chiedessero come sto, come ci si sente ad avere una malattia cronica...sono così confusa e credo di non averlo ancora accettato. Il mio compagno mi sopporta, ma io faccio i salti mortali fino allo sfinimento perché la nostra vita sia il più possibile normale, e invece mi sembra che ogni giorno lui si disinnamori un po'...di questa persona che è così diversa da quella che ha conosciuto, questo zombie troppo spesso lamentona e a letto, che ormai non fa più progetti di lunghi viaggi o lavori ambiziosi, che arriva a sera distrutta anche per andare a mangiare una pizza o al cinema.
Voglio solo che questo momento passi, scusate lo sfogo. So che per molti di voi è stata dura, e so che mi potete capire.
